Uomo sulla Luna non prima di settembre 2028: Starship in ritardo, secondo un documento trapelato

Il programma Artemis della NASA, che riporterà l'uomo sulla Luna oltre mezzo secolo dopo le missioni Apollo, potrebbe subire un significativo ritardo a causa dell'impossibilità di SpaceX di rispettare la tabella di marcia prestabilita. Il previsto allunaggio di Artemis 3, infatti, sarà possibile non prima di settembre del 2028. È quanto emerso da un documento interno trapelato e condiviso su X da Audrey Decker, giornalista della testata statunitense POLITICO, in cui le tappe fondamentali fissate dalle compagnia aerospaziale privata di Elon Musk mostrano un significativo slittamento in avanti. Tutto ruota attorno allo sviluppo della colossale Starship, il veicolo spaziale scelto per trasportare lo Human Landing System (HLS) sulla superficie del satellite naturale col suo equipaggio. In pratica si tratta del lander lunare, evoluzione dell'Apollo Lunar Module (LM) "Eagle" del programma Apollo.
Secondo quanto emerge dal sopracitato documento, il test di rifornimento del carburante nello spazio è previsto per giugno 2026; si tratta di una manovra molto complessa ma fondamentale per permettere alla Starship di portare gli astronauti a centinaia di migliaia di chilometri dalla Terra (la Luna in media dista dalla Terra 384.000 chilometri). Il primo allunaggio del lander senza equipaggio dovrebbe essere effettuato entro giugno del 2027, mentre a settembre 2028, se tutto andrà secondo i piani, la prima donna e la prima persona nera potranno solcare la regolite lunare. Queste tappe spostano di almeno un anno in avanti le ultime previsioni della NASA relative all'allunaggio di Artemis 3, già rinviato più volte. Del resto il lancio di Artemis 1 c'è stato nel 2022 e inizialmente si prevedeva l'allunaggio già per quest'anno. Anche Artemis 2, che prevede il sorvolo della Luna da parte di un equipaggio umano, è stato rimandato più volte, ma secondo gli ultimi annunci la missione dovrebbe essere lanciata entro e non oltre aprile del 2026. Ma tra Artemis 2 e 3 ci sono profonde differenze, proprio perché quella l'allunaggio prevede il coinvolgimento di Starship e di un lander lunare per il trasporto degli astronauti, a differenza di Artemis 2 che è basata sul razzo lanciatore SLS e sulla capsula Orion (dove è ospitato l'equipaggio).
Le ragioni dei ritardi accumulati negli anni sono diverse: dalle dispute legali con Blue Origin di Jeff Bezos (che ha accusato la NASA di aver ingiustamente assegnato a SpaceX la realizzazione del lander lunare) ai lavori sulle tute spaziali, passando per i vari incidenti che hanno coinvolto Starship, sebbene gli ultimi test siano stati dei grandi successi.
Come riportato da IFLSciene, in una recente intervista alla CNBC l'amministratore delegato della NASA Sean Duffy ha annunciato che anche altre aziende potranno partecipare alla costruzione di un modulo di allunaggio, proprio alla luce dei ritardi di SpaceX. Fra i competitor c'è anche Blue Origin, che testerà il proprio veicolo spaziale nel 2026 (dovrebbe essere pronto per Artemis V entro la fine del decennio). Ciò che è certo è che secondo il sopracitato documento, SpaceX non sarà pronta entro la prima metà del 2028 per la pionieristica missione sulla Luna.
Il tempo scorre, i test cruciali da superare sono ancora molti e soprattutto gli Stati Uniti hanno la concorrenza della Cina da superare. Anche il “Dragone” sta lavorando alla propria missione di allunaggio e potrebbe essere pronto entro il 2030. In questa sorta di replica della sfida con l'ex Unione Sovietica, combattuta e vinta negli anni '60 del secolo scorso, gli Stati Uniti rischiano stavolta di essere superati nella rinnovata e serrata corsa allo spazio. Ma sulla sicurezza non si possono più "chiudere occhi" come si faceva in passato. Essere superati comunque non è uno smacco che gli USA accetterebbero di buon grado, per questo faranno tutto il possibile per rispettare le tappe prestabilite e bruciare la Cina sul ritorno sulla Luna.