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Un uomo con sclerodermia ha ricevuto il primo doppio trapianto di mani

È il caso di un 48enne scozzese colpito da una malattia autoimmune debilitante che aveva causato la perdita dell’uso di entrambe le mani.
A cura di Valeria Aiello
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Le mani trapiantate / Credit: Leeds Teaching Hospitals PA
Le mani trapiantate / Credit: Leeds Teaching Hospitals PA

Un 48enne scozzese, Steven Gallagher, affetto da una malattia autoimmune, chiamata sclerodermia, ha ricevuto il trapianto di entrambe le mani dopo averne perso l’uso a causa delle cicatrici provocate da questa condizione debilitante. L’intervento, perfettamente riuscito, è stato condotto dall’equipe medica guidata dal professor Simon Kay, un chirurgo plastico del Leeds Teaching Hospitals NHS Trust che nel 2016 aveva eseguito per la prima volta un intervento analogo in un soggetto sano.

L’uomo, che si ritiene sia il primo paziente con sclerodermia ad essersi sottoposto ad un doppio trapianto di mani, è stato ricoverato per quattro settimane dopo l’intervento e, una volta dimesso, ha intrapreso un ciclo di fisioterapia per ritrovare la completa funzionalità. Attualmente, anche se alcuni movimenti sono ancora oltre le sue possibilità, può già fare cose che erano diventate praticamente impossibili a causa dei danni provocati dalla sclerodermia, come accarezzare il suo cane, aprire un rubinetto e riempire un bicchiere d’acqua. “Le mie mani avevano iniziato a chiudersi e sono arrivato al punto che erano diventate due pugni inutilizzabili – ha ricordato l’uomo – . Non potevo fare niente, a parte sollevare le cose utilizzandole entrambe”.

Quando mi è stato detto per la prima volta del trapianto di mani, la cosa mi è suonata come inverosimile, ma l’intervento mi ha dato una nuova prospettiva di vita – ha aggiunto l’uomo che a causa della condizione era stato costretto a rinunciare al suo lavoro da piastrellista – . Alcune cose sono ancora  difficili, ma tutto sta migliorando di settimana in settimana. Soprattutto non provo più il dolore causato dalla malattia, che prima dell’intervento era orrendo”.

Il professor Kay ha spiegato che l’intervento è stato “un enorme lavoro di squadra” che ha coinvolto 30 specialisti di diverse discipline. L’operazione è durata 12 ore ed è stata effettuata nel dicembre 2021 dopo che è stato trovato un donatore idoneo. Un trapianto di mani è “molto diverso da uno di rene o di altri organi” perché “le mani sono qualcosa che vediamo ogni giorno e usiamo in tanti modi – ha precisato il chirurgo – . Per questo motivo, noi e i nostri esperti psicologi clinici valutiamo e prepariamo i pazienti, per essere sicuri che siano in grado di far fronte psicologicamente al ricordo permanente del loro trapianto e al rischio che il corpo rigetti le mani trapiantate”.

Per Steven, l’operazione è stata trasformativa. “Dal momento in cui mi sono risvegliato dall’intervento, ho potuto muovere le mani ma soprattutto ero così alleviato dal dolore che è stato incredibile” ha concluso l’uomo che, una volta che l uso delle mani sarà migliorato abbastanza spera di poter tornare a lavorare o a svolgere qualche altra mansione.

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