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Tumore del rene, cos’è la neoplasia per cui Paola Perego è stata sottoposta a nefrectomia parziale

La conduttrice televisiva Paola Perego si è sottoposta a un intervento di nefrectomia parziale (asportazione di una parte del rene) a causa di una neoplasia allo stadio iniziale. La malattia si origina dallo sviluppo incontrollato delle cellule renali che creano una massa tumorale, la cui asportazione tempestiva riduce il rischio che si estenda e crei metastasi.
A cura di Valeria Aiello
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Paola Perego, 57 anni, è stata sottoposta a una nefrectomia parziale per una neoplasia al rene
Paola Perego, 57 anni, è stata sottoposta a una nefrectomia parziale per una neoplasia al rene

Operazione chirurgica d’urgenza per Paola Perego, sottoposta a una nefrectomia parziale (asportazione di una parte del rene) a causa di una neoplasia scoperta fortunatamente allo stadio iniziale. Lo ha rivelato lei stessa in un post su Instagram, pubblicando una foto dall’ospedale, in cui ha ringraziato il prof. Gallucci e la sua équipe, che l’hanno operata, e sottolineando una volta in più l’importanza della prevenzione che “può salvare la vita”. Non si conoscono ancora i tempi di recupero, ma la conduttrice televisiva, 57 anni, alla terza edizione di Citofonare Rai2 insieme a Simona Ventura, avrà sicuramente bisogno di qualche giorno di convalescenza per ritrovare in pieno la forma.

L’operazione alla quale si è sottoposta, ovvero la nefrectomia parziale, è un intervento ben consolidato, che oggi si esegue quasi sempre con l’ausilio di sistemi robotici, ma comunque delicato, in quanto consiste nell’asportazione delle cellule tumorali del rene (neoplasia) preservando il tessuto “sano” adiacente alla neoplasia, al fine di mantenere la funzione dell’organo senza aumentare il rischio di recidiva.

Cosa significa neoplasia

Neoplasia, dal greco νέος, nèos, “nuovo, recente”, e πλάσις, plásis, “formazione”, è un sinonimo del termine tumore. Letteralmente, neoplasia significa “nuova formazione”, e indica una massa di cellule che cresce in modo scoordinato e incontrollato rispetto alle cellule normali. Con neoplasia si intende quindi qualsiasi tipo di tumore, che può essere benigno o maligno nonché causa di varie patologie.

Nello specifico, le neoplasie benigne sono le masse costituite da cellule che in parte mantengono le loro normali caratteristiche, pur moltiplicandosi in modo incontrollato (come, ad esempio, i fibromi, adenomi, polipi e nei). Le neoplasie maligne, chiamate anche tumori maligni o cancro, sono invece le masse formate da cellule che appaiono morfologicamente e funzionalmente diverse da quelle normali, che crescono e si dividono senza controllo, non svolgono più le loro funzioni originali e hanno la capacità di invadere i tessuti circostanti e dare origine a tumori secondari (metastasi). Sono esempi di tumori maligni il carcinoma epiteliale, l’adenocarcinoma e il melanoma.

Nel caso di Paola Perego, l’intervento di nefrectomia parziale si è reso necessario per un tumore al rene (o carcinoma al rene), una patologia che può interessare diverse sedi dell’organo, anche se più frequentemente può si origina dallo sviluppo incontrollato delle cellule che rivestono i tubuli interni dei nefroni, le unità funzionali del rene. In questo caso si parla di adenocarcinoma renale (carcinoma delle cellule renali), un tipo di tumore che rappresenta dal 2 al 3 percento di tutti i tumori negli adulti. Un altro tipo di tumore del rene, più raro, è il sarcoma, nelle sue diverse forme (liposarcomi, leiomiosarcomi, rabdomiosarcomi, angiosarcomi, fibrosarcomi) che originano da tessuti diversi (dalla capsula oppure dalle strutture che circondano il rene).

Quali sono i sintomi del tumore al rene

Nelle fasi iniziali, il tumore del rene è asintomatico. “Quando compaiono i sintomi, il tumore è spesso in fase molto avanzata – precisano gli specialisti dell’Istituto Humanitas – . Se non trattato nelle fasi iniziali, può estendersi ad altri organi e tessuti e creare metastasi, ovvero formazioni neoplastiche situate in sedi differenti e distanti dal sito di origine”.

I sintomi possono quindi non presentarsi fino a un significativo ingrossamento della massa tumorale o alla diffusione del tumore. I più comuni comprendono:

  • comparsa di sangue nelle urine (ematuria)
  • dolore alla schiena o al fianco (nell’area compresa tra le costole e l’anca),
  • febbre
  • perdita di peso non giustificata da diete
  • sazietà precoce
  • affaticamento

Spesso, la diagnosi avviene durante controlli per altre patologie e prima che si manifestino i sintomi. “Raramente – indicano i manuali MSD il tumore del rene viene rilevato alla palpazione, durante la quale il medico sente una massa o un ingrossamento a livello dell’addome. Nella maggior parte dei casi, il tumore viene scoperto per caso, eseguendo ad esempio una tomografia computerizzata (TC) o un’ecografia per indagare un altro problema, come l’ipertensione arteriosa”.

L’intervento di nefrectomia parziale

La nefrectomia parziale è un tipo di intervento che prevede l’asportazione di cellule tumorali del rene preservando il tessuto renale sano circostante. Si tratta quindi di un intervento di chirurgia conservativa, volto al mantenimento della funzionalità residua dell’organo, che trova indicazione in tutti i tumori renali di dimensioni minori ai 4-5 cm, anche se, con l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, l’applicazione si sta ampliando anche a tumori con masse di dimensioni maggiori.

Oggi, quasi sempre, l’intervento si esegue per via laparoscopica, o meglio, robotica, mediante l’ausilio di sistemi che consentono l’esecuzione di un intervento conservativo minimamente invasivo anche in casi particolarmente complessi. Si svolge in anestesia generale, con il paziente che viene posizionato sul fianco e una durata che può variare dai 90 ai 180 minuti in base alla grandezza del tumore da asportare.

I tempi di degenza sono normalmente compresi tra 3 e 5 giorni, con rimozione del catetere generalmente dopo 1 giorno e del drenaggio dopo 2-3 giorni. “L’utilizzo della tecnologia robotica aumenta notevolmente la precisione dell’atto chirurgico, massimizzando quindi la preservazione del tessuto renale adiacente alla neoplasia – osservano gli specialisti dell’Istituto Humanitas – . Generalmente il trattamento dei tumori renali localizzati e localmente avanzati non necessita di terapie aggiuntive quali la chemioterapia o la radioterapia. In caso invece di tumore metastatico, invece, oltre al trattamento preliminare, che resta di tipo chirurgico (asportazione di tutto il rene, ndr), si seguono chemioterapia o immunoterapia”.

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