Tumore del pancreas, speranze dalle foglie dolci della stevia: cellule malate uccise nei test

La stevia (Stevia rebaudiana) è una pianta del Sud America nota principalmente per l'omonimo dolcificante che si ottiene dalle sue foglie, ma nei prossimi anni potrebbe essere ricordata come principio attivo di un potentissimo farmaco contro il cancro. Ricercatori giapponesi, infatti, hanno scoperto che fermentando con un batterio del genere Lactobacillus le dolcissime foglie – usate sin dall'antichità dal popolo guaranì – è possibile ottenere una molecola con spiccate proprietà antitumorali. Il composto, chiamato dagli scienziati estere metilico dell'acido clorogenico (CAME), è in grado di uccidere con notevole efficacia le cellule malate tramite il cosiddetto “suicidio cellulare” (apoptosi), preservando al contempo la stragrande maggioranza di quelle sane. L'azione sarebbe particolarmente efficace per combattere il cancro del pancreas, uno dei più subdoli e mortali, che recentemente ha provocato la morte di Eleonora Giorgi, Gianluca Vialli e Sven Goran Ericksson.
Al momento, la sperimentazione del CAME derivato dalla stevia è stata eseguita soltanto su cellule coltivate in vitro su piastre di Petri, pertanto è ancora troppo presto per poter parlare di un nuovo, rivoluzionario farmaco contro i tumori, tuttavia le proprietà antitumorali e antiossidanti emerse da queste prime indagini sono estremamente promettenti. Presto, infatti, verranno messi a punto i primi trial preclinici su modelli animali; se tutto dovesse andare secondo i piani dal punto di vista della sicurezza e dell'efficacia, solo allora si potrà pensare alla sperimentazione clinica, cioè ai test sull'uomo. Sarà un percorso lungo, tortuoso e costoso, ma il nuovo composto di origine vegetale è al momento uno dei più promettenti nel contesto della lotta alle malattie oncologiche, che stanno raggiungendo – e in alcuni casi hanno già superato – i tassi di mortalità delle malattie cardiovascolari, prima causa di morte nei Paesi industrializzati.
A determinare che dalle foglie dolci della stevia è possibile ottenere un potente composto antitumorale è stato un team di ricerca giapponese guidato da scienziati del Dipartimento di Scienze Probiotiche per la Medicina Preventiva – Scuola di Dottorato in Scienze Biomediche e della Salute dell'Università di Hiroshima, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Medicina Interna Generale dell'Ospedale Universitario di Hiroshima. I ricercatori, coordinati dal professor Masanori Sugiyama, avevano osservato che l'estratto di alcune piante, quando fermentato, offriva migliori benefici in termini di potenzialità terapeutiche. Così sono andati a caccia del batterio giusto per ottenere i migliori risultati. Si sono concentrati sul Lactobacillus plantarum SN13T, un ceppo non dissimile da quelli di altri probiotici utilizzati per fermentare altri alimenti, dal pane allo yogurt. La fermentazione dell'estratto di stevia, eseguita a 37 °C per circa tre giorni in ambiente anossico (privo di ossigeno), ha portato alla produzione del sopracitato CAME, che è stato testato su cellule del cancro ai reni coltivate in vitro.
Come indicato, il composto ha portato alla morte delle cellule cancerose innescando l'apoptosi, impendendone altresì la moltiplicazione grazie a un “blocco” imposto in una determinata fase della loro crescita nota come G0/G1. In appena due giorni di esposizione al CAME le cellule tumorali portate all'apoptosi sono passate dal 4,4 percento a oltre il 21 percento. Tutto ciò indica che il composto ha la capacità di rallentare la progressione di un tumore e anche di ucciderlo. Tra gli aspetti più significativi vi è il fatto che il CAME ha funzionato a basso dosaggio – rispetto alla stevia non fermentata – e ha preservato larga parte delle cellule sane, come evidenziato da un ulteriore test in vitro.
Come indicato, siamo ancora ai primissimi passi della sperimentazione e non si può ancora cantare vittoria, ma è chiaro che si tratta di una scoperta molto promettente. “È importante notare che questi risultati provengono da cellule coltivate in laboratorio, non da studi su animali o esseri umani. Molte sostanze che sembrano promettenti nelle piastre di Petri falliscono negli studi clinici a causa della complessità del corpo umano. Tuttavia, la scoperta è entusiasmante e merita ulteriori approfondimenti”, ha spiegato in un articolo su The Conversation il professor Justin Stebbing dell'Anglia Ruskin University. I dettagli della ricerca “Stevia Leaf Extract Fermented with Plant-Derived Lactobacillus plantarum SN13T Displays Anticancer Activity to Pancreatic Cancer PANC-1 Cell Line” sono stati pubblicati sull'International Journal of Molecular Science.