Tempesta solare in arrivo, tre CME verso la Terra: le ha scagliate la macchia solare AR 4246

Attesa una tempesta geomagnetica per oggi giovedì 16 ottobre. A diramare l'allerta lo Space Weather Prediction Center (SWPC) della NOAA, l'agenzia federale statunitense deputata al monitoraggio e allo studio di oceani, atmosfera e meteo spaziale. A causare il fenomeno, come prevedibile, la grande e anomala macchia solare AR 4246, caratterizzata da un'elevata instabilità magnetica. I suoi numerosi e disorganizzati poli magnetici, infatti, avevano fatto temere per un possibile, fortissimo brillamento di classe X nei giorni scorsi; fortunatamente non ci sono state esplosioni di questo calibro, ma come riportato dal profilo X (il compianto Twitter) di SolarHam, alle 04:15 del Tempo Coordinato Universale (le 06:15 ora italiana) del 15 ottobre ha dato vita a un'eruzione solare di classe M 4.8. Nulla di particolarmente significativo, ma dalla macchia solare sono comunque partite una serie di espulsioni di massa coronale (CME) ora dirette verso la Terra. In base alle previsioni innescheranno la tempesta geomagnetica nelle prossime ore, probabilmente in serata.
L'astrofisico Tony Phillips del portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com ha affermato che le CME in arrivo sono almeno tre. Le espulsioni di massa coronale sono veri e propri lanci di materiale solare nello spazio, che proviene dallo strato più esterno dell'atmosfera solare, la corona appunto, che può raggiungere milioni di gradi di temperatura (contro i 5.500 °C “appena” della superficie della stella, uno dei grandi misteri del Sistema solare).

Il materiale è composto da plasma, ovvero particelle cariche elettricamente o ionizzate, e da intensi campi magnetici, che combinati assieme danno vita al vento solare. È proprio quest'ultimo che, quando è diretto verso il nostro pianeta, può innescare le tempeste geomagnetiche (o solari), così come le magnifiche aurore polari, generate dall'interazione tra le sopracitate particelle cariche e gli atomi dei gas presenti nell'alta atmosfera (nello specifico la ionosfera) come l'ossigeno e l'azoto, che si eccitano e illuminano di spettacolari colori. Gli archi aurorali, simili a sinuosi tendaggi, non sono altro che la danza di queste particelle che si dispongono lungo le linee del campo magnetico terrestre o magnetosfera.
La velocità e l'intensità delle CME sono parametri fondamentali per determinare la potenza di una tempesta solare sulla Terra, tuttavia anche flussi non particolarmente energetici possono combinarsi fra loro dando vita alle cosiddette “CME cannibali”, a loro volta in grado di scatenare tempeste più forti. Sembrerebbe essere proprio questo il caso dell'attesa tempesta geomagnetica attesa per oggi. “Sebbene le espulsioni di massa coronale (CME) siano singolarmente deboli e relativamente lente, potrebbero combinarsi per causare una tempesta geomagnetica di classe G2 al loro arrivo, il 16 ottobre”, ha spiegato il dottor Phillips.
La NOAA evidenzia che le tempeste geomagnetiche G2 (moderate) possono determinare danni a sistemi di alimentazione e trasformatori, oscuramento delle comunicazioni radio HF a latitudini elevate e vari problemi ai satelliti, che potrebbero necessitare di interventi per cambiare l'orbita. In passato tempeste geomagnetiche G2 hanno determinato la distruzione di decine di satelliti Starlink poco dopo il lancio, perché le tempeste solari aumentano la resistenza dell'aria e ciò pur rendere impossibile il corretto inserimento nell'orbita prevista, determinando la caduta. Come indicato, le aurore polari diventano visibili anche a latitudini più basse, fino ai 55° di latitudine geomagnetica.

È interessante notare che in passato le previsioni di tempeste geomagnetiche sono state sottostimate, soprattutto in presenza di più CME che possono combinarsi fra loro. Non si può escludere pertanto che nella serata di oggi (e nella notte tra il 16 e il 17 ottobre) possano manifestarsi eventi più potenti di una tempesta solare G2. Non resta che attendere l'impatto del vento solare.