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Nato in un acquario uno squalo che brilla sotto la luce ultravioletta : le splendide immagini

Un piccolo squalo “rigonfio” è nato in un acquario del Tennessee. Il pesce, lungo circa 10 centimetri, brilla di un verde brillante quando esposto alla luce blue e ultravioletta, grazie al fenomeno della biofluorescenza.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Tennessee Aquarium
Credit: Tennessee Aquarium

In un acquario del Tennessee, negli Stati Uniti, è nato un piccolo squalo che si illumina di verde brillante quando esposto a una luce blu o ultravioletta. È una capacità conosciuta come biofluorescenza e sono note solo poche specie di squalo che ne sono dotate: fra esse lo Scyliorhinus retifer e il cosiddetto squalo “rigonfio” (Cephaloscyllium ventriosum). Si tratta di due squaletti appartenenti alla famiglia dei gattucci (Scyliorhinidae), in genere di piccole dimensioni. La lunghezza media di questi pesci cartilaginei infatti si aggira attorno agli 80 centimetri, mentre i più grandi superano di poco il metro e mezzo. Lo squalo biofluorescente nato al Tennessee Aquarium è proprio uno squalo “rigonfio” (shark swell, in inglese), così chiamato poiché quando si sente minacciato ingurgita grandi quantità di acqua per gonfiarsi, aumentare in dimensioni e “incastrarsi” tra le rocce, rendendosi più difficile da mordere e catturare per i predatori.

I cosiddetti “squali luminosi” vengono chiamati così perché sono biofluorescenti, cioè si illuminano in presenza di luce a determinate lunghezze d'onda, nel caso specifico quella blu e ultravioletta. È interessante notare che si tratta di un fenomeno differente dalla bioluminescenza, come quella delle lucciole, nella quale la luce viene prodotta attraverso reazioni chimiche interne. Nella biofluorescenza la luce viene assorbita dall'ambiente esterno e riemessa con una colorazione differente, il verde brillante per questi squaletti. Negli animali biofluorescenti, come alcune tartarughe marine, meduse e camaleonti, questa funzione è svolta da due proteine presenti nei tessuti: le GFP (proteine fluorescenti verdi) e le FABP (proteine leganti gli acidi grassi).

La specie del piccolo squalo nato nell'acquario del Tennessee in natura vive nelle acque profonde, fredde e oscure dell'Oceano Pacifico. Come spiegato da Kyle McPheeters, il primo che ad aver avvistato lo squaletto neonato di 10 centimetri, a quelle profondità penetra solo la luce blu. Questi pesci hanno un piccolo cristallino giallo che permette loro di vedere la biofluorescenza degli altri esemplari, mentre ai nostri occhi appaiono semplicemente marroncini. “Se dovessi immergerti per vederli, sembrerebbero marroni e si mimetizzerebbero molto bene nella luce fioca, ma osservandosi l'uno con l'altro si vedrebbero luminosi”, ha affermato l'esperto in un comunicato. Poiché gli squali riescono a vedere la biofluorescenza degli altri esemplari, secondo i biologi essa ha un ruolo nella comunicazione interspecifica, probabilmente legata alla ricerca di un partner o alla caccia.

Ma una recente ricerca pubblicata su iScience ha fatto emergere una funzione ancora più sorprendente. La pelle di questi animali risulta infatti particolarmente pulita e priva di batteri, nonostante vivano a contatto con il fondale marino; secondo i ricercatori, i metaboliti responsabili della biofluorescenza sono in grado di bloccare la crescita di specifici batteri, come lo Staphylococcus aureus e il Vibrio parahaemolyticus. In pratica, oltre a renderli luminosi agli occhi degli altri squali, la biofluorescenza li protegge anche dagli agenti patogeni, un adattamento peculiare per questi pesci straordinari.

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