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Scoperto un organismo che può sopravvivere nutrendosi di soli virus: è la prima volta

I virus non sono solo fonte di infezione, ma anche di nutrimento. Per la prima volta è stato dimostrato che un organismo può sopravvivere nutrendosi solo di essi.
A cura di Andrea Centini
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Scoperto un organismo che può nutrirsi esclusivamente di virus per sopravvivere, sfruttandoli come unica fonte di sostentamento sia per la crescita fisiologica (l'aumento delle dimensioni) che quella dell'intera colonia. Si tratta di microorganismi ciliati e planctonici del genere Halteria, protisti che vivono nelle acque dolci di tutto il mondo come stagni e laghi. Secondo gli scienziati che li hanno studiati si tratta di veri e propri “virovori”; è la prima volta che la ricerca identifica un essere vivente con una simile dieta. I virus, infatti, vengono mangiati sporadicamente da molteplici organismi, ma nessuno si aspettava che potessero rappresentare una pietanza principale per alcuni microbi.

A determinare che i ciliati Halteria sono avidi mangiatori di virus è stato un team di ricerca guidato da scienziati statunitensi della Scuola di Scienze Biologiche dell'Università del Nebraska di Lincoln, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Patologia Vegetale e del Centro di Virologia del Nebraska. Gli scienziati, coordinati dal professor John P. DeLong, virologo presso l'ateneo americano, da tre anni studiano diversi virus per verificare se non siano solo una fonte di infezione, ma anche di nutrimento per altri organismi. In uno degli ultimi esperimenti gli studiosi hanno prelevato acqua da uno stagno e vi ha aggiunto dei clorovirus, virus di grandi dimensioni noti per infettare le microalghe verdi, fino a farle esplodere.

Durante il test hanno osservato il comportamento di due microorganismi presenti nell'acqua, il paramecio (gen Paramecium) e il ciliato Halteria, per verificare il loro atteggiamento nei confronti dei clorovirus. Ebbene, se il paramecio mangiava di tanto in tanto le particelle virali, Halteria le aggrediva sistematicamente per nutrirsene. I ricercatori hanno osservato che in questo contesto di predazione microscopica la popolazione di Halteria è cresciuta di 15 volte, mentre quella dei clorovirus si è ridotta di 100 volte. I ricercatori hanno calcolato che l'Halteria ha convertito circa il 17 percento della massa di clorovirus divorati in massa propria, un rapporto di trasformazione già osservato in altre catene alimentari del microcosmo, ad esempio tra parameci e batteri e piccoli crostacei e alghe. Gli scienziati hanno monitorato le fluttuazioni anche osservando il contenuto dei vacuoli di Halteria (in pratica, il loro apparato digerente), dove erano presenti i virus “divorati” e contrassegnati con un colorante fluorescente. Le dimensioni dei parameci e della loro popolazione non venivano invece influenzate dai clorovirus.

I virus, del resto, come spiegato dagli autori dello studio contengono composti come lipidi, azoto, acidi nucleici, fosforo e altri elementi che possono rappresentare un “buon pasto” per altri micoorganismi, dunque hanno deciso di verificare l'effettiva esistenza della potenziale interazione alimentare. Sebbene tutto avvenga lontano dai nostri occhi, il professor DeLong e colleghi sottolineano che i numeri coinvolti in questa predazione microscopica sono enormi, in grado di influenzare il ciclo globale del carbonio. Basti pensare a quanti virus e ciliati vivono nell'acqua del nostro pianeta. Secondo il professor DeLong, in uno stagno i ciliati sarebbero in grado di divorare 10 trilioni di virus in un singolo giorno.

Ricordiamo che i test sono stati condotti in laboratorio, tuttavia gli scienziati sono sicuri che questa peculiare catena alimentare si svolga anche in natura. Per confermarlo, durante la prossima primavera – adesso in Nebraska i bacini sono ghiacciati – si recheranno in alcuni stagni per condurre indagini ad hoc. È molto probabile che i virus non giochino solo un ruolo nel provocare infezioni, ma anche nel sostenere intere catene alimentari. I dettagli della ricerca “The consumption of viruses returns energy to food chains” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica PNAS.

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