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Scoperti 230 virus giganti negli oceani: il loro DNA svela come infettano l’ospite

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Miami ha identificato e sequenziato il DNA di 230nnuovi virus giganti negli oceani: la loro scoperta suggerisce che questi microrganismi possono influenzare la vita degli ecosistemi marini con rischi anche per la salute umana.
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UNIVERSITA' DI MIAMI | Un'infezione virale gigante dell'alga unicellulare Florenciella
UNIVERSITA' DI MIAMI | Un'infezione virale gigante dell'alga unicellulare Florenciella

Fino a poco tempo fa sui virus giganti si sapeva ben poco perché gli strumenti informatici disponibili per lo studio dei dati biologici non erano in grado di identificarli. Negli ultimi tempi però i progressi nella tecnologia stanno modificando questo scenario. I primi virus giganti sono stati infatti identificati soltanto poco più di 20 anni fa e all'inizio, a causa delle loro dimensioni significative, sono stati addirittura scambiati per batteri dai microbiologi.

Ecco perché è stata una grande sorpresa la scoperta di un gruppo di ricercatori della Rosenstiel School of Marine, Atmospheric and Earth Science dell'Università di Miami, in Florida, che attraverso uno strumento all'avanguardia da loro messo a punto sono riusciti a identificare il genoma di ben 230 nuovi virus giganti negli oceani. Non solo, lo studio pubblicato sulla rivista Nature npj Viruses mostra come questi virus possono influenzare la sopravvivenza degli ecosistemi marini e in modo indiretto quindi anche la salute umana.

Cosa sono i virus giganti

Come possiamo intuire dal nome, i virus giganti si differenziano dagli altri virus per le loro dimensioni: possono infatti misurare fino a 2 micron, mentre la media dei virus non supera gli 0,4 micron. Restano comunque microscopici, sia chiaro, ma molto più grandi della loro categoria. Inoltre, il fatto di essere più grandi permette ai virus giganti di contenere più informazioni genetiche rispetto ai virus normali.

Attraverso uno strumeno innovativo da loro progettato, il programma Beren (Bioinformatic pipeline for Eukaryotic virus Recovery from Environmental metagenomes), in grado di elaborare un enorme quantità di dati biologici provenienti da banche dati globali di DNA marino, i ricercatori non hanno solo scoperto 230 nuovi virus giganti. Sequenziando il loro DNA, hanno infatti scoperto che possiedono alcuni geni coinvolti nei meccanismi della fotosintesi, che invece finora erano considerati una caratteristica unica degli organismi cellulari: "Ciò indica – spiegano gli autori dello studio -che questi virus potrebbero essere in grado di manipolare l'ospite e il processo di fotosintesi durante l'infezione".

Perché è importante studiarli

Studiarli e conoscerli è fondamentale in quanto questi virus giganti possono rappresentare una minaccia importante per la sopravvivenza dei protisti, ovvero quegli organismi marini unicellulari, come alghe, amebe o flagellati, che costituiscono una componente fondamentale del fitoplancton, alla base della catena alimentare nell'oceano e quindi della sopravvivenza della vita marina.

Ad esempio – spiegano i ricercatori – questi virus possono influenzare la fioritura di alghe dannose per gli ecosistemi marini, che indirettamente "rappresentano un pericolo per la salute umana in Florida e in tutto il mondo". Averne identificato 230 nuovi tipi può fornire uno strumento utile a gestire queste eventualità:  "Le nuove funzioni trovate nei virus giganti potrebbero avere un potenziale biotecnologico – aggiungono gli studiosi – perché potrebbero rappresentare nuovi enzimi".

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