video suggerito
video suggerito

Satellite Starlink si disintegra nel cielo fra Campania e Puglia: l’evento spiegato dagli esperti

Un satellite della costellazione Starlink di Elon Musk ha effettuato un rientro incontrollato e si è disintegrato sull’Italia nei giorni scorsi. Fanpage.it ha intervistato l’Ingegnere Aerospaziale Raffaele Minichini e il Generale Elia Rubino dell’Associazione Arma Aeronautica, che grazie al suo sistema di telerilevamento ha ripreso l’evento e permesso l’identificazione dell’oggetto.
Intervista a Raffaele Minichini e Elia Rubino
Raffaele Minichini: Ingegnere Aerospaziale - Elia Rubino: Generale dell'Aeronautica e Presidente dell'Associazione Arma Aeronautica
A cura di Andrea Centini
0 CONDIVISIONI
Il satellite Starlink in distruzione ripreso da Molfetta. Credit: alessio.mele0 / Screenshot TikTok
Il satellite Starlink in distruzione ripreso da Molfetta. Credit: alessio.mele0 / Screenshot TikTok

Nel cuore della notte tra il 15 e il 16 giugno il cielo sopra la Campania e la Puglia è stato attraversato da lunga e intensa scia luminosa, che si è separata in elementi più piccoli rendendo lo spettacolo ancor più suggestivo e impressionante. Il fenomeno è stato ripreso con lo smartphone da alcuni giovani che hanno condiviso i video sui social network, in particolar modo TikTok e Instagram. I commenti dei presenti sono perlopiù di stupore e timore, anche alla luce del delicatissimo contesto internazionale del momento. A un occhio poco esperto, del resto, un evento del genere potrebbe infatti apparire come un attacco missilistico; le immagini non sono così dissimili da quelle drammatiche che stanno giungendo questi giorni dall'Iran e da Israele, tra missili balistici e contraerea in azione.

Fortunatamente non siamo innanzi a nulla di tutto questo, ma nemmeno a un fenomeno naturale. A produrre la scia, infatti, è stato il rientro incontrollato di un satellite di Starlink, una delle compagnie di Elon Musk associata alla sua SpaceX. Questa copiosa costellazione di satelliti, utilizzata per la trasmissione di internet anche nei luoghi più remoti e inaccessibili della Terra, non è assolutamente nuova a rientri del genere, ma per l'Italia si è trattato sicuramente di un evento inconsueto. A determinare e spiegare esattamente cosa è accaduto i ricercatori della Sezione di Caserta dell’Associazione Arma Aeronautica, che dispongono di un sofisticato sistema di telerilevamento di fenomeni transitori in atmosfera.

Anche le loro telecamere hanno ripreso il fenomeno, come mostra il video che potete vedere qui di seguito. Ogni notte, infatti, la stazione presieduta dal Generale dell'Aeronautica Elia Rubino era in azione a scrutare il cielo sopra la Campania. Grazie alla registrazione, che ha catturato il passaggio dell'oggetto alle 03:34 (ora italiana) in direzione Ovest – Nord Est, l'Ingegnere Aerospaziale Raffaele Minichini, socio dell'Associazione e specializzato in analisi, design di missione spaziale e sistemi di telerilevamento spaziale, è riuscito a ricostruire la storia dell'oggetto in questione, identificandolo come un satellite della costellazione Starlink, più precisamente STARLINK-30180, che era stato lanciato in orbita il 24 luglio 2023. Fanpage.it ha contattato il Gen. Rubino e l'Ing. Minichini per il racconto di questo affascinante avvistamento e sul ruolo svolto dall'Associazione.

Video thumbnail

Generale Rubino, cosa può dirci dell'associazione che presiede?

È un'associazione d'Arma, che si occupa di tutelare e tramandare il patrimonio morale, la gloria e il prestigio dell'Aeronautica. A questo affianca una funzione particolare operativa, che io definisco didattica e divulgativa: ci occupiamo di rilevamenti in campo aerospaziale e meteorologico e questi studi li trasferiamo ai ragazzi della scuola. È tutta fisica applicata; i ragazzi scoprono quello che leggono sui libri e lo toccano con mano.

Sottolineo la concretezza operativa dell'Associazione; i dati meteorologici, legati a fenomeni sempre più estremi, noi li comunichiamo anche ad enti pubblici. E divulghiamo messaggi di servizio pubblico, che i ragazzi recepiscono e trasmettono in famiglia. Io come altri miei colleghi della stessa età dalla vita abbiamo tutto e dobbiamo ringraziare. Il nostro dovere ora è dare di più alle giovani generazioni, e quindi restituire con gli interessi quello che noi abbiamo avuto. Diamo una mano a questi ragazzi a realizzarsi, specialmente quando hanno talento, quindi cerchiamo di esortarli. Sono le più belle soddisfazioni che si possono provare. Posso farle l'esempio di Raffaele (il dottor Minichini NDR) che ne è una testimonianza e anche di Francesco Iannello, un bravissimo astrofotografo, Ingegnere Aerospaziale al terzo anno di Accademia Aeronautica che ha fatto un'esposizione all'aeroporto di Capodichino.

Dottor Minichini, un risultato significativo della vostra Associazione è stato la cattura del rientro del satellite Starlink nei giorni scorsi. Sono immagini molto affascinanti, simili a quelle del rientro di uno stadio del razzo Falcon 9.

Dal 2014 abbiamo un sistema di telerilevamento di fenomeni transienti in atmosfera: quattro telecamere, precedentemente installate sul tetto della Reggia ma ora nella sede dell'Associazione, nella periferia di Caserta, e puntano nella direzione dei quattro punti cardinali. Catturano immagini da quattro sensori CCD che, al rilevamento di un movimento, attivano la registrazione di una clip tramite il software UfoCapture, capace di recuperare automaticamente anche i secondi precedenti all'evento. Grazie a un sistema del genere riusciamo a registrare principalmente meteore (stelle cadenti), fulminazioni, uccelli e insetti (davvero tanti!) e un po' di altre cose interessanti, tra cui passaggi – come quelli della Stazione Spaziale Internazionale e satelliti – e rientri quando accadono, come è stato questo. Questa volta siamo stati particolarmente fortunati. La clip è stata segnalata dal Generale Rubino. Subito dopo averla vista sembrava il rientro di uno spazioplano, un razzo, qualcosa di grande. Ne abbiamo iniziato a discutere, poi su TikTok ho visto il video di un ragazzo di Barletta, che si chiedeva cosa fosse. Ha pensato potessero essere missili. Così ci siamo messi un po' a ragionare.

Cosa avete fatto?

Di lavoro faccio analisi satellitari, quindi sono andato alla ricerca di informazioni. C'è un servizio pubblico gestito dalla Space Force americana chiamato CelesTrak che ti permette di avere i dati TLE (ultimi elementi orbitali) di tutti gli oggetti in potenziale rientro atmosferico. Ogni oggetto viene rintracciato dalla Space Force americana e viene riportato questo piccolo codice TLE. Praticamente, attraverso osservazioni ottiche da terra, si riescono a determinare l'inclinazione del piano orbitale, l'altitudine, la velocità relativa dell'oggetto, l'epoca. Si riesce così a ricostruire l'orbita e a propagarla in avanti, per determinare dove l'oggetto arriverà 10 ore dopo, 20 ore dopo e così via. Ho preso i dati di CeleStrak, li ho messi in un programma chiamato Orbitron che si trova online e siamo riusciti a ricostruire l'orbita dell'oggetto, che era compatibile con quella dell'ultimo segnale dello STARLINK 30180. Il giorno dopo anche SpaceX ha comunicato il rientro dell'oggetto. Utilizzando dei dati pubblici e dei sistemi di ricerca scientifica amatoriale siamo riusciti a dare notizie ai cittadini. Quel video su TikTok stamattina aveva 2 milioni e mezzo di visualizzazioni, 100.000 interazioni. Nel mio commento, il primo, che ha ricevuto circa 1.500 interazioni, ho spiegato di stare tranquilli, che si trattava solo del rientro di un satellite. Dato il periodo complicato, quando i ragazzi hanno visto una cosa del genere si sono chiesti cosa fosse.

Il rientro era previsto? O potrebbe essere stato il meteo spaziale irrequieto di questo periodo che può causare la deorbita dei satelliti.

Difficile che sia stato il meteo spaziale, è probabile un rientro previsto. La costellazione Starlink oggi conta più di 7.000 satelliti attivi e Musk ha già avuto autorizzazione per espandere la costellazione a 12.000 piattaforme. Il satellite di Starlink è in genere designato per avere una vita operativa di 5 – 7 anni. Sono distribuiti su 24 piani orbitali e ciascuna piattaforma può andare dai 200 ai 1.300 kg; non sono Cubesat, ma autobus nel vero senso del termine. Hanno antenne e sistemi di Collision Avoidance. Possono quindi esserci dei malfunzionamenti delle piattaforme stesse: ci sono perciò dei marker di performance per ognuno di questi satelliti; quando iniziano ad avere delle latenze superiori a certi valori sono gli stessi operatori di Starlink a farli rientrare.

Cos'è successo a questo satellite?

L’altitudine di questo satellite ha iniziato a calare di altitudine a partire da febbraio di quest'anno, quindi è probabile che presentasse già dei problemi. Era stato lanciato il 24 luglio 2023 ed era del gruppo 6.6 Starlink. Come tutti gli Starlink, una volta lanciato, è stato rilasciato su un'orbita di parcheggio, poi è salito alla sua altitudine nominale di 530 chilometri, e lì è rimasto da settembre 2024 fino a febbraio di quest'anno. Da allora per motivi operativi è stato prima fatto scendere a un'orbita di sicurezza – sottolineo che sono dei dati pubblici – e poi arrivato a un certo punto è iniziata la fase di deorbiting. Come succede sempre, indipendentemente dall'attività solare, inizia con una fase lineare e si conclude con una fortemente non lineare. Ciò potrebbe essere dovuto anche a un incremento dell'attività solare, ma devo dire che dalle osservazioni condotte anche in collaborazione col generale Rubino, negli ultimi giorni l'attività solare è stata relativamente normale. Non c'è stato nulla di straordinario. Propenderei quindi per la sostituzione del satellite per motivi operativi.

I dati del satellite
I dati del satellite

Che così si è disintegrato sopra i cieli di Campania e Puglia

Ricostruendo l'orbita, la parte principale del rientro sarebbe dovuta avvenire a Est dell'Italia, ma possono accadere tante cose. Magari il satellite aveva un assetto strano e girandosi è aumentata l'area di impatto con l'atmosfera. Potrebbe esserci stato qualche altro problema con il propulsore svuotato, ma tenderei a escludere l'impatto con qualche altro frammento in orbita. Ritengo che il rientro sia stato anticipato a livello orbitale, quindi il satellite si è disintegrato fra Campania e Puglia.

Gli Starlink sono progettati per disintegrarsi completamente al rientro, dunque non c'è preoccupazione della deorbita controllata come per altri grandi satelliti o magari una stazione spaziale, che vengono spediti sul Punto Nemo nel cuore dell'oceano Pacifico.

Questi possono cadere dappertutto e si ritiene che non possa esserci alcun rischio. Ben diverso il discorso per gli stadi dei lanciatori, che vanno fatti cadere nell'oceano proprio per i potenziali rischi. In genere quando rientra un satellite del genere viene svuotato il propulsore – quindi va scaricato tutto il propellente – e vanno scaricate le batterie. Sono le nuove norme dell'ESA che obbligano qualsiasi tipo di satellite al rientro a seguire questa procedura. Rientra in quello che l'ESA chiama Zero Debris Approach. Ritengono – e sperano – di farla diventare totalmente operativa entro il 2030.

La vostra associazione aveva già catturato il rientro di uno Starlink o simili?

Eventi similari a questo sì, ma non uno così grande, straordinario e significativo. Noi siamo sentinelle che scrutano i cieli sopra Napoli e Caserta e questo è un esempio brillante di come si possono mettere a sistema esperimenti di Citizen Science con competenze e soprattutto un servizio che può servire al pubblico.

Collaborate con la rete PRISMA dell'INAF che si occupa di monitorare nei bolidi dei cieli d'Italia?

A questa domanda risponde il generale Rubino

Una grande soddisfazione con PRISMA l'abbiamo avuta nel 2021. Le telecamere erano posizionate sul tetto della Reggia di Caserta dove avevamo la sede dell'associazione, poi l'abbiamo lasciata e ora sono installate alla periferia della città. Sono telecamere che io attivo ogni sera al tramonto e che funzionano fino all'alba. È tale la passione che il mio primo pensiero la mattina è andare a vedere cosa hanno ripreso. È come se fosse una rete da pesca distesa nel cielo. Sottolineo che questo è tutto volontariato e auto-finanziato, ma lo facciamo perché ci crediamo e vogliamo essere utili alla collettività. Ma torniamo al 2021. Nel mese di marzo, accendendo la telecamera nord che è puntata sulla stella polare – al centro si vede tremolante, bella luminosa – notai una luce abbacinante. Parlai subito con i miei amici con cui avevo iniziato questa passione ed entrammo in contatto con la rete PRISMA dell'INAF. I nostri dati furono utilizzati per fare i calcoli telemetrici e determinare la traiettoria di questo corpo luminoso – un grosso bolide – che si è disintegrato all'altezza del Molise, alla periferia di Isernia.

È stato poi recuperato un meteorite?

No, si pensava fosse di 1 chilogrammo di peso e 8-10 centimetri, quindi si disintegrò. Fu comunque una cosa molto bella, la popolazione fu coinvolta emotivamente. Parteciparono i ricercatori della rete PRISMA e altri. Ma come sa di meteoriti in Italia se ne trovano pochi, la Penisola è stretta e lunga. La maggior parte cade in mare, non come in Australia e negli USA. È stata una grande soddisfazione essere utili alla causa.

Uno Sprite. Credit: Associazione Arma Aeronautica
Uno Sprite. Credit: Associazione Arma Aeronautica

Il vostro sistema cattura anche altri spettacoli affascinanti

(Risponde il dottor Minichini). Abbiamo questa rete di telerilevamento dal 2014 e non le nascondo che già nel 2015 e nel 2016 capitò di avere delle catture molto strane, dei fulmini rossi. Ci siamo messi un po' studiare, erano degli Sprite. Da quest'anno siamo entrati in una rete della NASA per un progetto di Citizen Science chiamato Spritaculuar. Grazie ad alcune collaborazioni stiamo ottenendo dati fulminologici per caratterizzare meteorologicamente e triangolare i dati ottici – le immagini che catturiamo noi – e contribuire ad addestrare una rete neurale per riconoscere gli Sprite dall'International Space Station e da alcuni satelliti.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views