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Risolto il mistero dei ragni colossali fotografati su Marte: cosa sono in realtà

Le macchie sulla superficie del pianeta rosso sono state fotografate dalla sonda europea Mars Express. In realtà si tratta di geyser di anidride carbonica che si sono liberati appena è arrivata la primavera marziana e che poi sono ricaduti sulla superficie.
A cura di Velia Alvich
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ESA | Le immagini dei ragni colossali che sono state viste sulla superficie di Marte
ESA | Le immagini dei ragni colossali che sono state viste sulla superficie di Marte

Sono in migliaia, con le loro zampe che camminano sulla superficie rossa di Marte. Riuniti in quelle che sembrano delle colonie, i ragni sono così grandi che i loro arti possono coprire anche un chilometro da una parte all'altra. Il loro nido è stato fotografato dalla sonda europea Mars Express e si trova in una zona misteriosa chiamata "la città inca".

Le immagini da brividi (o da formicolio) sono meno misteriose di quanto si può credere: è la stessa Agenzia spaziale europea (Esa) ad avere spiegato il processo fisico che ha prodotto questi ragni mostruosi sulla superficie di Marte. Una spiegazione puramente scientifica che ci costringe ad abbandonare fantasiose sceneggiature di film horror ambientati nello spazio.

Cosa sono in realtà i ragni che sono stati fotografati sulla superficie di Marte

In realtà non si tratta di ragni colossali, ma di macchie sulla superficie congelata del pianeta rosso. Anzi, si tratta di veri e propri geyser di anidride carbonica intrappolata sotto il ghiaccio.

Il processo comincia quando l'inverno marziano lascia il posto alla primavera. Non è una metafora: il pianeta rosso è considerato un gemello della Terra anche perché, grazie alla sua inclinazione, presenta delle stagioni simili a quelle terrestri.

Quando i raggi di sole colpiscono la superficie ghiacciata di Marte, viene liberata l'anidride carbonica intrappolata sotto gli strati di ghiaccio. La pressione del gas comincia ad accumularsi fino a che non diventa così forte da spezzare le lastre congelate in superficie, arrivando a grande velocità in atmosfera e portando con sé del materiale scuro fatto proprio di CO2.

Una volta che si è liberato, la pressione del gas lo fa schizzare in aria per chilometri, creando così un effetto simile a quello dei "geyser". La ricaduta di queste fontane di anidride carbonica creano quelle caratteristiche forme che sembrano appunto quelle di ragni giganteschi. La dimensione delle macchie è davvero enorme: le singole tracce possono avere un diametro che varia dai 45 metri fino a un chilometro.

Come si è formata la struttura della cosiddetta città inca

Il curioso fenomeno è stato fotografato dalla sonda Mars Express, lanciata nello spazio nel 2003 per dare una panoramica tridimensionale del pianeta rosso. Grazie alle sue foto ad altissima risoluzione abbiamo potuto ammirare le "fontane di gas" che hanno creato l'effetto visivo di migliaia di ragni su Marte.

Grazie alle fotografie scattate dalla sonda, però, da oltre vent'anni gli scienziati possono osservare la superficie del nostro pianeta gemello e studiare le sue caratteristiche. Compresa la struttura altrettanto misteriosa conosciuta come "città inca", dove i ragni-CO2 sono stati fotografati.

Chiamata ufficialmente Labririnto angusto (Labyrinthus angustus), l'area vicina al polo sud di Marte che ha un diametro di 86 chilometri è stata soprannominata anche città inca per il reticolo geometrico che attraversa l'area, quasi fossero le rovine di una civiltà perduta. Sulla natura delle creste si sa ancora poco, ma non mancano le ipotesi. Si potrebbe trattare di dune di sabbia marziana che si è pietrificata nel corso del tempo, oppure di strutture che si sono formate dopo l'impatto di un asteroide sul pianeta. In quest'ultimo caso, le increspature sulla superficie potrebbero essersi riempite di lava che, solidificandosi, ha permesso di vedere anche dopo millenni le conseguenze dell'impatto.

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