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Quanto possono durare i sintomi della paralisi di Bell, la paresi al viso che ha colpito Simona Ventura

La paralisi di Bell, la paresi facciale che ha bloccato metà del volto di Simona Ventura, è un problema comune, dovuto al danneggiamento del VII nervo cranico (nervo facciale) che generalmente può richiedere diversi mesi per il pieno recupero, a seconda dell’entità del danno e la funzionalità residua: ecco cosa sappiamo dei tempi di guarigione e come possono essere calcolati.
A cura di Valeria Aiello
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Simona Ventura, 59 anni, durante la trasmissione tv Citofonare Rai2
Simona Ventura, 59 anni, durante la trasmissione tv Citofonare Rai2

La paralisi di Bell, la causa della paresi facciale che ha bloccato metà del volto di Simona Ventura, è un problema comune, che può richiedere diversi mesi per un recupero completo. Si tratta di una neuropatia periferica di natura idiopatica, cioè di un danneggiamento di uno dei nervi del sistema nervoso periferico – il VII nervo cranico o nervo facciale, nello specifico – che si verifica per ragioni non note e determina una paresi improvvisa e unilaterale del nervo facciale, con sintomi come l’incapacità di muovere i muscoli che controllano la bocca, la regione della palpebra, le espressioni e altri movimenti facciali di un lato del viso.

Del resto, anche Simona Ventura, che senza imbarazzo ma con grande coraggio continua ad apparire in tv, ha spiegato di essersi inaspettatamente svegliata “con mezza faccia bloccata”, rassicurando sulla condizione che “non ha nulla di neurologico, ci vuole solo tempo”. Quanto? In tanti si stanno chiedendo quanto duri una paresi facciale e quanto tempo serva per guarire dalla paralisi di Bell. Ma anche se, in vista dell’attesissimo matrimonio, il prossimo 6 luglio con Giovanni Terzi, tutto sarà risolto. I tempi di recupero, spiegano però gli esperti, possono variare, a seconda dell’entità del danno e la funzionalità residua del nervo facciale. Ecco quanto durano i sintomi e come possono essere calcolati i tempi di recupero.

Quanto può durare la paresi facciale dovuta alla paralisi di Bell

Nella maggior parte dei casi, la paresi facciale dovuta alla paralisi di Bell è temporanea: i primi graduali miglioramenti, evidenziano gli specialisti della Johns Hopkins University, la prima università di ricerca americana, possono essere notati entro due settimane. “Entro tre mesi – spiegano gli esperti –  la maggior parte delle persone recupera la piena mobilità e funzione del viso”.

Gli studi sui tempi di recupero della paralisi di Bell indicano infatti che, in circa il 75% dei casi, la piena funzionalità del VII nervo facciale si ripristina entro due o tre mesi, sebbene ci siano pazienti che possono richiedere fino a un anno per il recupero completo. Tale differenza dipende dall’entità del danno al nervo e dalla sua funzionalità residua, due dei principali fattori che determinano la durata della paralisi di Bell, insieme all’età e alla compresenza di condizioni come l’ipertensione e diabete.

Come si calcolano i tempi di guarigione dalla paresi facciale

Per predire i tempi di recupero, possono essere eseguite valutazioni della conduzione nervosa (si stimola il nervo facciale e si misura la risposta muscolare alla stimolazione) e degli impulsi elettrici trasmessi lungo il nervo e il tessuto muscolare (elettromiogramma).

Gli studi sull’uso della conduzione nervosa, in particolare, indicano che circa il 65% delle persone con degenerazione del nervo facciale inferiore 50% ha un recupero completo entro un mese e che più del 90% di coloro che sperimentano una degenerazione inferiore 75% riporta un recupero completo entro 2 mesi. Più in generale, i dati mostrano che inferiore è la gravità della paralisi, solitamente valutata mediante la scala di classificazione di House-Brackman (HB), migliori sono gli esiti in termini di recupero della funzione facciale.

Come si curano i sintomi della paralisi di Bell

I sintomi della paralisi di Bell, che variano da una debolezza, anche lieve, a una totale paresi unilaterale del viso, con impossibilità quindi di muovere i muscoli che controllano il sorriso, il movimento della palpebre e altri movimenti facciali su un lato del volto, tendono generalmente a regredire gradualmente e in modo autonomo.

Tuttavia, il medico può prescrivere farmaci corticosteroidi (come il prednisone) per ridurre l’infiammazione del nervo facciale, farmaci antivirali, quando c’è il sospetto che la condizione sia dovuta a un’infezione da virus, come quello dell’herpes simplex, e consigliare l’uso frequente di lacrime artificiali, soluzioni saline o gocce oculari per prevenire la secchezza corneale nei casi in cui l’occhio non si chiuda bene. In questo caso, può essere necessario anche l’uso di bende o cerotti per chiudere I’occhio, in particolare durante il sonno.

Quando la paralisi di Bell non si risolve completamente, esistono anche opzioni di trattamento chirurgico, per aiutare ad esempio l’occhio a chiudersi oppure per recuperare il movimento facciale, oltre a procedure di chirurgia estetica in grado di ripristinare l’equilibrio e la simmetria del viso.

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