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Quanto caldo sopporta il corpo umano: il limite di temperatura e umidità secondo gli esperti

A quanti gradi possiamo essere esposti senza danni per la salute? E qual è il contributo dell’umidità alla nostra percezione del caldo? Uno studio è arrivato a calcolare le combinazioni di temperatura e umidità oltre le quali il corpo umano non è più in grado di regolare adeguatamente la propria temperatura interna.
A cura di Valeria Aiello
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Ondate di calore sempre più intense e frequenti stanno sconvolgendo gli equilibri naturali, esponendo a maggiori rischi anche gli umani. E portando molte persone a chiedersi qual è il limite di caldo che possiamo sopportare. A quanti gradi possiamo essere esposti senza danni per la salute? E qual è il contributo dell’umidità alla nostra percezione del caldo?

Dare una risposta univoca a queste domande non è semplice, in quanto la nostra resistenza al caldo varia in base a una serie di fattori, inclusa l’età e lo stato di salute generale. Recentemente si è però arrivati a una prima definizione sperimentale della soglia di caldo tollerabile nei soggetti giovani e in salute, ovvero i massimi di temperatura e umidità che – nella migliore delle ipotesi – l’essere umano può sopportare prima di non poter più regolare adeguatamente la propria temperatura corporea.

Qual è il limite di caldo che possiamo sopportare

Combinazioni di temperatura e umidità relativa in limiti ambientali critici, al di sopra dei quali la temperatura corporea interna aumenta. Il confine tra le aree gialle e rosse rappresenta il limite ambientale critico medio per i giovani uomini e donne che svolgono attività fisiche leggere.
Combinazioni di temperatura e umidità relativa in limiti ambientali critici, al di sopra dei quali la temperatura corporea interna aumenta. Il confine tra le aree gialle e rosse rappresenta il limite ambientale critico medio per i giovani uomini e donne che svolgono attività fisiche leggere.

In quanto mammiferi a sangue caldo, gli esseri umani hanno una temperatura interna costante, che si aggira intorno ai 37 °C. L’ipotalamo –  la parte del cervello maggiormente deputata alla termoregolazione – verifica costantemente questa temperatura e, nel caso in cui riscontri anomalie, invia gli opportuni segnali per cercare di mantenerla costante. Ciò significa che quando la temperatura interna supera i normali valori, l’ipotalamo innesca una serie di meccanismi di termodispersione, associati anche alla sudorazione.

Il sudore, evaporando, assorbe infatti una considerevole quantità di calore dalla pelle, il che aiuta a ridurre la temperatura corporea. D’altra parte, quando ci si trova in situazioni di caldo umido, il sudore fatica a evaporare e la sudorazione non raffredda l’organismo così efficacemente come in contesti di caldo secco.

Per valutare come temperatura e umidità influiscano sulla nostra termoregolazione e stabilire quando il caldo diventa pericoloso per l’organismo, un team di ricerca della Pennsylvania State University ha condotto una serie di esperimenti in una camera ambientale specializzata, con livelli di temperatura e umidità regolabili, coinvolgendo 24 persone in buona salute, di età compresa tra i 18 e 34 anni. “Le persone giovani, in forma e in buona salute tendono a tollerare meglio il calore, quindi avranno un limite di sopportazione che può funzionare come riferimento del ‘caso migliore' – ha affermato W. Larry Kenney, professore di fisiologia e chinesiologia della Pennsylvania State University a capo del progetto di ricerca – . Le persone anziane, chi assume farmaci e altre persone vulnerabili avranno probabilmente un limite di tolleranza inferiore”.

Prima dei test, ogni partecipante ha ingoiato una piccola capsula contenente un minuscolo dispositivo che ha tenuto traccia delle variazioni della temperatura interna durante gli esperimenti. Quindi, ogni partecipante è entrato nella camera ambientale specializzata e ha sperimentato combinazioni di temperatura e umidità differenti, svolgendo attività fisiche leggere, come andare in bicicletta o camminare lentamente su un tapis roulant.

Le combinazioni soglia di temperatura e umidità

Da questi test, i cui risultati sono riportati sul Journal of Applied Physiology, è emerso quello che in gergo è chiamato il “limite ambientale critico”, ovvero la combinazione di temperatura e umidità oltre cui il caldo è dannoso per il corpo umano. Tale combinazione è misurata come “temperatura del bulbo umido”, che rappresenta una temperatura umida alla quale l’aria è satura d’acqua e trattiene quanta più umidità possibile sotto forma di vapore acqueo. In altre parole, al raggiungimento di quella temperatura cutanea, il sudore di una persona non è più in grado di evaporare e dunque di svolgere la sua fisiologica funzione di raffreddamento.

Tale massimo, come temperatura del bulbo umido (100% di umidità) è di 31 °C, che equivalgono a 38 °C al 60% di umidità, a 40 °C al 50% di umidità, a 42 °C al 40% di umidità e così via, come mostrato nel grafico riportato in alto. A guardare bene, si tratta dunque di combinazioni che, in diversi casi, sono anche superiori ai valori registrati nelle ultime settimane nelle principali città italiane e, in particolare, durante l’ultima ondata di caldo record.

Il rischio è che, una volta passata anche questa ondata, ci si dimentichi che in un contesto di cambiamenti climatici come quello che stiamo affrontando, la pericolosità di questi eventi estremi è destinata ad aumentare. Senza un’azione decisa, volta a limitare le emissioni di gas serra, affrontare il caldo sarà qualcosa che andrà ben oltre le raccomandazioni su come proteggersi, mettendo a rischio la nostra sopravvivenza, in particolare quella dei più deboli.

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