Quali sono i rischi reali del virus West Nile in Italia: il virologo Pregliasco risponde a Fanpage.it

Quest'anno, con la morte di un 86enne ricoverato a Roma annunciata nelle scorse ore, è salito a sei il numero delle vittime in Italia a causa del virus West Nile (WNV) o virus del Nilo occidentale, un patogeno trasmesso dalla puntura di zanzare infette. Nel caso specifico, il principale vettore dell'infezione nel nostro Paese è la zanzara comune (Culex pipiens), attiva al crepuscolo e nelle ore notturne, a differenza della zanzara tigre (Aedes albopictus) che invece tende a pungere nelle ore del giorno. L'infezione da virus West Nile non è una novità in Italia, tenendo presente che è da più di 15 anni che si registrano casi; ciò che preoccupa della stagione corrente è l'ulteriore espansione territoriale del patogeno, che ora sta colpendo soprattutto alcune zone del Lazio e della Campania. In precedenza i casi erano concentrati principalmente al Settentrione.
A favorire la diffusione del virus West Nile vi è il fatto che diversi animali ne sono serbatoi naturali, in particolar modo gli uccelli, che durante le migrazioni lo trasferiscono da una parte all'altra dello Stivale. Laddove si trova una nutrita presenza di zanzare, il virus viene acquisito più agevolmente dalla fauna selvatica e poi trasferito alle persone attraverso le punture. Solo in una ridotta percentuale di persone si registrano sintomi aspecifici (come cefalea, febbre, nausea e affaticamento) e, in una ancora minore, circa l'1 percento, emergono le pericolose complicanze neurologiche, come l'encefalite – infiammazione del cervello – che può avere esiti fatali, in particolar modo tra le persone anziane e con comorbidità (altre patologie sottostanti). Per comprendere meglio i rischi di questa patologia e le peculiarità della stagione corrente Fanpage.it ha contattato il virologo Fabrizio Pregliasco. Ecco cosa ci ha raccontato.
Professor Pregliasco, quanto è pericolosa l'infezione da virus West Nile? Qual è la situazione in Italia?
Questa patologia un tempo esotica è diventata ormai endemica in Italia. I casi ci sono da diversi anni, dal 2008. Negli ultimi abbiamo avuto la segnalazione di 400 casi e anche diversi morti, ogni anno e ogni estate, a causa di questa patologia. In questo momento c'è un tentativo di minimizzazione perché “tanto muoiono gli anziani e i fragili”. Sembra quasi di tornare al Covid. Questa malattia effettivamente ci assomiglia pure, sotto alcuni aspetti; l'80 percento dei casi è infatti asintomatico, quindi le persone non sanno di essere infette, mentre il 19 percento ha delle manifestazioni cliniche aspecifiche come febbre, dolori muscolari articolari, nausea, un po' di senso di confusione e simili, che di solito non si attribuiscono alla West Nile, non ci si pensa. La piccola percentuale restante ha le forme neurologiche, neuroinvasive, quelle che nel fragile possono – e lo stiamo vedendo anche quest'anno – portare al decesso.
Perché è una patologia da non sottovalutare?
Il problema di questa malattia, insieme ad altre che un tempo erano esotiche e tropicali, è il fatto che in qualche modo ora abbiamo una diffusione anche autoctona in Italia. La situazione è peggiore della Zika o altre, i cui i casi secondari derivano da un caso indice arrivato dalle zone iperendemiche. Qui ci sono degli animali, in particolar modo varie specie di uccelli, ma anche cavalli e a volte anche cani e gatti, che sono dei serbatoi. Stanno bene ma sono portatori del virus. Questo è l'elemento che ha reso il West Nile endemico in Italia. Poi noi vediamo solo la punta dell'iceberg dei casi più gravi, ma c'è diffusione. Esiste un piano coordinato veterinario e umano con una sorveglianza, ma non è facile contenere questa malattia.
Perché?
L'incremento delle temperature è un problema. Quest'anno l'inverno è stato tutto sommato anche più blando, rispetto agli anni scorsi, quindi le larve hanno cominciato a proliferare e purtroppo prolifereranno per più tempo. Questa infezione viene trasmessa anche dalla nostra zanzara Culex, che è quella piccolina, che non si sente e ci disturba la notte. Altre specie come la zanzara tigre hanno una possibilità di trasmissione, ma non è efficace. Ci sono elementi che rendono West Nile un problema anche per le donazioni di sangue; ormai è obbligatorio lo screening nelle zone a rischio per evitare di prendersi l'infezione anche attraverso una trasfusione di sangue. Se c'è un'emergenza, una presenza di positività nella sorveglianza animale, si fermano anche le donazioni del territorio.
La situazione sta peggiorando per la presenza più significativa in Italia, la novità sono il Lazio – soprattutto Latina – e la Campania, che mostrano come questo virus si stia espandendo. C'è bisogno di una sorveglianza sempre più ampia e precisa. Lo sfalcio delle aree verdi crea problemi perché a volte gli ecologisti dicono che si rovina la biodiversità. In genere viene fatto in maniera efficiente a livello pubblico, ma a livello privato, al di là delle ordinanze, non lo si attua. Ci sono le disinfestazioni da fare a inizio stagione e poi con dei richiami, diciamo così, e poi c'è una responsabilità personale, come lasciare l'acqua stagnante nei sottovasi sui balconi, magari nel centro città di Milano di Roma, che diventano come un autogrill per le zanzare, non attendono altro. Sono capaci di replicarsi anche nell'acqua di uno pneumatico abbandonato. È veramente un problema.
Negli ultimi giorni si sono registrati altri tre morti, che ha portato il computo totale a sei in questa stagione. Cosa può dirci su questi numeri? Sono un campanello d'allarme?
L'anno scorso ci sono stati 20 morti, ma adesso siamo ancora in una fase iniziale della stagione e c'è una territorialità più ampia. Bisogna fare qualcosa di più. C'è chi si disinteressa perché tanto dice che muoiono solo gli anziani, gli anziani multimorbidi come si dice in termine tecnico, come per il Covid. Ma nell'1 percento dei casi gravi ci sono anche dei giovani.
Sui repellenti cosa può dirci? Ci sono quelli che hanno l'odore di alcune piante, altri invece hanno principio attivo specifico
Quelli con un principio attivo serio sono i più efficaci. Sono utili e la somministrazione va ripetuta perché poi si disperdono. Anche se ad alcuni non andrà giù, il famosissimo prodotto naturale purtroppo non è efficace. Quindi il consiglio è prendere quelli col composto chimico. E un'altra cosa: i dopobarba maschili sono molto efficienti nell'attirare le zanzare.
Si parla molto di un problema legato agli uccelli, in particolar modo gabbiani e cornacchie. Per quale motivo?
Sono quelli in cui alberga in modo molto più efficace l'infezione, senza sintomi evidenti. È un fatto specifico delle caratteristiche dell'animale.
E poi sono molto diffusi nelle città
Esatto. Ma ci sono anche i cavalli, a volte anche cani e gatti sono risultati positivi.
Un'ultima cosa, un vaccino e una cura ancora non ci sono per la West Nile, possiamo aspettarci qualcosa per il prossimo futuro da questo punto di vista?
No
Quindi solo terapia di supporto
Sì, solo terapia di supporto