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Quali sono i rischi del taser per il cuore, il cardiologo: “È come un crampo in tutto il corpo”

Dopo la notizia delle due persone morte in due giorni dopo essere state colpite da un taser è tornato centrale il tema dei rischi legati a questo strumento in dotazione alle forze dell’ordine in Italia dal 2022. Il cardiologo Daniele Andreini spiega quali sono i rischi per il cuore.
Intervista a Prof. Daniele Andreini
responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia clinica ed Imaging cardiaco e di Cardiologia dello sport dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano
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Nell'arco di due giorni due persone sono morte dopo essere state colpiti con un taser, il primo a Olbia e il secondo in provincia di Genova. In entrambi i casi, la pistola elettrica, in dotazione alle forze delle ordine in Italia dal 2022, è stata utilizzata dai Carabinieri nel tentativo di immobilizzare i due uomini che, dalle prime ricostruzioni, si sarebbero opposti in maniera aggressiva all'intervento dei militari.

Al di là delle dinamiche dietro questi due casi, la notizia di due decessi legati all'uso del taser in così poco tempo ha riacceso il dibattito sui rischi dell'uso di questo strumento – che nel 2007 l'Onu ha definito strumento di tortura – e sui possibili rischi per la vita delle persone su cui viene usato. Come abbiamo spiegato in questo approfondimento su Fanpage.it, il taser è infatti un'arma che attraverso una scarica elettrica provoca una contrazione muscolare istantanea che può immobilizzare la persona colpita. Il professor Daniele Andreini è responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia clinica ed Imaging cardiaco e di Cardiologia dello sport dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. A Fanpage.it ha spiegato quali sono i rischi per il cuore dell'uso di questo strumento documentati dalla letteratura scientifica.

Cosa sappiamo dei possibili rischi per il cuore legati all'uso del taser?

Diversi studi scientifici hanno cercato di chiarire quali fossero i rischi a livello cardiaco per le persone su cui viene usato il taser. Nello specifico, nel 2012 è stato pubblicato uno studio su Circulation, una rivista scientifica molto autorevole, dell'American Heart Association, una delle società scientifiche cardiologiche più importanti al mondo. Questo studio è stato condotto negli Stati Uniti, dove il taser viene utilizzato dalle forze dell'ordine ormai da tempo, e ha identificato in otto soggetti su cui era stato utilizzato il taser elementi che a livello di elettrocardiogramma indicano in modo assolutamente certo un arresto cardiaco in corso.

Come possiamo interpretare questi otto casi?

È chiaro che sono numeri piccoli, soprattutto se pensiamo che il taser negli Stati Uniti viene utilizzato da più di venti anni, ma comunque il rischio c'è. Anche altri studi hanno evidenziato la possibilità di altri rischi cardiaci legati a questo strumento, meno gravi dell'arresto cardiaco ma comunque importanti, come quello di aritmie ventricolari.

Quali sono le variabili che possono influenzare questo rischio?

Su questo non c'è uno studio scientifico, ma è intuitivo che alcuni fattori possano aumentare il rischio di problemi per il cuore. Per primo, la distanza tra il cuore e il punto colpito dai dardi del taser che rilasciano la scossa: se il taser colpisce la parete anteriore del torace è indubbio che le probabilità che vada a interagire con il ritmo cardiaco siano maggiori rispetto al caso in cui il taser venga puntato in aree del corpo più periferiche come le gambe.

Abbiamo dati sui rischi legati all'utilizzo del taser?

Sicuramente sappiamo che un rischio di eventi avversi esiste, anche se molto basso. Lo riconosce anche la stessa azienda Axon, che è il primo produttore di taser per gli Stati Uniti: sul suo sito ufficiale scrive infatti che in uno studio su 1.201 casi di utilizzo, nel 99,75% dei casi il taser non ha causato lesioni gravi.

Ci sono persone più a rischio?

Anche qui non ci sono informazioni certe, ma andando per logica è molto verosimile che il rischio di interferenza con il ritmo cardiaco, e quindi che si verifichino effetti collaterali come aritmie o arresti cardiaci, sia maggiore in soggetti che hanno dispositivi impiantati, come defibrillatori o pacemaker, o in persone che hanno condizioni cardiologiche pregresse che predispongono alle aritmie ventricolari. Non parliamo di rischi documentati a livello scientifico, ma di deduzioni abbastanza intuitive.

Come fa il taser a interferire con il ritmo cardiaco?

Gli effetti del taser sul corpo sono paragonabili a quelli di un crampo generalizzato che ci impedisce di muoverci. Per fare un esempio, quando abbiamo un crampo alla gamba, non riusciamo più a muovere quella parte dell'arto perché è contratta in modo così estremo e doloroso che è come se fosse paralizzata. Ecco, il taser produce un effetto molto simile ma sulla maggior parte dei muscoli del corpo. Il rischio di interferenza con il ritmo cardiaco è dovuto al fatto che qualsiasi impulso elettrico esterno può interferire con la conduzione dell'impulso elettrico naturale che fa contrarre i muscoli del cuore facendolo battere.

Ci sono rischi per altri organi?

Per quanto riguarda i rischi documentati a livello scientifico, ci sono stati casi registrati di effetti anche sul sistema nervoso centrale; nello specifico, alcuni soggetti hanno riportato un'alterazione della memoria transitoria, ovvero un'amnesia transitoria.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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