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Quale specie di squalo ha morso un bambino in una piscina e in quanti attacchi è stata coinvolta

Un bimbo di 10 anni è stato morso da uno squalo nella piscina di un resort, rimanendo ferito a una gamba in modo grave. Quali sono le specie tenute in cattività per questa “attrazione” turistica e quante volte hanno attaccato l’essere umano.
A cura di Andrea Centini
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Uno squalo nutrice. Credit: NOAA / Flickr
Uno squalo nutrice. Credit: NOAA / Flickr

Nel pomeriggio di lunedì 15 gennaio 2024 un bambino statunitense di 10 anni è stato morso da uno squalo mentre era impegnato in una sessione di “Walking with Sharks”, una controversa attrazione turistica offerta dal resort di lusso Atlantis Bahamas a Paradise Island, un'isola delle Bahamas. In questa esperienza, della quale pare siano stati rimossi tutti i riferimenti dal sito web del resort, le persone pagando il prezzo del biglietto possono camminare sul fondale di una piscina popolata da diversi esemplari di squalo. Come si evince in alcuni video pubblicati sui social network, chi vi partecipa viene munito di uno speciale casco bianco per respirare ed è sempre accompagnato da un istruttore.

Nell'ultima sessione, come indicato in un comunicato stampa della Polizia Reale delle Bahamas, uno di questi squali ha morso “brevemente” alla gamba destra il bambino, che è stato immediatamente tirato fuori dall'acqua e portato in ospedale “in condizioni gravi ma stabili”. Successivamente, indica la ABC News, è partito in aereo con la sua famiglia alla volta del Maryland (Stati Uniti) per essere sottoposto a cure specialistiche. C'è un'indagine in corso e l'attrazione turistica è stata temporaneamente sospesa. “Abbiamo avviato un'indagine interna approfondita e stiamo collaborando pienamente con le autorità”, ha affermato in una dichiarazione Stuard Cove, che si occupa di organizzare Walking with Sharks. “Incidenti come questo che coinvolgono interazioni con la vita marina, anche con le specie di squali incluse in questa esperienza, sono rari e mai accettabili”, ha chiosato.

Al netto della pratica eticamente discutibile dello sfruttare questi animali per fare cassa, tenendoli in una piscina per far divertire il (ricco) pubblico pagante, vanno anche tenute in considerazione le specie di squalo coinvolte in questa esperienza. Da quel che si evince dai video e da quanto emerge da fonti di stampa estera, in questa piscina del resort di Paradise Island nuotano due squali: lo squalo nutrice (Ginglymostoma cirratum) e lo squalo di barriera dei Caraibi o squalo grigio dei Caraibi (Carcharhinus perezi). Sono le due che si possono osservare in un video pubblicato su YouTube lo scorso 31 maggio, nel quale viene raccontata l'esperienza di un ragazzino. Si tratta di pesci cartilaginei profondamente differenti, nell'aspetto e nel comportamento.

Uno squalo di barriera dei Caraibi. Credit: Albert kok
Uno squalo di barriera dei Caraibi. Credit: Albert kok

Lo squalo di barriera dei Caraibi

Lo squalo di barriera dei Caraibi ha il corpo allungato, robusto ed idrodinamico da tipico rappresentante della famiglia Carcharhinidae, della quale fanno parte i più noti squalo leuca (Carcharhinus leucas) e squalo tigre (Galeocerdo cuvier), tra le specie più coinvolte negli attacchi all'essere umano. Può arrivare a 3 metri di lunghezza e, secondo l'International Shark Attack File del Florida Museum, l'organo internazionale che tiene traccia delle statistiche mondiali delle aggressioni da parte degli squali, questa specie è stata coinvolta in quattro attacchi non provocati e documentati, tutti fortunatamente senza esito fatale (quelli provocati sarebbero invece una trentina). È un animale che vive a ridosso della barriera corallina, in acque poco profonde, dove dà la caccia – soprattutto di notte – a pesci e cefalopodi. La specie è classificata come in pericolo di estinzione (codice EN) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Sebbene non ci siano ancora conferme ufficiali, non sarebbe stato uno squalo di barriera dei Caraibi ad aggredire il bambino, bensì un esemplare dell'altra specie presente nella piscina delle Bahamas, il sopracitato squalo nutrice.

Squalo nutrice. Credit: Stevelaycock21
Squalo nutrice. Credit: Stevelaycock21

Lo squalo nutrice

Lo squalo nutrice è un pesce adattato a vivere e nutrirsi sul fondale, come dimostra la sua caratteristica dentatura specializzata nel frantumare i “gusci” degli invertebrati di cui si nutre, come molluschi e crostacei. I denti dello squalo nutrice sono molto corti e affilati, ben diversi da quelli di un classico membro della famiglia Carcharhinidae. La bocca, nei pressi della quale si trovano due bargigli, è piccola, ha un aspetto peculiare ed è “progettata” per sfruttare anche una potente suzione per catturare le prede. La specie supera i 4 metri di lunghezza massima ed è caratterizzata da un colore bruno in età adulta. Vive in acque generalmente molto basse (anche 1 metro) e a ridosso del reef, dove talvolta viene visto posarsi sul fondo tenendosi sollevato con le pinne pettorali. La specie, considerata “docile”, viene sfruttata in varie parti del mondo per attrazioni analoghe a quelle del resort alle Bahamas. Ma ciò non significa che non sia mai stata coinvolta in attacchi. Anzi, lo è il doppio dello squalo di barriera dei Caraibi. Secondo l'International Shark Attack File lo squalo nutrice è stato coinvolto in nove attacchi non provocati all'uomo, nessuno di essi fatale. Anche in questo caso si tratta di una specie in pericolo: è infatti classificato come vulnerabile (codice Vu) nella Lista Rossa dell'IUCN.

Credit: NLEJAH
Credit: NLEJAH

È chiaro che l'aggressione in una piscina da parte di un animale in cattività difficilmente può essere considerato “attacco non provocato”. Questi pesci, del resto, vivono esposti a condizioni ben diverse da quelle dell'ambiente naturale; basti pensare al solo fatto di essere continuamente disturbati dalla presenza delle persone. Non è chiaro cosa sia successo durante l'aggressione al bambino di 10 anni, ma non si può escludere che lo squalo nutrice possa essersi sentito minacciato per qualche ragione oppure fosse semplicemente stressato per l'invasione del “suo” territorio. Ciò che è certo è che simili “attrazioni” non solo sono ampiamente diseducative e sfruttano gli animali, ma come dimostra questo incidente non sono nemmeno sicure e nuocciono alla già vituperata fama degli squali, trasformati ingiustamente in mostri da Hollywood e media.

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