Prende un ragno violino in mano e viene insultato, ricercatore a Fanpage.it: “Ecco perché l’ho fatto”

Andrea Bonifazi è un naturalista specializzato in ecologia marina autore di diversi articoli scientifici, coinvolto recentemente anche nella scoperta di alcune specie aliene in Italia (fra cui l'anellide Laonome triangularis trovato nel porto di Civitavecchia). La sua genuina passione per la scienza è confluita nella creazione della pagina Scienze Naturali, una delle più seguite sui social network – ha diversi anni alle spalle – nella quale si occupa prevalentemente di divulgazione scientifica sugli animali. Attorno alle curiosità e ai commenti sulle notizie del giorno pubblicati da Bonifazi si è formata una vasta comunità di appassionati di natura, sebbene non manchino provocatori come in tutte le realtà con un seguito significativo.
Una delle vicende che ha suscitato più clamore è stata la recente pubblicazione di un post con la foto di un piccolo ragno violino (Loxosceles rufescens) sul dito del ricercatore. Per chi non lo sapesse, si tratta di uno dei due ragni potenzialmente più pericolosi presenti in Italia. L'altro è la vedova nera europea o mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus), conosciuta anche come malmignatta. Pur appartenendo a generi di ragni velenosissimi e mortali in altre parti del mondo, i nostri fortunatamente non sono così tossici. I morsi del ragno violino possono comunque creare problemi di salute gravi in un ristretto numero di persone e per questo non vanno assolutamente sottovalutati; nella stragrande maggioranza dei casi fortunatamente non si arriva al loxoscelismo. Ciò nonostante la nefasta nomea dell'aracnide – anche a causa di articoli e servizi allarmistici – ha generato molta disinformazione attorno a questa specie, evidentemente sfociata anche nei commenti sotto al post di Bonifazi. Fanpage.it lo ha contattato per un racconto della vicenda. Ecco cosa ci ha detto.

Dottor Bonifazi, innanzitutto le chiediamo perché ha preso con le mani questo ragno violino
Nel post la mia premessa era il classico “non fatelo a casa”. Io l'ho fatto perché dovevo toglierlo, visto che stava andando veloce e non avevo un bicchierino sotto mano. Ho valutato la situazione e ho agito. Nel senso, dato che era molto piccolo, a spanne 2-3 millimetri di ragno, conoscendo l'argomento ero certo che un animale di quelle dimensioni non avesse la forza per mordermi. Non ci sarebbe proprio riuscito fisicamente. Chiaramente non l'ho fatto con un adulto. Ho agito così semplicemente perché ho la conoscenza dell'argomento e le competenze per valutare sia di quale specie si tratta, sia la situazione, sia la fattibilità di quello che poi ho fatto. Non era sicuramente un gesto per dire “emulatemi”.
Perché ne ha fatto un post?
Era anche per sottolineare che se è così piccolo non c'è da spaventarsi. Vedo gente che si spaventa di qualsiasi ragno di queste dimensioni. Era per dire che nel caso ne trovaste uno a casa non c'è bisogno di allarmarsi, di creare panico ingiustificato; basta un classico bicchierino e un foglio di carta e si può portare via senza problemi. L'ho preso in mano semplicemente perché ho valutato la situazione; nella premessa del post ho specificato perché ho fatto quel tipo di valutazione.
Non temeva che qualcuno potesse andare a emulare il suo gesto? È una specie particolarmente demonizzata sui media, ma i rischi in letteratura scientifica sono noti
La seconda premessa era ovviamente quella di non voler sminuire l'eventuale impatto sull'essere umano del ragno violino, perché ha un veleno di rilevanza medica. Questo significa che in caso di morso dobbiamo sicuramente ricorrere a cure mediche; è un veleno che può avere delle ripercussioni. Quindi non va assolutamente sottovalutato, sia per effetto diretto del veleno sia per eventuali conseguenze accessorie, come infezioni batteriche che si possono avere nella ferita. Però da qui a dire che se ho un ragno violino in casa questo significa che probabilmente mi morderà e morirò ovviamente c'è un abisso. Parliamo di un ragno sinantropico, cioè che vive spesso nelle nostre abitazioni. È un ragno che morde solo in caso di estrema necessità: se lo prendiamo in mano e lo stringiamo, se entra in una scarpa o in un pantalone, se si sente messo alle strette. Morde per difendersi, altrimenti non lo fa. Essendo una specie che comunemente abita con l'essere umano, viene da se che se fosse così letale come viene spesso descritto dai media, probabilmente ci sarebbero decine e decine – se non centinaia – di morti l'anno. E ovviamente non è così.

Il post ha avuto una vasta eco sulle sue pagine, con tante interazioni e commenti. Però la natura di questi commenti molto spesso è aggressiva, denota una certa non conoscenza di fondo dell'argomento. Cosa ne pensa di questo approccio sui social anche innanzi alla divulgazione scientifica?
Io sono dell'opinione che la divulgazione scientifica sia assolutamente basilare, perché permette a persone del settore di spiegare in parole semplici a persone non del settore determinati argomenti. Quindi la divulgazione scientifica sotto alcuni punti di vista va di pari passo con la ricerca, perché permette comunque di raggiungere un pubblico vasto. Il fatto che ci sia gente che va all'interno di community scientifiche dicendo “io gli davo una ciabattata”, “potevi bruciarlo” e cose del genere è alla stregua di una provocazione. Come se andassi in un gruppo di vegani e dicessi “che bello, io mangio la bistecca”. È chiaro che non fai un intervento particolarmente sensato. Stai andando a provocare.
Come dice lei, giustamente, la maggior parte di questi commenti è dettata dalla mancata conoscenza dell'argomento. Il fatto è che la divulgazione che cerco di fare io e tanti altri miei colleghi serve proprio ad aumentare la conoscenza su determinati argomenti anche a chi non ha basi. Il venire a commentare in quel modo è abbastanza fine a se stesso e provocatorio secondo me. Senza alcuna utilità. Questi commenti hanno poi avuto anche risposte da parte di persone interessate all'interno della community, talvolta pesanti. C'è chi ha insultato quelli che insultavano. Si sono accesi un po' di dibattiti che erano tranquillamente evitabili.
Alla luce di quello che è accaduto sulla sua pagina, rifarebbe un post con l'immagine di un ragno violino sulle sue mani?
Onestamente lo rifarei, perché i commenti denigratori che ho ricevuto non sono di persone che hanno scritto “l'ho fatto anche io e mi ha morso” e cose del genere. Erano di persone che raccontavano una loro esperienza con il ragno violino, o di persone che invece apprezzavano la divulgazione. E c'erano i provocatori. In tante persone hanno messo in discussione la mia stessa identificazione. Come per ogni cosa, anche per la divulgazione io credo che sia necessario valutare le competenze di chi la sta facendo. Nel senso che se io andassi a commentare una legge in una pagina di avvocati sostenendo che sia sbagliata dimostrerei la mia mancanza di competenze sull'argomento. Sono io che sto sbagliando.
Io ho fatto una doppia premessa, “non fatelo a casa per questo e quest'altro motivo, io l'ho fatto perché ho una certa conoscenza dell'argomento e quindi so che non avrebbe potuto farmi nulla”. E poi ovviamente non ho messo in discussione l'eventuale, potenziale pericolosità del veleno del ragno violino. Ho cercato di toccare entrambe gli argomenti. Il veleno non l'ho sminuito in alcun modo, ma non l'ho nemmeno enfatizzato. Ho cercato di trattare in modo oggettivo l'argomento. Io ritengo che una buona divulgazione sia fatta proprio sulla trattazione oggettiva di un argomento. Senza tirare l'acqua al proprio mulino, senza esagerare né in positivo né in negativo. I divulgatori non hanno un codice deontologico scritto come i giornalisti, però è chiaro che ci si deve attenere a certi parametri e riconoscere anche i propri limiti. Trattare gli argomenti solo se hai reali competenze, perché altrimenti rischi di fare peggio e disinformazione, proprio perché la gente si fida di ciò di cui stai parlando.
È comunque un bel messaggio vedere qualcuno che prende un piccolo animale trovato dentro casa e lo porta fuori. Ragni, insetti e altri piccoli invertebrati vengono sterminati senza pietà e per ignoranza.
Io ovviamente non volevo fare la classica pagina prettamente animalista, nel senso di passare come una sorta di santone che salva gli animali. Io voglio far passare il messaggio che se non c'è reale necessità e non sussiste un reale pericolo, non c'è alcun motivo per cui tu debba uccidere un animale se hai un'alternativa. Nel caso di un ragno a casa di alternative ce ne sono parecchie. Ci metti forse più tempo a cercare la ciabatta piuttosto che prendere al volo un bicchierino, bloccarlo e portarlo via. C'è ancora questa visione anacronistica della natura, in cui “se qualcosa mi fa schifo la uccido”, perché ciò che si reputa diverso e che non si conosce adeguatamente viene considerata un pericolo. Si potrebbe quasi fare una dissertazione psicologica su questo approccio. Non solo sui ragni, ma a 360 gradi.