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Perché sulla tua città non piove da due mesi

Per quasi tutto l’inverno in vaste aree dell’Italia del Nord non si sono verificate precipitazioni, innescando un grave deficit idrico. Ecco cos’è accaduto.
A cura di Andrea Centini
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Per circa due mesi in diverse zone d'Italia – e in particolar modo nel Nord Ovest – non è piovuto, innescando un prolungato e anomalo periodo di siccità che normalmente è associato alla stagione estiva. Per rendersi conto di quanto è stata incisiva l'assenza di pioggia, basti pensare che, come indicato dalla Coldiretti, “mancano all’appello quasi 5 miliardi di metri cubi di pioggia rispetto al quantitativo medio”. Ciò ha avuto conseguenze significative sui i livelli di fiumi e laghi, soprattutto quelli del Nord Italia: il livello idrometrico del Po è arrivato a ben – 3,10 metri, meno di quanto registrato a Ferragosto, mentre il fiume Sesia e il Tanaro hanno perduto rispettivamente circa l’80 e il 65 percento di acqua. Non è andata meglio ai grandi bacini come il Lago di Como e il Lago Maggiore, col primo che ha visto ridurre del 16 percento il proprio livello medio stagionale, mentre il secondo si è abbassato di circa un quarto. Le conseguenze rischiano di essere drammatiche anche sulle colture che stanno germinando precocemente spinte dalle temperature elevate; rischiano infatti di essere spazzate via dalle ondate di gelo previste per i prossimi giorni. Anche i terreni aridi e induriti dal periodo siccitoso potrebbero rendere molto problematiche alcune piantagioni, con la necessità di ricorrere all'irrigazione artificiale per compensare il deficit idrico. Solo in questi giorni le perturbazioni iniziano a farsi largo portando piogge e nevicate nelle regioni rimaste a secco così a lungo. Ma cosa è successo?

Come spiegato da 3BMeteo, la ragione risiede nella prolungata persistenza di un'estesa area di alta pressione sull'Europa Occidentale, che ha letteralmente sbarrato la strada alle perturbazioni atlantiche. Si è venuta a creare una sorta di muro anticiclonico innanzi alle regioni settentrionali, che hanno costretto le perturbazioni a circumnavigarle, oltrepassarle e finire direttamente sull'Europa orientale. Anche ampi tratti dell'Italia Centrale sono stati “protetti” da questa cospicua cellula di alta pressione. Il campo di alta pressione ha avuto i suoi massimi a cavallo tra la Francia e il Regno Unito, come evidenziato dai dati NCEP/NCAR Reanalysis della a National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un'agenzia federale statunitense che si occupa di meteo, clima e studi oceanici. Nonostante l'“attacco” di vari fronti freddi durante le ultime settimane l'area anticiclonica ha retto il colpo; solo adesso sta iniziando a cedere il passo a correnti artiche, soprattutto in Germania e Francia dove arriveranno gelo, pioggia e neve anche a bassa quota. Le precipitazioni si faranno largo anche in Italia, così come le basse temperature, ripristinando al meno in parte le temperature e le perturbazioni atmosferiche tipiche dell'inverno.

Le precipitazioni saranno particolarmente gradite sul Nord Ovest, soprattutto su Liguria e Piemonte, dove secondo la Coldiretti il deficit nelle precipitazioni è arrivato fino al 76 percento. La speranza è che le ondate di gelo attese per i prossimi giorni non annientino i pascoli e le fioriture come avvenuto lo scorso anno, dove l'alternanza tra temperature anomale e ondate di gelo ha letteralmente fatto crollare la produzione agricola di molti prodotti. A soffrire di più è stato soprattutto il miele, con gli apicoltori costretti a nutrire artificialmente le api e una produzione scesa fino al 95 percento in certe aree. La frequenza e l'intensità di queste anomalie è strettamente associata ai cambiamenti climatici, in grado di perturbare i normali equilibri atmosferici e scatenare eventi come la cella di alta pressione sull'Europa Occidentale o la cupola di calore che ha colpito il Nord America.

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