Perché sempre più città stanno vietando la svolta a sinistra: la spiegazione dell’esperto

Potrebbe sembrare assurdo, ma in diverse città le amministrazioni locali hanno iniziato a limitare le svolte a sinistra agli incroci, in particolar modo in quelli più critici. In alcuni casi sono state vietate del tutto anche a livello nazionale, in altri le limitazioni riguardano gli orari con traffico più intenso, come ad esempio tra le 07:00 e le 09:00 e tra le 16:00 e le 18:00. Come spiegato in un'intervista alla testata SciLine dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS), l'ingegnere civile professor Vikas V. Gayah dell'Università Statale della Pennsylvania ha spiegato ad esempio che sulla grande Van Ness Avenue (ex Marlette Street) di San Francisco – che attraversa la città da nord a sud – la svolta a sinistra è stata vietata nelle ore di punta. La ragione? È molto semplice: si tratta della manovra più pericolosa e la maggior parte degli incidenti agli incroci (circa il 60 percento) riguarda proprio le svolte a sinistra, come indicato nel rapporto “Crash Factors in Intersection-Related Crashes: An On-Scene Perspective” del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti.
I rischi delle svolte a sinistra
Il professor Gayah, che è anche direttore ad interim presso il Larson Transportation Institute dell'ateneo della Pennsylvania, nella sua intervista ha spiegato nel dettaglio quali sono i motivi che rendono le svolte a sinistra così problematiche. Evidenzia che se si valutano male le misure e i tempi “si rischia di urtare il traffico in arrivo o di essere urtati”, aggiungendo che questo è una tipologia di “incidente obliquo”, “uno dei tipi di incidente più pericolosi”.
L'esperienza personale è sicuramente sibillina; a tutti, del resto, è capitato di restare bloccati in mezzo a un incrocio, in attesa di uno spazio vuoto o della diluizione del flusso di auto proveniente dalla corsia frontale per riuscire a immettersi a sinistra. È un momento delicato nel quale si deve fare molta attenzione anche all'attraversamento di pedoni e magari al passaggio di altri veicoli e motoveicoli in manovra (per non parlare dei più recenti monopattini). È chiaro che si tratta di una situazione complessa, laddove più grande e trafficato è l'incrocio, superiori sono i rischi, a maggior ragione se i flussi non sono gestiti dalle frecce di svolta semaforiche.
“Circa il 40 percento di tutti gli incidenti si verificano agli incroci: il 50 percento di questi incidenti comporta feriti gravi e il 20 percento comporta un decesso”, afferma Gayah a SciLine, che ha collaborato anche con TheConversation per la pubblicazione dell'intervista. L'esperto sottolinea che circa il 61 percento degli incidenti agli incroci riguarda proprio le svolte a sinistra, ma poiché questo tipo di manovra è quella meno eseguita, il peso percentuale assoluto è decisamente elevato.
A pagarne le spese maggiori sono spesso proprio i pedoni, che magari vengono “coperti” da veicoli più alti della media – la moda dei SUV ha esacerbato molto problematiche simili – o non vengono notati a causa di fatali disattenzioni. Non c'è dunque da stupirsi che si stia ponendo grande attenzione sui rischi delle svolte a sinistra, in particolar modo negli incroci nevralgici dei centri cittadini. Il nuovo Codice della Strada in Italia, entrato in vigore a dicembre 2024, ha introdotto fra le misure proprio il divieto di svolta a sinistra negli incroci considerati pericolosi.
Le rotatorie non sono (sempre) la soluzione
Il professor Gayah evidenzia che le rotatorie sono essenzialmente più sicure perché non vi è la necessità di tagliare in due il traffico, come avviene durante la svolta a sinistra, tuttavia non sono efficienti quanto i normali incroci se il traffico è sostenuto; si rischia infatti una rapida congestione del traffico con la conseguente e significativa formazione di ingorghi. Senza contare che non sempre è possibile costruire “rotonde” nei centri storici, dato che spesso può essere necessario demolire edifici e altri elementi della viabilità. La soluzione migliore, spiega l'esperto, è proprio limitare la svolta a sinistra, ma non del tutto. Non avrebbe senso farlo alle 3 di notte, quando non passa un'anima viva o quasi, ma solo nelle ore più trafficate.
Chiaramente tale limitazione determina un inevitabile allungamento del percorso, ma che non necessariamente si trasforma in un arrivo in ritardo. Anzi, si risparmia tempo e pure carburante – e si inquina meno – come evidenziato nello studio “Network-Wide Implementation of Roundabouts Versus Signalized Intersections on Urban Streets: Analytical and Simulation Comparison” pubblicato da Gayah e altri due colleghi del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'ateneo University Park. Secondo i calcoli dei ricercatori, poiché si fermano meno agli incroci, i veicoli che non svoltano a sinistra possono risparmiare fino al 15 percento de carburante allungando la percorrenza (le soste e le ripartenze in prima e seconda sono notoriamente esose).
Anche se si immagina di dover prolungare di molto il percorso, in realtà, in un tipico centro cittadino come evidenziato dallo studio “Analytical Capacity Comparison of One-Way and Two-Way Signalized Street Networks” in media si percorre solo un isolato in più. Alla luce di questi dati, non c'è sta stupirsi che alcune grandi società di logistica programmino gli spostamenti dei loro corrieri senza prevedere le svolte a sinistra. Secondo i dati ISTAT fino al 35 percento degli incidenti con esito mortale si verifica in ambiente urbano e molti di essi avviene proprio agli incroci, con centinaia di vittime ogni anno. Il divieto di svolta a sinistra negli incroci pericolosi introdotto dal nuovo Codice della Strada dovrebbe avere un impatto positivo su questi drammatici dati.