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Perché l’aurora boreale di ieri non è legata alla crisi climatica: le risposte del prof De Bernardis

Una magnifica e insolita aurora boreale è apparsa nei cieli d’Italia il 5 novembre 2023. Fanpage.it ha intervistato l’astrofisico Paolo De Bernardis per saperne di più sull’eccezionale fenomeno e sulla sua origine.
Paolo De Bernardis
Astrofisico, docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma
A cura di Andrea Centini
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L'aurora boreale del 5 novembre 2023, fotografata da Senigallia (Marche). Credit: Katiuscia Pederneschi
L'aurora boreale del 5 novembre 2023, fotografata da Senigallia (Marche). Credit: Katiuscia Pederneschi

La sera di domenica 5 novembre 2023 si è verificata una magnifica aurora boreale visibile anche nei cieli d'Italia. I sinuosi archi del fenomeno ottico, tinti di un affascinante rosso acceso, sono stati immortalati dalle regioni settentrionali fino alla Puglia; uno spettacolo decisamente raro alle nostre latitudini. Normalmente, infatti, le aurore boreali (cioè le aurore polari che si verificano nell'emisfero boreale) sono visibili in Paesi molto più a Nord dello “Stivale”, come Norvegia, Islanda e Canada. A generare l'evento è stato il flusso di vento solare innescato da un'espulsione di massa coronale (CME) che ha raggiunto la Terra tra il 4 e il 5 novembre, dando vita a una tempesta geomagnetica di Classe 3, come specificato da spaceweather.com. In alcuni Paesi l'aurora boreale è stata accompagnata anche da un altro fenomeno ottico chiamato STEVE, che è stato immortalato in splendidi scatti dall'Irlanda del Nord. Per capire meglio le ragioni per cui è stato possibile osservare l'aurora polare anche nel nostro Paese e altre caratteristiche del fenomeno abbiamo contattato il professor Paolo De Bernardis, astrofisico ordinario di Astrofisica preso il Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma. Ecco cosa ci ha raccontato.

Professor De Bernardis, il 5 novembre nei cieli d'Italia si è manifestata una spettacolare quanto insolita aurora boreale, normalmente visibile in Paesi molto più settentrionali del nostro. Eppure è stata avvistata anche dalla Puglia. Com'è possibile?

Si, è un evento raro. Ma non è così raro da essere preoccupati. Nel senso che queste sono iniezioni di massa coronale del Sole. Succede spesso, soprattutto quando siamo vicini al massimo del ciclo solare. Il Sole ha un ciclo di attività di 11 anni e ora siamo vicini al massimo di attività, atteso per il 2025. Vuol dire che il Sole è un po' meno tranquillo del solito. Ci sono più macchie solari, ci sono campi magnetici intensi e ci sono delle espulsioni di massa. Massa vuol dire tante particelle, anche molto energetiche, che viaggiano quasi alla velocità della luce o un po' meno. Se la bolla di particelle espulsa è diretta verso la Terra, arriva un paio di giorni dopo l'espulsione dal Sole. Nei fatti l'esplosione sul Sole era stata vista il 3 novembre e puntualmente il 5 novembre questa “roba” è arrivata. Sono particelle cariche e quindi interagiscono col campo magnetico della Terra modificandolo. Possono dare disturbi alle reti elettriche, alle reti di comunicazione e così via. Oltre a generare le aurore. Vuol dire che queste particelle restano intrappolate nel campo magnetico della Terra, circolano lì e producono quella luce colorata che è tanto bella vedere.

L'espulsione di massa coronale ha dato vita a una tempesta geomagnetica di Classe G3, ma non tutte le tempeste solari forti danno vita ad aurore boreali che si vedono alle nostre latitudini. C'è stato un motivo particolare? È successa a una quota eccezionalmente elevata?

Dipende da come era diretta la bolla. In questo caso è successo che era diretta un po' verso di noi, mettiamola così. Non è stata particolarmente forte. Ce n'è stata una molto più forte nel 2003, venti anni fa. Lì ci sono stati parecchi effetti sulle reti sia di potenza che di comunicazione. Questa non ha fatto grandi cose, però lo spettacolo è stato bello.

Credit: Katiuscia Pederneschi
Credit: Katiuscia Pederneschi

Senza dubbio. Dato che ci avviciniamo al picco massimo dell'attività solare – un recente articolo suggerisce che potrebbe anticipare alla fine del 2024 -, possiamo aspettarci altre aurore sull'Italia nei prossimi mesi?

Il ciclo solare non è perfettamente regolare, l'anticipo può esserci. Abbiamo un'espulsione di massa coronale a settimana quando il Sole è tranquillo e qualcuna al giorno quando il Sole invece è al massimo dell'attività. Il problema è dove vengono dirette. Perché possono essere dirette in qualunque direzione, e che capiti che siano dirette proprio verso la Terra non è molto probabile. Per questo succede raramente che ci siano grosse tempeste. E non sono ben prevedibili. Possiamo prevederle dopo aver visto che la bolla viene verso di noi, ma il giorno prima non possiamo dire nulla su dove sarà inviata questa bolla di particelle energetiche.

Diciamo allora che fino al raggiungimento del picco massimo di attività solare avremo più probabilità che le aurore boreali possano essere visibili anche da noi. Abbiamo questa speranza, diciamo così.

Sì. Ovviamente se uno si trova vicino ad alte latitudini, diciamo nel cerchio aurorale intorno a 60 – 70 gradi Nord, lì hanno visto un fenomeno ancor più intenso di quello che abbiamo visto noi. È stata una combinazione di eventi improbabili.

Ma perché l'aurora polare era tendenzialmente rossa? Di solito nelle immagini da cartolina provenienti dalle località turistiche della Norvegia e altri Paesi nordici le vediamo principalmente verdi, azzurre.

Quello dipende dall'energia delle particelle. A seconda dell'energia emettono fotoni, luce di energia diversa. Quelli rossi sono un pochino meno energetici di quelli verdi o blu. Quindi niente di particolare. Comunque anche nelle fotografie si nota un gradiente di colore, in alto sono blu poi diventano rosse in basso. Non sono tutte dello stesso colore.

Alcuni hanno associato questo fenomeno dell'aurora boreale in Italia ai cambiamenti climatici, che da quel che sappiamo noi non c'entrano proprio nulla. Ce lo conferma professore?

Non c'entrano nulla. Diciamo comunque che se c'è un legame è dovuto al fatto che il clima sulla Terra dipende un pochino anche da cosa sta facendo il Sole. Questo è vero, non c'è dubbio. Però la maggior parte del cambiamento climatico che stiamo sperimentando adesso non è dovuto al Sole, ma all'uomo. Il Sole non c'entra niente. Nel 2003 ce n'è stata una molto più grande e chissà quante ce ne sono state nei secoli passati.

Queste tempeste geomagnetiche che danno vita alle aurore polari possono essere anche molto problematiche. Come mi accennava si parla di disturbi a reti elettriche, navigazione satellitare etc etc. Il famigerato Evento di Carrington legato a una tempesta di Classe G5 è successo nel 1859, quando non vivevamo in una società ipertecnologica e iperconnessa come quella odierna. Però presero fuoco i telegrafi, i telegrafisti presero le scosse e così via. Alcuni dei suoi colleghi dicono che un evento del genere al giorno d'oggi ci porterebbe in un Medioevo tecnologico. Cosa può dirci al riguardo?

Questo è elettromagnetismo classico. Noi sappiamo benissimo che cosa può succedere. Tutte le volte che le particelle modificano il campo magnetico terrestre lo modificano di poco. Questa tempesta geomagnetica l'ha modificato dell'uno per mille, è pochissimo. L'ago della bussola si è spostato di un millesimo rispetto a quanto si sposta normalmente. Niente di importante a piccolo livello. Però le reti che noi usiamo, la rete di distribuzione di elettricità, sono circuiti elettrici molto grandi. Di dimensioni proprio. Variazioni del campo magnetico su un'area molto grande provocano delle correnti grandi. Il campo magnetico cambia poco, ma quello che conta è il suo flusso, cioè il campo magnetico moltiplicato per l'area racchiusa dal circuito. In questo caso è molto grande. Ecco perché anche una piccola variazione del campo magnetico produce un effetto importante. Quindi sovraccorrenti, trasformatori che esplodono. Non so quanto è successo adesso, però può succedere ed è successo in passato. Questo non è facile da contrastare. Si dovrebbero fare dei circuiti elettrici schermati, ma sarebbe costosissimo. E quindi si preferisce giocare col fatto che la probabilità degli eventi è bassa e quando succede si aggiusta. Questo diciamo che è il modo di approcciare al problema più conveniente, dal punto vista dell'economia immediata. Se uno guarda l'economia a lungo termine può essere non la strategia ottimale, ma come sappiamo benissimo quando ci sono di mezzo i soldi si guarda all'immediato.

Però non saremmo per nulla pronti innanzi a un fenomeno della portata dell'Evento di Carrington

Potrebbero esserci dei danni gravi, ma è improbabile questo evento, sulla base dell'esperienza passata

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