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Perché la tosse dura così a lungo e cosa c’è dietro le infezioni persistenti

Potrebbe dipendere dal “debito immunitario” attribuibile alle misure adottate per fronteggiare l’emergenza Covid che, negli ultimi due anni, hanno ridotto l’esposizione agli stimoli immunitari.
A cura di Valeria Aiello
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Gli alti tassi di influenza e altre infezioni respiratorie che si registrano quest’inverno potrebbero essere dovuti al “debito immunitario” attribuibile alle misure di contenimento e mitigazione contro il Covid, come lockdown e mascherine, che negli ultimi due anni hanno ridotto l’esposizione agli stimoli immunitari che normalmente riceviamo durante questo periodo dell’anno. È questa l’ipotesi formulata dagli esperti del Regno Unito, dove i dati della UK Health Security Agency (UKHSA) documentano un’incidenza ben superiore alla media stagionale di casi influenzali e simil-influenzali, come del resto accaduto anche in Italia con la revoca delle restrizioni Covid.

Non è chiaro perché alcune delle attuali infezioni respiratorie in circolazione sembrino durare più a lungo del solito – questo è stato notato sia dai medici che dai pazienti, ma non siamo del tutto sicuri del perché stia accadendo – ha affermato a Sky News la professoressa Kamila Hawthorne, presidente del Royal College of General Practitioners, l’organismo professionale per gli specialisti in Medicina generale del Regno Unito – . La maggior parte della popolazione è stata socialmente isolata durante gli ultimi due inverni e questo sembra aver ridotto la loro resistenza alle infezioni, il che pare rendere più probabile che contraggano infezioni rispetto agli anni precedenti”.

Cos’è il "debito immunitario" e perché riduce la resistenza alle infezioni

Il fenomeno di cui si parla, e che potrebbe spiegare valori ben al di sopra le soglie epidemiche stagionali per le infezioni del tratto respiratorio inferiore e superiore, è stato recentemente descritto da diversi epidemiologi che, con la revoca delle misure anti-Covid, avevano allertato sul rischio derivato da queste stesse misure. “Questi interventi – spiegano gli studiosi in un articolo pubblicato su Expert Review Vaccinehanno ridotto il numero di persone che si sono ammalate prima che fossero disponibili vaccini e terapie contro il Covid-19 fossero disponibili, ma hanno anche avuto altre conseguenze per la salute pubblica”.

Tali effetti vanno ricercati nel rallentamento o addirittura nell’interruzione della diffusione di diverse malattie infettive rispetto ai tempi pre-pandemia. “Questo periodo relativamente lungo di 2 anni durante il quale le persone, in particolare i bambini, sono state esposte a un minor numero di infezioni potrebbe significare che il loro sistema immunitario è meno preparato a combattere queste malattie. Inoltre, la vaccinazione contro malattie diverse dal Covid-19 è diminuita nei primi mesi della pandemia, il che significa che il numero di bambini e adulti non protetti contro malattie prevenibili con il vaccino è potenzialmente aumentato – hanno precisato i ricercatori – . L’allentamento delle restrizioni ha inoltre causato il ritorno di alcune malattie contro le quali non è disponibile alcun vaccino, a volte con più casi rispetto agli anni pre-pandemia”.

Quindi, in alcuni casi, può accadere di contrarre un’infezione dopo l’altra, in quanto si potrebbe essere suscettibili a virus mai incontrati prima, come nel caso dei bambini, oppure perché, più in generale, si è stati esposti a un minor numero di infezioni, il che potrebbe significare che il nostro sistema immunitario è in debito, ovvero meno preparato a combattere queste malattie.

Per prevenire queste epidemie, sottolineano gli studiosi, dovrebbero essere incoraggiate e promosse le vaccinazioni di routine e di prevenzione oltre il Covid, nonché “incentivate le pratiche di buona igiene, come lavarsi regolarmente le mani e gettare via i fazzoletti una volta che sono stati utilizzati” ha aggiunto Hawthorne, che ha anche raccomandato l’assunzione di paracetamolo in caso di affezioni febbrili, mal di gola o mal d’orecchio, di stare al caldo, riposare molto e bere molti liquidi. “Incoraggiamo i pazienti a capire che somministrare antibiotici per le infezioni virali non aiuterà, poiché aiutano solo con le infezioni batteriche – ha sottolineato l’esperta – . La maggior parte delle infezioni del tratto respiratorio superiore sono dovute a virus. Per cui, se una tosse è particolarmente persistente, o fa apparire catarro scolorito, oppure è gravemente peggiorata con mancanza di respiro, o se un paziente avverte dolore al petto o perde peso senza motivo, dovrebbe chiedere un parere medico”.

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