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Covid 19

Perché la pandemia di Covid sta favorendo la diffusione della varicella e altre malattie infettive

In alcuni Paesi si sta osservando un sensibile aumento dei casi di varicella, scarlattina, RSV e altre malattie infettive. La causa sarebbe la pandemia di Covid.
A cura di Andrea Centini
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Come affermato all'Hull Daily Mail dal dottor Andy Kingdom, Direttore della Sanità Pubblica presso l'East Riding Council (Regno Unito), nell'area di sua competenza si stanno manifestando degli "strani modelli" nella diffusione di malattie infettive comuni. Tra quelle coinvolte vi sono la varicella, la scarlattina e il virus respiratorio sinciziale umano (RSV), i cui casi stanno crescendo in modo significativo parallelamente a una diminuzione dei positivi alla Covid. Per quanto concerne la varicella, una malattia esantematica provocata dal virus varicella-zoster, il dottor Kingdom ha affermato che nelle scuole ci sono tre classi con casi di infezione anziché una, come avveniva in precedenza. Anche i casi di RSV sono in sensibile aumento, un fenomeno particolarmente evidente negli Stati Uniti, come evidenziato dai dati recentemente riportati dal New York Times.

Dietro queste anomalie secondo alcuni scienziati vi sarebbe proprio la pandemia di COVID-19, che ha completamente stravolto i normali cicli diffusivi delle patologie. Lo studio “Impact of the COVID-19 pandemic on the circulation of other pathogens in England” pubblicato su MedrXiv e condotto dagli scienziati dell'Università del Kent e dell'Università Goethe, ad esempio, ha analizzato l'impatto delle misure non farmaceutiche sulla diffusione di 22 malattie in Inghilterra, rilevando dati significativi. Sebbene infatti per le patologie trasmesse attraverso le vie respiratoria e oro-fecale non sono state evidenziate alterazioni, rispetto al periodo pre-pandemico sono stati registrati focolai in aumento di scarlattina,  streptococco, varicella, herpes simplex e altre infezioni della pelle e dell'intestino, per le quali non esiste un vaccino o non viene fornito nel Regno Unito (come quello per la varicella). Ricordiamo che le misure non farmaceutiche sono le mascherine, il distanziamento sociale, i lockdown, la didattica a distanza, lo smart working, la cura dell'igiene delle mani e tutte le altre raccomandazioni atte a limitare il contatto stretto e la trasmissione delle malattie.

Secondo alcuni studiosi i lockdown e le altre misure avrebbero in qualche modo indebolito il nostro sistema immunitario, in particolar modo quello dei bambini, dato che è stata eliminata la consueta esposizione agli agenti patogeni che si verifica vivendo a contatto con altri. Anche le dosi virali e batteriche basse, non in grado di innescare un caso clinico, mantengono in allenamento la risposta immunitaria. Ma durante la pandemia essa è stata totalmente cancellata, soprattutto nei periodi di chiusura più rigidi. Ciò ha modificato i modelli di infezione dei patogeni coinvolti e alcuni adesso ne stanno approfittando adesso, con le misure anti Covid quasi completamente rimosse (è il primo inverno dall'inizio della pandemia). “Il coronavirus ha interrotto il solito schema di infezioni. Lo stiamo vedendo con la varicella, ad esempio, poiché i bambini sono stati tenuti lontani l'uno dall'altro non abbiamo avuto il solito schema”, ha dichiarato il dottor Kingdom, in riferimento alla situazione nell'East Riding. “Queste anomalie si faranno sentire fino a quando le cose non torneranno alla normalità”, ha chiosato il dirigente britannico.

Secondo alcuni esperti a causa di questa condizione anomala, caratterizzata dalla riduzione delle misure anti Covid e dal sistema immunitario indebolito dalle misure draconiane, nei prossimi mesi rischiamo una vera e propria "triplendemia", ovvero l'elevata diffusione di tre patologie distinte: COVID-19, influenza e infezione da virus respiratorio sinciziale umano. I patogeni che le causano si avvantaggiano infatti della stagione fredda, sia per questioni squisitamente logistiche (ad esempio si trascorre più tempo al chiuso) che per quelle fisiologiche. Le basse temperature, infatti, possono ridurre l'efficacia immunitaria e inoltre rendono le vie aeree più suscettibili all'aggressione dei virus respiratori. Un mix esplosivo di circostanze che potrebbe pesare sui sistemi sanitari di molti Paesi.

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