Perché il ghiacciaio Birch è crollato distruggendo un villaggio: “Segnale 2 minuti prima del distacco”

Il villaggio di Blatten, in Svizzera, è stato quasi completamente devastato dal crollo del ghiacciaio Birch, che ha innescato un’immensa valanga di fango e massi. Due minuti prima del collasso i sismografi hanno registrato un forte segnale anomalo.
A cura di Andrea Centini
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Ciò che resta di Blatten dopo il crollo. Credit: LaPresse
Ciò che resta di Blatten dopo il crollo. Credit: LaPresse

Attorno alle 15:30 di mercoledì 28 maggio un'enorme porzione del ghiacciaio Birch (Birchgletscher), in Svizzera, si è sganciata dal fianco della montagna Kleines Nesthorn delle Alpi svizzere, travolgendo il piccolo villaggio di Blatten nel Canton Vallese. Circa il 90 percento degli edifici è stato distrutto o sommerso dall'immensa valanga di detriti, ghiaccio e massi che sono piovuti dall'alto con una forza impressionante.

Fortunatamente questo evento non si è trasformato in una tragedia immane perché le autorità avevano deciso di evacuare la popolazione all'inizio di maggio, alla luce dello spostamento anomalo e preoccupante del ghiacciaio. Ogni giorno, prima del disastro, è arrivato a muoversi anche di 2,5 – 3,5 metri, segnale chiaro ed evidente dell'imminente disastro naturale. Sebbene molte vite sono state salvate grazie a questa doverosa precauzione, sono in corso le ricerche dell'unico disperso, un 64enne che si sarebbe avventurato nella zona di Blatten quando è venuto giù tutto.

Sulle cause del disastro non ci sono ancora conferme definitive, tuttavia diversi studiosi concordano che siamo innanzi alle conseguenze del cambiamento climatico. Le temperature in costante aumento stanno infatti erodendo progressivamente i ghiacciai interni e polari, con quelli delle Alpi e delle Alpi svizzere particolarmente colpiti. La Svizzera è il Paese europeo con più ghiacciai in assoluto che, secondo i calcoli dei glaciologi, nel 2023 hanno perso il 4 percento del loro volume complessivo, il peggior risultato di sempre dopo il 6 percento perduto nel 2022.

Le temperature costantemente oltre le medie, con lo zero termico che si sposta sempre più in quota, stanno avendo un impatto così devastante sui ghiacciai alpini che molti andranno perduti per sempre nel giro di pochi decenni. Lo studio “Global glacier mass changes and their contributions to sea-level rise from 1961 to 2016” pubblicato su Nature da scienziati dell'Università di Zurigo, ad esempio, prevede che entro il 2100 la maggior parte dei ghiacciai alpini sarà scomparsa. Il problema è significativo anche in Italia, dove il ghiacciaio della Marmolada, la “Regina delle Dolomiti”, secondo le previsioni degli esperti sopravviverà al massimo altri 25-30 anni. In Svizzera hanno fatto invece scalpore le immagini del ghiacciaio del Rodano, il più antico delle Alpi, che è stato coperto con degli enormi teloni bianchi riflettenti per rallentare l'inesorabile processo di scioglimento.

Non c'è dunque da stupirsi che ghiacciai sempre più deboli ed erosi, spesso sottoposti anche alla pressione degli eventi franosi soprastanti, arrivino fino a un punto critico e cedano, facendo precipitare a valle quantità immense di materiale. Come indicato, non sappiamo esattamente cos'è accaduto al ghiacciaio Birch sul Kleines Nesthorn, ma tutto lascia immaginare un ruolo significativo del riscaldamento globale. Come spiegato dal dottor Dave Petley, tra i massimi esperti mondiali di frane al mondo, al momento non è chiaro se l'enorme porzione del ghiacciaio si sia staccato a causa di un evento franoso accaduto sopra di esso o se sia crollato direttamente; lo scienziato sottolinea che l'analisi dei dati sismici “rivelerà tutto a tempo debito”.

In rosso il forse segnale sismico registrato prima del distacco. Credit: Jan Beutel/BlueSky
In rosso il forse segnale sismico registrato prima del distacco. Credit: Jan Beutel/BlueSky

L'esperto ha spiegato che un paio di minuti prima del crollo è stato registrato un forte segnale in questi dati, ma non è dato sapere se sia successo qualcosa nel pendio soprastante o all'interno del ghiacciaio stesso. L'unica certezza è che una massa enorme di materiale si è scagliata a valle a tutta forza, travolgendo il bucolico villaggio di Blatten e il vicino fiume Lonza.

I rischi per i paesi a valle

Proprio lo sbarramento del fiume provocato dai detriti sta dando vita a un lago gigantesco che a sua volta rischia di riversarsi su altri villaggi a valle, che sono stati anch'essi prontamente evacuati. I residenti, come raccontato dalla Reuters, sono increduli di quanto accaduto; erano pronti per un disastro naturale, ma non a un fenomeno di questa portata, che ha praticamente spazzato via tutto ciò che avevano. La zona al momento non è considerata sicura sia per il rischio di ulteriori crolli che per l'instabile lago in formazione, per questo idrovore e squadre di intervento ancora non entrano in azione.

Ciò che è certo è che il crollo del Birch è stato attentamente monitorato sin dapprincipio e usciranno diversi studi che proveranno a fare chiarezza sulle cause del disastro. Nei prossimi anni possiamo comunque aspettarcene di altri molto simili, proprio a causa della costante erosione dei ghiacciai catalizzata dal cambiamento climatico. In questi giorni è uscito un nuovo rapporto dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) in cui si sottolinea il rischio elevato che la temperatura media del prossimo quinquennio possa superare di 1,5 °C di riscaldamento rispetto a quella dell'epoca preindustriale. Superata questa soglia critica, secondo gli esperti, gli effetti del cambiamento climatico saranno estremi e irreversibili, trasformandosi nella principale minaccia per l'umanità.

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