29 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Perché è possibile che presto non troveremo più latte fresco sugli scaffali dei supermercati

Potrebbe essere sostituito da un nuovo prodotto pastorizzato con data di scadenza a 10 giorni.
A cura di Valeria Aiello
29 CONDIVISIONI
Immagine

Sta facendo discutere quella che si propone come una vera e propria transizione nel settore lattiero-caseario, volta a ridurre lo spreco alimentare e soddisfare le abitudini degli italiani, che non fanno più la spesa tutti i giorni e, soprattutto nell’era post-Covid, sono sempre più propensi ad acquistare cibi con un’aspettativa di vita più lunga. Per questo, il gruppo Granarolo, uno dei principali player del mercato del latte in Italia, si sta muovendo nella direzione dell’allungamento della cosiddetta “vita da scaffale” (shelf-life) dei propri prodotti caseari, valutando la sostituzione del latte fresco con un nuovo prodotto pastorizzato con una data di scadenza a 10 giorni. Attualmente, la legge italiana – unica in Europa – fissa a 6 giorni il termine massimo entro cui si può ottenere il marchio “latte fresco”.

Addio al latte fresco dal 2023

La strategia di allungamento della vita commerciale del latte fresco, quindi del tempo che trascorre tra la sua produzione e il consumo senza rischi per la salute del consumatore “andrebbe a beneficio dell’intera vita del prodotto, riducendo gli sprechi alimentari e valorizzando tutte le fasi precedenti di lavorazione che hanno portato il prodotto nel frigo dei nostri consumatori – spiega il Gruppo sul suo sito web – . Una vita residua più lunga dell’attuale consentirebbe alle famiglie che consumano quotidianamente i nostri prodotti di effettuare gli acquisti in modo efficiente, con una sola visita settimanale al supermercato, e di beneficiare delle qualità del prodotto più a lungo, riducendo al minimo gli sprechi e i rifiuti”.

Secondo quanto fa sapere la società, il nuovo latte è stato testato dagli assaggiatori che non hanno rilevato differenze in termini di gusto con il latte fresco. E i valori nutrizionali sono stati mantenuti.

Valutati anche i dati di mercato, che confermano la preferenza dei consumatori verso il latte che dura di più, e l’apertura della grande distribuzione sul latte con scadenza a 10 giorni, è probabile che la sostituzione avvenga nel corso del 2023.

Il consumo di latte ragionato e sostenibile

La modifica permetterebbe non sono di evitare gli sprechi alimentari, ma anche di guardare al futuro di tutti noi in termini di sostenibilità. “La nuova confezione ha un migliore impatto ambientale – afferma Gianpiero Calzolari, presidente della cooperativa bolognese – . Il tappo riduce la plastica del 35% e non si stacca dalla bottiglia come prevede l’Unione europea”.

C’è poi il problema della siccità, aumentata negli ultimi decenni, portando a ricadute sempre più negative nella filiera. “Oggi non c’è un problema di mancanza di latte, ma non è escluso che ci sia in futuro — aggiunge Calzolari —. Dopo la crisi dell’anno scorso abbiamo sentito tante chiacchiere, ma non c’è stata una vera iniziativa. Ci vuole una maggiore tempestività, la siccità è un’emergenza e va trattata come tale”.

29 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views