Perché devi lasciare i bagagli nell’aereo in caso di emergenza: cosa succede se li prendi

Mosca, 5 maggio 2019. Un Sukhoi Superjet-100 decollato dall'aeroporto Sheremetyevo di Mosca e diretto verso Murmansk viene colpito da un fulmine, che manda in tilt la strumentazione elettronica dell'aereo. I piloti del volo SU1492 della compagnia Aeroflot, con 78 persone a bordo tra passeggeri e membri dell'equipaggio, sono costretti a eseguire un atterraggio di emergenza sulla pista da cui erano partiti poco prima. L'aereo, durante la manovra, colpisce l'asfalto con la coda e rimbalza. Si innesca un principio di incendio. Le fiamme divampano nella parte posteriore del velivolo e si propagano rapidamente verso la cabina.
A bordo è il panico, ma alcuni riescono a scappare in tempo dalle uscite di emergenza. Le immagini di queste persone innanzi alla carcassa del velivolo, avvolta da fumo e fiamme, lasciano sgomenti gli esperti di tutto il mondo: in molti portano trolley, valigie e altri bagagli recuperati dalle cappelliere. Prima di fuggire, si erano infatti attardati a recuperare i propri effetti personali. Una decisione egoistica, scellerata, severamente proibita dal regolamento di bordo e soprattutto mortale. Nell'incidente sono infatti morte 41 persone, diverse delle quali bloccate da chi, incurante delle vite altrui, si era preoccupato di salvare i propri oggetti dall'incendio invece di scappare il più velocemente possibile.
Per ottenere la licenza al trasporto dei passeggeri su voli commerciali, chi costruisce gli aerei deve dimostrare che il proprio velivolo rispetti i requisiti di evacuazione, un insieme di test noto come “90-second certification test”, ovvero test di certificazione di 90 secondi. In parole semplici, è una certificazione di sicurezza nella quale si deve dimostrare che tutti i passeggeri a bordo (più i membri dell'equipaggio) possano essere fuori dal velivolo entro 90 secondi, con a disposizione metà delle uscite disponibili. La ragione di questo criterio è semplice: in caso di incidente, molto probabilmente, una parte delle uscite di emergenza non sarà accessibile a causa dell'impatto o di un'altra conseguenza. Il minuto è trenta secondi è invece considerato un tempo ragionevole per permettere alla maggior parte dei passeggeri di salvarsi.
Ora, chiaramente l'aereo deve avere determinate caratteristiche per permettere la rapida uscita delle persone a bordo, tuttavia non è solo il progetto del velivolo a influenzare le tempistiche di evacuazione, come evidenzia il drammatico incidente in Russia. Il comportamento delle persone a bordo è altresì fondamentale. Un recente rapporto redatto da ricercatori del Fire Safety Engineering Group dell'Università di Greenwich (Regno Unito) ha dimostrato – tramite migliaia di simulazioni – che la tempistica dei 90 secondi non verrebbe praticamente mai rispettata, nemmeno nello scenario migliore possibile. Per le simulazioni è stato utilizzato il software specializzato airEXODUS, nel quale sono stati valutati vari scenari con un aereo di linea a tunnel singolo con 185 passeggeri a bordo. Come per la certificazione dei 90 secondi, è stata tenuta in considerazione la disponibilità della metà delle uscite di emergenza (la configurazione tipica per un aereo sono 2 anteriori, 4 sulle ali e 2 posteriori).
Purtroppo, come indicato, le simulazioni hanno dimostrato che anche nello scenario migliore, ovvero con tutti i passeggeri che lasciano i bagagli al proprio posto, il tempo effettivo di fuga in risulta essere in media di un paio di minuti, circa 30 secondi in più rispetto alle tempistiche di riferimento. Ciò, chiaramente, può avere effetti catastrofici sulla sopravvivenza di chi è più lontano dalle uscite di emergenza, considerando fumi tossici, calore infernale e fiamme. Negli scenari in cui la percentuale di passeggeri che recupera trolley e affini inizia a salire, i tempi si allungano sensibilmente e il numero di persone che rischiano di restare intrappolate tra le fiamme aumenta drammaticamente. È stato calcolato che per estrarre un trolley dalla cappelliera possono perdersi fino a oltre 15 interminabili secondi (in media sono poco più di 5), che fanno la differenza tra la vita e la morte per chi è dietro.
Se il 25 percento dei passeggeri recupera i bagagli, l'evacuazione può superare i 3 minuti, il doppio del tempo raccomandato dal test di certificazione; con il 50 percento si arriva quasi a 4 minuti; e con il 75 percento quasi 5 minuti (si parla di picchi massimi, le medie sono inferiori). Ogni manciata di secondi equivale a più persone che non riescono a fuggire in tempo, in particolar modo dalle file posteriori. Circa un passeggero su quattro può morire superando il riferimento dei 90 secondi, con decine di morti in più causati della decisione scellerata di preoccuparsi dei bagagli e non di fuggire il più rapidamente possibile dall'aereo. Le stime sul numero di vittime sono piuttosto variabili e dipendono anche dalla posizione di chi decide di aprire le cappelliere, ma come indicato le file posteriori sarebbero le più svantaggiate (curiosamente, in caso di incidente aereo, gli studi indicano che c'è maggiore probabilità di salvarsi se ci si trova in coda).
Gli autori dello studio sottolineano che i risultati di queste simulazioni sono utili per rivalutare il modo in cui vengono eseguiti i test di certificazione per l'evacuazione degli aerei, ma possono essere preziosi anche per rivedere i regolamenti relativi alle norme comportamentali, con l'introduzione di sanzioni significative per chi si macchia di decisioni sconsiderate in situazioni di emergenza. I dettagli della ricerca "Investigating the Expanded Use of Modelling and Simulation for Evacuation Certifications Using the airEXODUS Aircraft Evacuation Simulation Software" sono stati pubblicati sul sito del Ministero dei Trasporti degli Stati Uniti.