1.753 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Per la prima volta osservata una stella mentre divora un pianeta: è il probabile destino della Terra

A 12.000 anni luce dalla Terra si è consumata una catastrofe cosmica: un pianeta è stato letteralmente divorato dalla sua stella madre. Per la prima volta gli scienziati hanno documentato il fenomeno proprio mentre si stava verificando.
A cura di Andrea Centini
1.753 CONDIVISIONI
Illustrazione di una stella mentre viene divorata Credit: K. Miller/R. Hurt (Caltech/IPAC)
Illustrazione di una stella mentre viene divorata Credit: K. Miller/R. Hurt (Caltech/IPAC)

Per la prima volta gli scienziati sono riusciti a documentare un fenomeno straordinario: la distruzione di un pianeta da parte della sua stella ospite. Questo genere di spettacolari eventi era stato osservato anche in passato, tuttavia ad essere rilevati erano sempre stati il prima e il dopo; ora, finalmente, è stato visto in “tempo reale” – tenendo presenti le distanze e i tempi coinvolti -, proprio mentre la stella divorava e disintegrava il suo pianeta. Si tratta di un fenomeno estremamente interessante soprattutto per un ragione: con buone probabilità, infatti, anche la Terra rischia di fare la stessa fine, tra circa 5 miliardi di anni, quando il Sole si “gonfierà” sensibilmente trasformandosi in una gigante rossa (ma la vita sul nostro pianeta sarà annientata molto prima). Insomma, studiare questo evento ci aiuterà a capire meglio quale potrebbe essere il nostro destino, così come quello di Mercurio, Venere e forse Marte.

A documentare la distruzione del pianeta extrasolare da parte della stella è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Massachusetts Institute of Technology (meglio conosciuto con l'acronimo di MIT), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del National Radio Astronomy Observatory di Socorro, dell'IPAC – California Institute of Technology, del Center for Astrophysics/Harvard & Smithsonian e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Kishalay De, docente presso il Kavli Institute for Astrophysics and Space Research del MIT, hanno iniziato a indagare sul fenomeno nel 2020, quando osservando i dati raccolti attraverso il programma di osservazione Zwicky Transient Facility (ZTF) dell'Osservatorio Palomar (California) si sono accorti di un fenomeno spettacolare: la luminosità di una stella era aumentata di circa cento volte nel giro di pochi giorni. Il segnale osservato è stato chiamato ZTF SLRN-2020. “Una notte ho notato una stella che si è illuminata di un fattore 100 nel corso di una settimana, dal nulla. È stato diverso da qualsiasi esplosione stellare che avessi visto nella mia vita”, ha sottolineato il professor De in un comunicato stampa.

La ragione di questa differenza risiedeva soprattutto in un dettaglio: l'esplosione ha innescato un significativo aumento di temperatura, come è normale che sia in una circostanza analoga, ma a questo “lampo incandescente è stato seguito da un segnale più freddo e prolungato”. Di cosa si trattava? Inizialmente si pensava a una stella che divorava un'altra stella, nel cuore di un sistema binario, ma grazie alle osservazioni spettroscopiche di follow up condotte con i telescopi dell'Osservatorio Keck (Isole Hawaii) non sono stati rilevati idrogeno ed elio, elementi che normalmente verrebbero emessi in simili circostanze. Ciò che hanno visto erano elementi molecolari che possono essere presenti solo a temperature più basse.

Grazie a osservazioni nell'infrarosso i ricercatori sono giunti alla conclusione che ciò che la stella stava divorando non era un'altra stella, ma un suo pianeta vicino, nello specifico un esopianeta gioviano con una massa circa mille volte inferiore a quella della stella madre, la cui distruzione ha determinato l'anomala riduzione della temperatura. Il corpo celeste ha vorticato a spirale attorno alla stella, finendo prima nella sua atmosfera e infine nel nucleo, che ha rilasciato all'esterno i suoi resti sotto forma di polvere fredda. La catastrofe cosmica si è verificata a 12mila anni luce dalla Terra, nel cuore della costellazione dell'Aquila.

“Stiamo vedendo il futuro della Terra. Se qualche altra civiltà ci osservasse da 10.000 anni luce di distanza mentre il sole inghiotte la Terra, vedrebbe il sole improvvisamente illuminarsi mentre espelle del materiale, quindi formare polvere attorno ad esso, prima di tornare allo stato precedente”, ha chiosato De. I ricercatori non sono tuttavia ancora convinti del destino della Terra, che invece di essere inghiottita come Mercurio e Venere potrebbe essere espulsa dal Sistema solare, diventando un astro vagabondo, gelido e privo della meravigliosa e preziosa biodiversità che oggi lo rende unico (per quel che ne sappiamo). I dettagli della ricerca “An infrared transient from a star engulfing a planet” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

1.753 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views