63 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Nessun asteroide di oltre 1 km rischia di colpire la Terra entro i prossimi mille anni

Secondo un nuovo studio la Terra per i prossimi mille anni non rischia l’impatto di un asteroide da oltre 1 km di diametro. È un’ottima notizia, ma ciò non significa che siamo totalmente al sicuro.
A cura di Andrea Centini
63 CONDIVISIONI
Immagine

Per i prossimi mille anni la Terra non rischia di essere colpita da grandi asteroidi, con un diametro superiore al chilometro. Perlomeno da quelli già noti e strettamente monitorati dai sistemi di sorveglianza della NASA, dell'ESA e delle altre principali agenzie spaziali governative. Si tratta di un'ottima notizia che amplia in modo considerevole la precedente finestra temporale di sicurezza. Fino ad oggi, infatti, gli scienziati avevano stimato con buona accuratezza le orbite dei NEO (Near Earth Objects, oggetti vicini alla Terra) fino a un secolo di distanza o poco più, ma grazie a un nuovo metodo è stato possibile prolungare la previsione di un ordine di grandezza, quindi fino a mille anni. Poiché si ritiene che abbiamo intercettato larghissima parte degli oggetti più pericolosi, possiamo sentirci relativamente al sicuro, perlomeno dall'apocalisse, ma ciò non significa che asteroidi più piccoli non possano causare eventi catastrofici.

A determinare che la Terra non sarà colpita dai grandi asteroidi conosciuti per i prossimi mille anni è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dello Smead Department of Aerospace Engineering Sciences dell'Università del Colorado di Boulder e del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che ha sede presso il California Institute of Technology (CALTECH) di Pasadena. I ricercatori, coordinati dal professor Oscar Fuentes Munoz, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato a fondo il Minimum Orbit Intersection Distance (MOID) degli oggetti in esame, ovvero la minima distanza all'intersezione orbitale, una misura astronomica che valuta l'avvicinamento e il rischio di collisione tra due corpi celesti. Calcolare le probabilità di impatto su scale temporali molto estese è complesso perché le incertezze orbitali aumentano in modo significativo: l'influenza gravitazionale di Giove o il riscaldamento dei “sassi spaziali” da parte del Sole potrebbero variare leggermente le orbite e mettere questi oggetti sulla strada di una futura collisione con la Terra.

Grazie al nuovo metodo, tuttavia, è emerso che i colossi più pericolosi e già noti non hanno una probabilità statisticamente significativa di colpirci. Poiché si ritiene che con i sistemi di sorveglianza attuali abbiamo individuato il 95 percento degli asteroidi vicini alla Terra con un diametro superiore al chilometro, per ora l'estinzione di massa è scongiurata. I ricercatori hanno calcolato che l'unico grande sasso spaziale che ha una remotissima possibilità di colpirci entro l'anno 3.000 è 7482 (1994 PC1), un asteroide di classe Apollo di 1,1 chilometri scoperto il coperto il 9 agosto 1994 dal dottor Robert McNaught presso il Siding Spring Observatory (Australia). Le probabilità di un avvicinamento entro l'orbita lunare in mille anni è di appena dello 0,00151%. Per quanto concerne gli asteroidi più piccoli, con un diametro uguale o superiore ai 140 metri, non ci sono rischi significativi per i prossimi cento anni.

Il problema principale risiede nel fatto che nonostante i sistemi di sorveglianza della Difesa Planetaria siano migliorati sensibilmente negli ultimi anni, non abbiamo ancora individuato tutti gli asteroidi potenzialmente pericolosi (PHA), quelli che hanno un diametro di almeno 150 metri e che si avvicinano all'orbita terrestre a meno di 7,5 milioni di chilometri (la distanza della Luna è in media di 384mila chilometri). Ma anche un sasso spaziale di dimensioni inferiori può causare una catastrofe: si calcola che ne sia sufficiente uno di 100 metri per distruggere completamente un'intera metropoli come New York City, provocando milioni di morti istantaneamente.

Per questi motivi è fondamentale continuare a monitorare i NEO con sempre maggiore precisione e sviluppare metodi per fermarli, nel caso in cui dovessero "metterci nel mirino". Recentemente la missione Dart della NASA ha dimostrato di poter deviare un asteroide con un impatto cinetico, facendogli schiantare contro una sonda grande come un frigorifero a migliaia di chilometri orari. Per i colossi “killer di pianeti”, come Chicxulub da 10 chilometri che fece estinguere i dinosauri non aviani 66 milioni di anni fa, ci vuole sicuramente ben altro, ma al momento, come evidenziato dal nuovo studio, non c'è nessuno di questi mostri a puntarci per il prossimo millennio. I dettagli della ricerca “The hazardous km-sized NEOs of the next thousands of years” sono stati pubblicati su ArXiv.

63 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views