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Nei laghi alieni di Titano può sbocciare la scintilla della vita: l’affascinante ipotesi degli scienziati

Due astrobiologi hanno avanzato un’affascinante ipotesi per la nascita della vita su Titano, la più grande luna di Saturno. Nei laghi e negli oceani di questo mondo alieno, potrebbe infatti verificarsi un processo analogo a quello che ha dato origine alle prime cellule sulla Terra.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione della superficie di Titano. Credit: Steven Hobbs
Illustrazione della superficie di Titano. Credit: Steven Hobbs

Su Titano, la più grande luna di Saturno (e dell'intero Sistema solare), potrebbe verificarsi un affascinante processo che è alla base dell'origine della vita qui sulla Terra. In parole semplici, nei laghi e negli oceani di questo corpo celeste ci sarebbero le condizioni per la formazione di vescicole, strutture simili alle cellule che sul nostro pianeta hanno giocato un ruolo fondamentale nel brodo primordiale per l'innesco della vita. In queste sferule possono infatti essere impacchettate le molecole organiche, che grazie al compartimento isolato possono organizzarsi fino a dar vita alle protocellule, a loro volta capaci di evolversi in cellule vere e proprie. La biosfera del nostro pianeta avrebbe iniziato a formarsi miliardi di anni fa proprio grazie al microambiente protetto offerto dalle vescicole.

A determinare che su Titano è possibile che si formino le vescicole e, di conseguenza, possano esservi i presupposti per la presenza di vita aliena sono stati i due scienziati Christian Mayer e Conor A. Nixon, rispettivamente dell'Istituto di Chimica Fisica – CENIDE dell'Università di Duisburg-Essen (Germania) e del Laboratorio dei Sistemi Planetari del Goddard Space Flight Center di Greenbelt (Stati Uniti), uno dei centri di ricerca più importanti della NASA. I due ricercatori hanno avanzato questa ipotesi dopo aver tenuto in considerazione le particolari condizioni della luna di Saturno, che con i suoi 5.150 chilometri di diametro è persino più grande di Mercurio, il primo pianeta del Sistema solare.

Le caratteristiche di Titano

Titano è l'unico corpo celeste del nostro sistema, assieme alla Terra, ad avere una superficie coperta di liquidi con fiumi, laghi e oceani, coinvolti in un ciclo completo grazie alla complessa atmosfera ricca di azoto e metano, caratterizzata anche da nuvole e precipitazioni. Potrebbe sembrare un mondo “simile” al nostro, ma in realtà è un luogo alieno estremamente inospitale per le forme di vita sulla Terra. I liquidi, infatti, non sono acqua, ma metano ed etano, inoltre la temperatura superficiale è estremamente bassa, quasi – 180 °C.

Si ritiene comunque che sotto l'enorme crosta di ghiaccio – lo spessore può arrivare a 170 chilometri! – di Titano possa esservi un vasto oceano d'acqua e ammoniaca, dove si presume che la vita possa aver trovato un modo per sbocciare. Un recente studio condotto da scienziati canadesi dell'Università dell'Ontario Occidentale e statunitensi del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha tuttavia determinato con una simulazione ad hoc che in questo oceano sotterraneo possano arrivare pochissime tonnellate di glicina ogni anno, il più semplice degli amminoacidi; poiché il volume dell'oceano di Titano è immenso – una dozzina di volte quello di tutti gli oceani terrestri – questa quantità può essere considerata una vera e propria goccia nell'oceano, insufficiente per sostenere la vita. Di fatto, ci sarebbe troppa dispersione per l'unione dei mattoni della vita.

La formazione delle vescicole su Titano

Le sopracitate vescicole non si formerebbero però nell'oceano sommerso, bensì sui laghi e oceani superficiali di metano ed etano, con la complicità delle precipitazioni. Sulla superficie di questi bacini alieni, infatti, a causa degli spruzzi generati dalla pioggia di idrocarburi, attorno alle goccioline potrebbero formarsi delle molecole con uno strato idrofilo all'esterno e uno idrofobo all'interno. Queste strutture con un compartimento interno sono chiamate dagli scienziati “anfifili”. La radiazione solare può scomporre le molecole presenti nell'atmosfera di Titano e creare composti organici semplici che, una volta finiti nei liquidi attraverso le precipitazioni, possono combinarsi con gli anfifili e dar vita alle vescicole, come mostra la grafica sottostante.

La formazione delle vescicole su Titano. Credit: Christian Mayer (Università di Duisburg–Essen) e Conor Nixon (NASA Goddard)
La formazione delle vescicole su Titano. Credit: Christian Mayer (Università di Duisburg–Essen) e Conor Nixon (NASA Goddard)

Sulla Terra le vescicole hanno permesso l'origine della vita nel brodo primordiale; su Titano potrebbero aver fatto lo stesso. La membrana della parete esterna delle cellule, infatti, è organizzata secondo un doppio strato lipidico, che si è evoluto proprio dalle protocellule nate dalle vescicole, ricche di molecole organiche al loro interno. “L'esistenza di vescicole su Titano dimostrerebbe un aumento di ordine e complessità, condizioni necessarie per l'origine della vita”, ha dichiarato il dottor Nixon in un comunicato stampa della NASA. “Siamo entusiasti di queste nuove idee perché possono aprire nuovi percorsi per la ricerca su Titano e potrebbero cambiare il modo in cui cercheremo la vita su Titano in futuro”, ha chiosato l'esperto.

Nel 2028 sarà lanciata sulla luna di Saturno la missione DragonFly della NASA, basata su un piccolo elicottero che sorvolerà la superficie del corpo celeste, ma non indagherà sui laghi di etano e metano. I dettagli della ricerca “A proposed mechanism for the formation of protocell-like structures on Titan” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica International Journal of Astrobiology.

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