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Nati gemelli siamesi uniti per torace e addome: hanno quattro braccia e due gambe

In Egitto una donna ha dato alla luce con parto cesareo due gemelli siamesi con torace e addome fusi. Forse hanno troppi organi condivisi per essere separati.
A cura di Andrea Centini
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Una donna egiziana ha dato alla luce attraverso un parto cesareo due gemelli siamesi con due teste, quattro braccia e due gambe. L'intervento è stato eseguito presso l'Ospedale Universitario di Mansura, città sita nella regione del delta del Nilo, a circa 120 chilometri dal Cairo. Stando al comunicato stampa del nosocomio egiziano, citato dal portale accademico Sada El-Balad Universities, l'operazione è andata a buon fine e i bambini sono stati immediatamente trasferiti presso una struttura specializzata per essere preparati al possibile processo di separazione. I piccoli, tuttavia, risultano uniti per l'intero torace e l'addome e potrebbero condividere diversi organi vitali; in questo caso è inverosimile che possano sopravvivere all'operazione.

Il parto cesareo è stato eseguito domenica 18 dicembre da un team medico specializzato del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale egiziano, al termine dei regolari 9 mesi di gravidanza. La madre dei piccoli era a conoscenza del fatto che avrebbe dato alla luce due gemelli siamesi. Prima del cesareo sono stati condotti esami preliminari con onde sonore quadridimensionali per valutare la loro condizione. Come indicato, l'intervento è andato a buon fine e i gemelli sono stati subito consegnati alle cure di una equipe di specialisti per seguire la loro peculiare condizione. A eseguirlo il dottor Mohamed Fekry del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e i colleghi anestesisti Kholoud Al-Muji e Mohamed Ali. Non è stato comunicato il sesso dei bambini, ma è noto che nei gemelli siamesi (che sono sempre dello stesso sesso) c'è il triplo delle probabilità che nascano femmine.

Come specificato dall'ospedale Bambino Gesù di Roma, i gemelli siamesi sono gemelli con un corredo identico di geni, che nascono con varie parti del corpo fuse fra di esse. Nel caso dei bimbi nati in Egitto si tratta di torace e addome. Ciascun piccolo ha una propria testa e due braccia, mentre hanno solo due gambe in comune. “I gemelli siamesi sono una coppia di gemelli monozigoti, vale a dire gemelli identici che provengono dallo stesso zigote (il nome che diamo alla cellula uovo fecondata da uno spermatozoo), che nascono uniti fisicamente e che spesso condividono anche alcuni organi”, spiega il nosocomio romano. Non è noto quali organi condividano i piccoli nati in Egitto, ma è possibile che possano avere un solo intestino e due reni, dato che dall'addome in giù risulta il corpo di un singolo bimbo. Durante il loro sviluppo nell'utero i gemelli siamesi sono monoamniotici – cioè condividono un unico sacco amniotico – e monocoriali, cioè sono supportati da un'unica placenta.

Ma perché nascono i gemelli siamesi? Il Bambino Gesù spiega che la causa risiede “nella mancata separazione della placca embrionale (zigote in via di sviluppo) tra il 15esimo e 17esimo giorno di gestazione o dalla fusione di 2 dischi amniotici (zigoti in via di sviluppo) a livello della colonna vertebrale, del torace, dell'addome o del bacino alla 3a o 4a settimana di vita intrauterina”. La frequenza delle nascite di gemelli siamesi varia da 1 ogni 50mila a 1 ogni 100mila nati vivi in base alla regione geografica, pari a “un caso ogni 400 gemelli omozigoti”, indica il Bambino Gesù. La sopravvivenza dei gemelli siamesi è molto bassa, dato che 4 coppie su 5 perdono la vita o in utero (28 percento) oppure subito dopo la nascita (54 percento), a causa della presenza di malformazioni gravi “non compatibili con la vita”.

In caso di nati vivi, come avvenuto in Egitto, laddove possibile si può procedere con un intervento chirurgico d'urgenza per la separazione oppure programmarlo successivamente, sulla base della situazione clinica e funzionale dei piccoli. Prima di procedere alla separazione si può passare per la ricostruzione tridimensionale / virtuale dell'anatomia attraverso le immagini raccolte attraverso la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, in modo da sapere esattamente dove e come procedere una volta sotto i ferri. Per completare l'intervento, che può durare moltissime ore, è richiesta la collaborazione di una vasto team multidisciplinare. Come specificato, non è noto il destino dei piccoli nati a Mansura.

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