Mangiare questi cibi prima di andare a dormire è associato a incubi e sonno disturbato, secondo uno studio

Mangiare dolci e latticini la sera, prima di andare a dormire, è associato a un sonno di qualità inferiore e a un numero maggiore di incubi. Se si soffre di allergie o intolleranze alimentari, l’effetto negativo può essere ancora più marcato, rendendo la notte ancor più tormentata. È quanto emerso da uno studio di associazionepubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, nel quale gli scienziati hanno indagato la correlazione tra abitudini alimentari, sogni, incubi e qualità del sonno. È noto a chiunque che mangiare più del solito in occasioni come feste, cerimonie o cene speciali può riflettersi in una notte di disturbi gastrointestinali, brutti sogni e cattivo sonno. Tuttavia, queste osservazioni sono per lo più aneddotiche e finora poco indagate dalla scienza. La nuova ricerca cerca di colmare proprio questa lacuna, pur trattandosi di uno studio di associazione, i cui risultati dovranno essere confermati da analisi più approfondite e controllate.
A stabilire che i prodotti a base di latticini come formaggi, latte, dessert e simili sono associati a un sonno più disturbato e ricco di incubi è stato un team di ricerca canadese, guidato da scienziati del Centro di ricerca avanzata in medicina del sonno CIUSSS-NIM di Montréal, che hanno collaborato con i colleghi di diversi istituti; fra essi il Dipartimento di Psichiatria e Dipendenze dell’Università di Montréal, il Dipartimento di Psicologia dell’Università della British Columbia e quello dell’Università Grant MacEwan di Edmonton. I ricercatori, coordinati dal professor Tore Nielsen, docente presso il Dream & Nightmare Lab dell’ateneo di Montréal, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'indagine su un migliaio di studenti dell’Università MacEwan.
Ai partecipanti sono stati somministrati diversi questionari con domande sulla qualità del sonno, la frequenza di sogni e incubi, le abitudini alimentari, eventuali intolleranze o allergie e altri aspetti legati alla salute psicofisica. Incrociando i dati, è emerso che circa il 25 percento degli studenti ha riferito che alcuni alimenti peggioravano il sonno, mentre il 20 percento ha indicato che altri cibi lo miglioravano. Solo il 5,5 percento ha affermato che ciò che mangiava prima di dormire influenzava i sogni. Per quanto riguarda gli incubi, utilizzando il metodo standardizzato Nightmare Disorder Index, è stata rilevata una forte associazione con il consumo di dolci e latticini: circa il 30 percento li ha correlati ai dolci, mentre il 22 percento ai prodotti caseari.
È interessante notare che circa il 33 percento degli studenti ha riferito di avere incubi ricorrenti; nella maggior parte dei casi si trattava di donne. Molti hanno dichiarato di cenare tardi e, tra chi consumava cibo spazzatura, sono stati riscontrati sonno più disturbato e sintomi gastrointestinali più frequenti. Al contrario, chi mangiava meno e in modo più sano riportava meno incubi, una migliore qualità del sonno e una maggiore capacità di ricordare i sogni.
Tra le correlazioni osservate, quelle con le intolleranze alimentari e le allergie sono risultate particolarmente significative, fungendo da catalizzatori per sogni inquieti o bizzarri e sonno disturbato. “Gli incubi sono più gravi nelle persone intolleranti al lattosio, che soffrono di sintomi gastrointestinali acuti e hanno un sonno frammentato,” ha dichiarato il professor Nielsen in un comunicato. “Questo ha senso, perché sappiamo che altre sensazioni corporee possono influenzare i sogni. Gli incubi possono essere molto destabilizzanti, soprattutto se si verificano frequentemente, perché tendono a svegliare le persone in uno stato di disforia. Potrebbero persino indurre comportamenti di evitamento del sonno. Entrambi i sintomi possono privare di un sonno davvero ristoratore”, ha aggiunto.
Secondo un recente studio dell’Università di Cambridge e del King’s College di Londra, gli incubi potrebbero essere anche un segnale precoce di una malattia autoimmune, il lupus eritematoso sistemico (LES), poiché si è osservato un aumento dei brutti sogni tra chi riceve tale diagnosi. Un’altra ricerca del Dementia Research Institute del Regno Unito li ha invece collegati a un invecchiamento biologico accelerato e, soprattutto, a un rischio triplo di morte prematura. Alla luce di queste evidenze, ridurre il numero di incubi potrebbe rappresentare un beneficio per la salute generale, anche perché dormire bene porta molteplici vantaggi, mentre il sonno disturbato è correlato a numerosi esiti negativi.
Cambiare le abitudini alimentari, secondo quanto suggerisce la nuova ricerca, potrebbe essere una strada efficace per migliorare il riposo notturno. È importante sottolineare che lo studio ha coinvolto una popolazione specifica (studenti universitari), perciò saranno necessari approfondimenti futuri per confermare questi risultati. I dettagli dello studio "More dreams of the rarebit fiend: food sensitivity and dietary correlates of sleep and dreaming" sono stati pubblicati su Frontiers in Psychology.