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Mangiare gli insetti può aiutare l’ambiente più di quanto pensiamo

Lo sostiene un team di esperti internazionale in un nuovo documento appena pubblicato sulla rivista scientifica Trends in Plant Science.
A cura di Valeria Aiello
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Gli insetti, considerati una fonte di cibo sostenibile, potrebbero aiutare l’ambiente più di quanto pensiamo. Oltre ad essere un’eccellente fonte proteica, richiedono molte meno risorse rispetto agli allevamenti tradizionali e potrebbero avere effetti positivi anche sulle coltivazioni agricole.

Lo sostiene un team internazionale di esperti in un documento pubblicato sulla rivista Trends in Plant Science, in cui viene chiarito come gli scarti degli allevamenti di insetti per la produzione di mangimi per animali e alimenti destinati al consumo umano possano potenzialmente fornire un concime organico in grado di promuovere la crescita delle colture, con un impatto sul microbioma del suolo tale da promuovere la salute delle piante.

Un nuovo fertilizzante organico sta emergendo dalla produzione di una nuova fonte di proteine ​​animali, ovvero la produzione di insetti come il verme della farina gialla ( Venebrio molitor ), il verme della farina minore ( Alphitobius diaperinus ), il grillo domestico ( Acheta domesticus ), la mosca soldato nera (Hermetia illucens) o mosca domestica (Musca domestica) per cibo e mangimi” affermano gli autori dell’articolo.

In particolare, la produzione di insetti per alimenti e mangimi si traduce generalmente in due sottoprodotti: esuvie di insetti, ovvero gli esoscheletri lasciati dopo la muta degli insetti, e il cosiddetto frass, cioè gli escrementi e il cibo per insetti non consumato, che potrebbero diventare potenziali alternative ai fertilizzanti e ai pesticidi convenzionali. “Un componente importante delle esuvie degli insetti è la chitina, un polisaccaride azotato ad alto peso molecolare che è presente anche nella parete cellulare dei funghi e nell’esoscheletro di molti crostacei – spiegano gli esperti – . È stato dimostrato che i fertilizzati contenenti chitina promuovono la crescita delle piante”.

“Esiste, tuttavia, un insieme di batteri che possono metabolizzare la chitina ed aiutare le piante a essere più resistenti a malattie e parassiti” ha aggiunto Marcel Dicke, biologo vegetale dell'Università di Wageningen, in Olanda, e coautore del documento – . Quando le esuvie vengono aggiunte al suolo, le popolazioni di quei batteri benèfici aumentano”.

Inoltre, osservano gli studiosi, l’aggiunta di escrementi di insetti al terreno fornisce azoto e altri nutrienti alle piante, aumentando la biomassa e il contenuto nutritivo. “Sia la chitina, sia gli escrementi di insetti hanno un impatto sulla composizione del microbioma del suolo e questo può essere un fattore importante nella promozione crescita e salute delle piante”.

Le esuvie, d’altra parte, hanno anche il potenziale per funzionare come mezzo di controllo dei parassiti, in quanto non solo possono favorire la crescita delle coltivazioni ma anche causare cambiamenti nella fisiologia vegetale che, in caso di attacco da parte di parassiti, permette alle piante di produrre con maggiore efficacia sostanze volatili in grado di attirare insetti predatori e persino nemici naturali degli insetti antagonisti. “Io lo chiamo il grido d’aiuto della pianta – dice Dicke – . Stanno reclutando guardie del corpo”.

Gli autori ritengono che l’aggiunta dei sottoprodotti dell’allevamento degli insetti alle coltivazioni agricole possa essere un passo in avanti verso un sistema alimentare circolare, in cui i rifiuti vengono quasi eliminati. Gli insetti, alimentati con il flusso dei rifiuti dell’agricoltura, diventano una fonte di cibo per gli esseri umani e gli animali, e l’uso degli scarti della produzione di insetti come additivo organico promuove la crescita delle colture va, andando chiudere il cerchio.

Il passo successivo, ritiene Dicke, è convincere più persone, in particolare in Occidente, all’idea degli insetti come fonte di cibo. In diverse parti del mondo, gli insetti sono già un alimento base della dieta, comunemente consumati in dozzine di Paesi, come in alcune regioni dell’Africa, dove abitualmente si mangiano locuste, grilli e termiti, bolliti, fritti o essiccati al sole. “Molte persone nei Paesi occidentali dovrebbero abituarsi a mangiare insetti – ha concluso Dicke – . Io ho mangiato grilli, vermi della farina e locuste, e possono dire che mi sono trovato benissimo”.

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