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Luci misteriose nel cielo: gli scienziati scoprono un legame con test nucleari e avvistamenti di Ufo

Nuovi studi mostrano che migliaia di lampi di luce apparsi e scomparsi nel cielo notturno dei primi anni Cinquanta sono collegati ai test di armi nucleari e segnalazioni di Ufo. Secondo gli scienziati si tratta di correlazioni statisticamente significative, non spiegabili dal caso.
A cura di Valeria Aiello
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Alcuni dei lampi di luce improvvisamente apparsi e scomparsi nelle immagini astronomiche degli anni Cinquanta. Sono assenti nelle immagini scattate poco prima della loro comparsa e in tutte quelle successive / Credit: Università di Stoccolma
Alcuni dei lampi di luce improvvisamente apparsi e scomparsi nelle immagini astronomiche degli anni Cinquanta. Sono assenti nelle immagini scattate poco prima della loro comparsa e in tutte quelle successive / Credit: Università di Stoccolma

Luci fugaci e misteriose, catturate per caso dagli astronomi degli anni Cinquanta e rimaste per decenni senza una spiegazione, sembrano essere in qualche modo collegate a test nucleari e avvistamenti di Ufo. Lo hanno scoperto gli scienziati dell’Università di Stoccolma, in Svezia, insieme ai colleghi della Vanderbilt University (Stati Uniti), analizzando centinaia di migliaia di immagini astronomiche del secolo scorso, precedenti al lancio in orbita del primo satellite artificiale, lo Sputinik 1, avvenuto il 4 ottobre 1957.

Dai dati è emerso che questi lampi di luce erano fino al 68% più frequenti il giorno successivo ai test nucleari rispetto agli altri giorni e che, per ogni segnalazione di Ufo o di fenomeni anomali non identificati (UAP) registrata nello stesso periodo, la probabilità di osservare questi fenomeni aumentava dell’8,5%.

Quando le due condizioni – test nucleare e avvistamento – si verificavano nello stesso giorno, il numero medio di lampi raddoppiava. “Si tratta di una correlazione statisticamente significativa, non spiegabile dal caso” ha spiegato la ricercatrice Beatriz Villarroel, astrofisica del Nordic Institute for Theoretical Physics (Nordita) e dell’Università di Stoccolma, che ha guidato le indagini. “Ciò non significa che esista una causa diretta, ma indica che qualcosa stava effettivamente accadendo nell’atmosfera o nello spazio immediatamente sopra di noi”.

Cosa rivelano i nuovi studi sui lampi di luce

Gli studi si sono concentrati sui cosiddetti “transienti”, brevi lampi di luce che improvvisamente appaiono e scompaiono nel cielo notturno. Le analisi, condotte nell’ambito del progetto VASCO (Vanishing & Appearing Sources during a Century of Observations), hanno preso in esame di dati del primo Palomar Observatory Sky Survey (POSS-I) e di altre osservazioni simili condotte tra il 1949 e il 1957, portando all’identificazione di oltre 106.000 lampi luminosi.

Quattro immagini di una regione del cielo centrata sul triplo transiente (tre brevi lampi di luce) identificato nel luglio 1952. In alto a sinistra, l’immagine del triplo transiente (appena sopra il centro) a lunghezze d’onda più lunghe (red). In alto a destra: un’immagine a lunghezze d’onda più corte (blue) con esposizione di 10 m della stessa regione, scattata subito dopo senza alcuna traccia del triplo transiente. In basso a sinistra e a destra: immagini scattate due mesi dopo (14 settembre 1952) che mostrano il transiente ancora scomparso / Credit: Scientific Report 2025
Quattro immagini di una regione del cielo centrata sul triplo transiente (tre brevi lampi di luce) identificato nel luglio 1952. In alto a sinistra, l’immagine del triplo transiente (appena sopra il centro) a lunghezze d’onda più lunghe (red). In alto a destra: un’immagine a lunghezze d’onda più corte (blue) con esposizione di 10 m della stessa regione, scattata subito dopo senza alcuna traccia del triplo transiente. In basso a sinistra e a destra: immagini scattate due mesi dopo (14 settembre 1952) che mostrano il transiente ancora scomparso / Credit: Scientific Report 2025

Oggi sappiamo che questi brevi lampi di luce sono spesso riflessi solari da oggetti piatti e altamente riflettenti in orbita attorno alla Terra, come satelliti e detriti spaziali. Ma le immagini analizzate sono state scattate prima che gli esseri umani avessero satelliti nello spazio” ha affermato Villarroel.

Un primo studio, pubblicato su Scientific Reports (Nature Portfolio), ha verificato l’ipotesi secondo cui alcuni transienti potessero essere correlati ai test di armi nucleari o alle segnalazioni di fenomeni anomali non identificati (Uap), inclusi gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (Ufo). I ricercatori hanno trovato un legame inatteso: i lampi luminosi risultavano più numerosi nei giorni successivi ai test nucleari e nei periodi con maggior numero di segnalazioni di UFO o UAP.

Un secondo studio, pubblicato contemporaneamente su Publications of the Astronomical Society of the Pacific, suggerisce che almeno un terzo dei lampi osservati sia dovuto a riflessioni solari, poiché questi fenomeni mancano completamente nella zona d’ombra terrestre, dove la luce del Sole non può generare riflessi.

Questa peculiarità, unita alla presenza di schemi che non possono essere spiegati dal caso e dal rumore dell’immagine, ha portato i ricercatori a ipotizzare l’esistenza di oggetti artificiali riflettenti nell’orbita terrestre prima del 1957, anno del lancio del primo satellite artificiale. Una tesi, che se confermata, avrebbe implicazioni inattese.

Per molto tempo, i singoli punti luminosi sono stati liquidati come difetti, anche quando sembravano stelle vere – ha osservato Villarroel – . I nostri risultati mostrano che sembra esserci una vera e propria popolazione di fenomeni correlati, tra le altre cose, a test di armi nucleari o segnalazioni di Uap, e che mancano nell’ombra terrestre.

Non si ottengono riflessi solari di questo tipo da oggetti rotondi come asteroidi o granelli di polvere nello spazio, che lasciano striature durante un’esposizione di 50 minuti, ma solo se qualcosa è molto piatto e riflette la luce solare con un breve lampo”.

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