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L’uccello dal canto più bello e melodioso d’Italia è anche stupendo: le immagini del rigogolo

Tra gli uccelli italiani più belli vi è senza dubbio il rigogolo, caratterizzato da un meraviglioso piumaggio giallo dorato e nero (nei maschi adulti). Questa specie, particolarmente schiva, è nota anche per il canto flautato e melodioso. Ecco l’audio del suo richiamo e alcune bellissime fotografie.
A cura di Andrea Centini
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Rigogolo. Credit: Giancarlo Arci
Rigogolo. Credit: Giancarlo Arci

Quando si parla di bellezza del canto probabilmente il primo uccello che viene in mente è il piccolo usignolo (Luscinia megarhynchos), grazie alla complessità e alla varietà del suo repertorio che abbraccia centinaia di strofe. Ma in Italia c'è anche un'altra specie che riesce a stupire per dolcezza e musicalità dei richiami: il rigogolo (Oriolus oriolus). Oltre a essere un abilissimo cantante, questo uccello passeriforme è di una grazia sorprendente. Il maschio adulto, infatti, presenta un fantastico piumaggio giallo e nero fortemente contrastato che lascia davvero a bocca aperta. Si tratta senza dubbio di uno degli uccelli più belli e appariscenti d'Italia, come la ghiandaia marina e il gruccione di cui abbiamo già raccontato.

Rigogolo. Credit: Andrea Centini
Rigogolo. Credit: Andrea Centini

A differenza di questi ultimi, tuttavia, il rigogolo è molto più complicato da avvistare, come sanno bene i fotografi naturalisti e gli appassionati di birdwatching che vorrebbero ammirarlo e immortalarlo. La ragione risiede nel fatto che è una specie piuttosto diffidente, che spesso si nasconde tra le fronde apicali di alberi alti e in zone remote. Non ci stupiremmo se la maggior parte dei lettori di questo articolo non ne avesse mai visto uno. Eppure proprio in questi giorni di maggio il canto flautato del rigogolo continua a riecheggiare nelle valli e nelle pianure d'Italia, da Nord a Sud. I fortunati che lo ascoltano restano sorpresi dalle note della melodia – spesso intervallate da suoni gracchianti simili a quelle delle ghiandaie – proveniente dagli alberi, ma senza riuscire a vedere l'animale. Proprio alcuni giorni fa abbiamo ricevuto dei file audio con la richiesta di identificazione della specie; era un rigogolo, nascosto tra la fitta vegetazione della bellissima Puglia.

Questi uccelli sono tornati in Italia dall'Africa da circa un mese per la migrazione riproduttiva. Una delle tappe più importanti di questo lungo ed estenuante viaggio, prima di disperdersi nello Stivale e altrove, è l'isola di Ventotene innanzi alle coste del Lazio. Proprio qui il fotografo naturalista Giancarlo Arci, che ci ha concesso alcune delle splendide fotografie che vedete in questo articolo, ne ha incontrati "migliaia di esemplari" che si nutrivano sugli alberi. Uno spettacolo meraviglioso. Alcuni rigogoli, esausti per il lunghissimo viaggio dall'Africa subsahariana, sono purtroppo finiti preda dei grandi gabbiani reali mediterranei (Larus michahellis) che li “attendevano al varco”.

Rigogolo. Credit: Giancarlo Arci
Rigogolo. Credit: Giancarlo Arci

I rigogoli sono leggermente più grandi e slanciati dei merli; la Lega italiana protezione uccelli (Lipu) indica che hanno un'apertura alare massima di 48 centimetri e una lunghezza compresa tra i 22 e i 25 centimetri. Come specificato, ciò che spicca è il piumaggio meraviglioso dei maschi, nel quale il giallo dorato del corpo contrasta con il nero lucente della coda e delle ali. Il becco, con cui si nutrono di frutta e insetti, è lungo e color arancio. In questo rappresentante degli oriolidi sussiste un netto dimorfismo sessuale; ciò significa che maschi e femmine sono molto diversi nell'aspetto. Il piumaggio delle femmine, come mostra la fotografia sottostante che abbiamo scattato ai Castelli Romani, è caratterizzato da dettagli verdastri – giallognoli e un ventre bianco con striature, caratteristiche che si osservano anche nei giovani. Va tuttavia sottolineato che talvolta le femmine possono essere molto somiglianti ai maschi, come indicato nella “Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente” di Lars Svensson: “A volte le femmine adulte possono essere molto gialle, non striate sotto e difficili da distinguere dal maschio sul campo, però hanno redini grigie scure e terziarie e timoniere centrali parzialmente color oliva”. Insomma, non sempre le differenze sono così marcate e immediatamente riconoscibili.

Rigogolo. Credit: Andrea Centini
Rigogolo. Credit: Andrea Centini

Questa splendida specie, evidenzia la Lipu, “non ama i boschi di conifere, preferisce le zone alberate sia isolate che più inaccessibili”. Anche per questo non è affatto facile incontrare un rigogolo, al di là del suo comportamento assai schivo. È inoltre di indole solitaria e solo in determinate circostanze è possibile vedere più esemplari assieme. Nidifica proprio tra maggio e giugno, costruendo uno spettacolare nido a forma di amaca sospeso all'incrocio tra due rami, come fanno certi uccelli tropicali.

Fortunatamente, a differenza di quanto avviene per molte specie di cui ci occupiamo sulle nostre pagine, lo status di conservazione del rigogolo è considerato favorevole sia a livello europeo che italiano. La sua indole molto schiva, probabilmente, lo aiuta a tenersi lontano dai pericoli delle aree più antropizzate. La Lipu indica che in Italia si stima una popolazione compresa tra le 40.000 e le 100.000 coppie, quindi in salute. Uso di pesticidi e taglio degli alberi rappresentano comunque minacce da non sottovalutare per questa splendida specie migratoria.

Rigogolo. Credit: Giancarlo Arci
Rigogolo. Credit: Giancarlo Arci
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