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L’Osservatorio di Kitt Peak investito da un grave incendio: 300 pompieri per salvare i telescopi

È corsa contro il tempo per salvare decine di telescopi del Kitt Peak National Observatory, investito da un incendio che ha già divorato oltre 8mila ettari.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NOIRLab
Credit: NOIRLab

Un grave incendio sta minacciando da alcuni giorni l'area del monte Kitt Peak, sito nel deserto di Sonora in Arizona (Stati Uniti), dove è ubicato l'omonimo e celebre osservatorio astronomico. Sono circa trenta i telescopi di grandi e medie dimensioni dislocati nella struttura di ricerca ai confini col Messico, nella quale lavorano centinaia di astronomi. Da quando è scoppiato l'incendio di Contreras, lo scorso 11 giugno, tutto il personale è stato evacuato. Al momento trecento vigili del fuoco coadiuvati dal supporto di aerei ed elicotteri antincendio stanno facendo tutto il possibile per salvare i preziosissimi strumenti dalle fiamme. Ad oggi è confermata la distruzione di quattro edifici non adibiti espressamente alla ricerca (dormitori per gli scienziati e supporto), mentre non è ancora chiara la sorte dei telescopi e delle antenne.

Nell'aggiornamento condiviso il 20 giugno dal National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory (NOIRLab) della NASA, che gestisce parte dei telescopi del Kitt Peak National Observatory, si legge che nelle 24 ore precedenti l'incendio si è esteso di altri 613 ettari (1.517 acri), coprendo un'area totale dallo scoppio di ben 8.240 ettari (20.360 acri). I vigili del fuoco al momento riescono a contenere circa il 40 percento del fronte dell'incendio, come indicato dall'Eastern Area Incident Management Team. “Non è stato ancora possibile visitare l'osservatorio con un team di valutazione dei danni per valutare lo stato dei telescopi. L'intero osservatorio è ancora considerato troppo pericoloso ed è aperto solo alle squadre antincendio”, si legge nel comunicato del NOIRLab. In precedenza era stato indicato che tutte le cupole dei telescopi erano ancora in piedi, con alcuni dispositivi già messi in protezione. Fra essi il telescopio da 4 metri Nicholas U. Mayall e le cupole dell'UArizona/Steward Observatory. Il fuoco si era invece avvicinato molto al McMath-Pierce Solar Telescope e al Windows on the Universe Center ancora in costruzione. Il 19 giugno i vigili del fuoco stavano ancora combattendo strenuamente per proteggerli dalle fiamme.

A causa dei diversi focolai ancora attivi e della non remota possibilità che il vento possa cambiare direzione improvvisamente, c'è un rischio ancora significativo che le fiamme possano distruggere l'impianto. Ma come indicato, non sono ancora certe le sorti di tutte le infrastrutture scientifiche. Tra le potenziali “vittime” c'è un'antenna radio sfiorata dalle fiamme il 17 giugno. Una webcam installata nell'area l'ha ripresa circondata dal fumo e con le fiamme pericolosamente vicine; poi la telecamera ha smesso di funzionare. Non si conoscono le sorti dell'antenna. Probabilmente solo al termine dell'emergenza gli scienziati potranno capire con esattezza la portata dei danni all'osservatorio, impegnato in un numerose ricerche scientifiche.

Gli Stati del Midwest, come l'Europa sudoccidentale, sono stati investiti da un'estrema ondata di calore e da significativi eventi di siccità, che hanno anticipato la stagione degli incendi. La vegetazione andata in fumo è molto superiore a quella che si registra mediamente in questa parte dell'anno. In Kansas a causa delle temperature anomale e dell'umidità elevata sono morte fino a 10mila mucche. La frequenza, l'intensità e l'arrivo anticipato di questi eventi sono tutti fattori associati ai cambiamenti climatici, catalizzati dalle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra derivate dalle attività umane.

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