L’oggetto interstellare 3I/ATLAS è un’astronave aliena ostile? L’ipotesi dello scienziato di Harvard

L'oggetto interstellare 3I/ATLAS scoperto all'inizio di luglio potrebbe essere un'astronave aliena, con potenziali intenzioni ostili verso la Terra. È quanto suggerito dall'interessante analisi "Is the Interstellar Object 3I/ATLAS Alien Technology?" guidata dal dottor Abraham Avi Loeb, ricercatore presso il Dipartimento di Astronomia della prestigiosa Università di Harvard (Stati Uniti). Il fisico teorico e astronomo israeliano è considerato – o perlomeno è stato considerato – una delle figure più influenti in ambito spaziale, ma la sua popolarità è divenuta globale quando il “sigaro spaziale” 1I/'Oumuamua fu rilevato nel Sistema solare alla fine del 2017, il primo oggetto interstellare mai identificato.
Avi Loeb e i suoi collaboratori suggerirono che questo oggetto dalla forma e orbita insolite potesse essere una sonda aliena inviata per spiarci. La sua ipotesi fu respinta negativamente dalla comunità scientifica, così come quella sulla scoperta di "possibili frammenti di un veicolo extraterrestre" nell'Oceano Pacifico, rivenuti nel contesto del Progetto Galileo. I suoi studi avventurosi a tema extraterrestre sono stati un po' ostacolati dai colleghi e non a caso non vengono citati in altre indagini, tuttavia sono sicuramente degni di interesse. Non solo per l'autorevolezza dello studioso, ma anche per i criteri con cui vengono esposte queste ipotesi, per quanto assurde e altamente improbabili.
Lo stesso Avi Loeb ha sottolineato in un blog che molto probabilmente 3I/ATLAS è una cometa interstellare, come suggeriscono le prime indagini ufficiali, ma ciò non significa che sia sbagliato esplorare altre ipotesi, per quanto ardite. Il fatto che siamo soli nell'Universo è ritenuto altamente improbabile secondo moltissimi scienziati; solo nella Via Lattea, la nostra galassia, si stima possano esserci almeno 36 civiltà aliene intelligenti, secondo uno studio dell'Università di Nottingham. Pertanto, non c'è nulla di male nel vagliare tutte le possibilità per un oggetto effettivamente alieno – cioè proveniente da un altro mondo – e con caratteristiche assai anomale.
Perché 3I/ATLAS potrebbe essere un'astronave aliena
Dunque, per quale motivo secondo Avi Loeb e i suoi colleghi – Adam Hibberd e Adam Crowl dell'Initiative for Interstellar Studies (i4is) – 3I/ATLAS potrebbe essere un'astronave aliena? Ci sono diversi punti analizzati dai tre studiosi. Il primo è la traiettoria: il piano orbitale dell'oggetto, infatti, è curiosamente parallelo a quello della Terra, trovandosi entro soli 5 gradi dall'eclittica (il piano immaginario con l'orbita del nostro pianeta attorno al Sole). Secondo i calcoli degli scienziati, le probabilità di una tale coincidenza è di appena lo 0,2 percento. Insomma, di tante traiettorie che poteva avere 3I/ATLAS, ne ha proprio una che "affianca" quella della Terra. Ancor più interessante il fatto che, durante il suo viaggio nel cuore del Sistema solare, l'oggetto si avvicinerà molto a Venere, a Marte e a Giove, tra le 0,19 e le 0,65 unità astronomiche (una UA è pari a circa 150 milioni di chilometri, la distanza che separa il Sole dalla Terra). Le probabilità cumulative che un avvicinamento di questo tipo avvenga casualmente "è appena dello 0,005 percento", evidenziano gli esperti. Pertanto, non si può escludere che l'oggetto possa essere artificiale e che si sia avvicinando in questo modo per condurre indagini sui tre pianeti.
E l'interesse per la Terra? Secondo Avi Loeb, gli alieni a bordo di questa astronave potrebbero essere a conoscenza delle capacità delle nostre tecnologie di rilevarli, così, quando la sonda sarà al perielio, cioè la minima distanza al Sole, l'oggetto si troverà esattamente dall'altra parte della stella rispetto alla Terra. Ciò, di fatto, impedirebbe a noi esseri umani di indagare a fondo sull'oggetto nel momento più propizio, essendo appunto “protetto” dalla presenza scomoda del Sole fra i nostri telescopi e la presunta astronave. Di fatto, potrebbe essere una manovra scelta a tavolino per nascondersi ai nostri occhi. È sicuramente una teoria affascinante, ma parecchio ardita.
Sempre in tema di approccio al Sistema solare, Avi Loeb e colleghi ritengono che l'oggetto stia arrivando con una simile traiettoria perché, a un certo punto, potrebbe accendere i motori ed eseguire una manovra di Oberth, una manovra astrodinamica che permette a un veicolo spaziale di ottenere una maggiore spinta (bruciando carburante) nel punto più veloce della sua orbita. 3I/ATLAS, nel caso in cui disponesse davvero di motori, potrebbe accenderli in un preciso punto tra Giove e Sole al fine di diventare un oggetto “permanente” del Sistema solare. Ciò avrebbe senso, nel caso in cui si volesse indagare sui pianeti presenti nel sistema.
Un altro elemento curioso suggerito dagli studiosi sono le dimensioni dell'oggetto, stimate in circa 20 chilometri. Gli esperti ritengono che prima di intercettare un oggetto interstellare così grande, secondo il calcolo delle probabilità, avremmo dovuto identificare prima 1 milione di oggetti più piccoli di Oumuamua. Con simili dimensioni più che un'astronave aliena -nemmeno quella di Balle Spaziali riuscirebbe a competere – somiglierebbe più a una vera e propria città vagante. Noi, del resto, che ne sappiamo delle tecnologie “in dotazione” agli extraterrestri?
Un altro dettaglio interessante evidenziato dagli autori dell'analisi risiede nell'assenza di "caratteristiche spettrali di gas cometario". Al momento non sono state rilevate perché 3I/ATLAS è davvero molto distante da noi (circa mezzo miliardo di chilometri), eppure le prime immagini – estremamente sfocate – suggeriscono proprio la presenza di una chioma legata alla sublimazione e al rilascio dei gas. Secondo Avi Loeb, tuttavia, potrebbe semplicemente trattarsi della sfocatura legata alla lunga esposizione per ottenere le immagini. Nei prossimi mesi, con ragionevole certezza, avremo tutte le conferme del caso sulla presenza di gas cometari.
In conclusione, Avi Loeb e colleghi sottolineano che il loro articolo è in gran parte “un esercizio pedagogico, con scoperte interessanti e strane serendipità, degne di essere registrate nella letteratura scientifica”. Ritengono pertanto molto probabile che 3I/ATLAS sia naturale, una cometa appunto, ma al contempo che è doveroso attendere dati astronomici certi per avere tutte le conferme del caso. Al netto di ciò, è comunque chiaro che vi sono alcune anomalie e curiosità interessanti relative a questo oggetto: “Se osservate da una prospettiva aperta e imparziale, queste indagini hanno rivelato molti spunti interessanti sulla possibilità che 3I/ATLAS sia tecnologico”, hanno chiosato gli esperti.
Non resta dunque che attendere l'avvicinamento dell'oggetto interstellare e la raccolta di ulteriori dati, nella speranza di non essere innanzi allo scenario inquietante della “Foresta Oscura”, secondo il quale i nostri potenziali vicini cosmici sono tutto fuorché amichevoli. Il fatto che non li intercettiamo, infatti, non significa che non ci siano, ma solo che intendono celarsi ai nostri occhi, alla luce di intenzioni ostili. Le presunte manovre di 3I/ATLAS suggerite da Avi Loeb e colleghi potrebbero essere interpretate proprio in un simile scenario.