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L’anidride carbonica in atmosfera ha superato del 50% i livelli dell’epoca preindustriale

L’atmosfera terrestre è sempre più inquinata dall’anidride carbonica (CO2): superati di oltre il 50% i livelli preindustriali del gas a effetto serra.
A cura di Andrea Centini
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I livelli di anidride carbonica (CO2) in atmosfera hanno raggiunto una media di 421 parti per milione (ppm), superando di oltre il 50 percento le concentrazioni che si registravano prima della Rivoluzione Industriale. Questo evento spartiacque a partire dalla metà del XVIII secolo ha sì contribuito a migliorare in modo significativo il nostro benessere, ma ha anche determinato un catastrofico impatto ambientale. Non a caso le emissioni di gas a effetto serra – come la CO2 e il metano – sono tra i principali catalizzatori del riscaldamento globale; se non le abbatteremo in modo drastico e rapido i cambiamenti climatici condanneranno l'umanità sarà a “sofferenze indicibili”. La nostra stessa civiltà potrebbe sparire addirittura entro il 2050.

Il nuovo dato sui livelli di anidride carbonica in atmosfera è stato pubblicato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un'agenzia federale statunitense che si occupa di oceani, clima e meteo. I dati sulla CO2 atmosferica vengono raccolti dal Mauna Loa Atmospheric Baseline Observatory, un'avanzata stazione di ricerca scientifica costruita in cima al vulcano di Big Island, la più grande delle Isole Hawaii. I sensori si trovano a circa 3.400 metri sul livello del mare, una quota tale che permette di analizzare campioni d'aria non influenzati dall'inquinamento locale o da altri fattori come la vegetazione. Le misurazioni ottenute, pertanto, ben rappresentano la media di ciò che avviene in tutto l'emisfero boreale.

Le ultime analisi hanno rilevato che i livelli di CO2 a maggio hanno raggiunto il picco per il 2022, pari a 421 parti per milione (ppm). Le rilevazioni hanno riportato una media di 420,99 parti per milione, “con un aumento di 1,8 ppm rispetto al 2021”, si legge in un comunicato stampa della NOAA. Gli scienziati sottolineano che prima della Rivoluzione Industriale, per circa 6.000 anni di civiltà umana i livelli di anidride carbonica atmosferica si sono sttestati attorno alle 280 ppm. Da quando sono stati introdotti il motore a vapore e tutte le altre tecnologie alla base della rivoluzione la nostra specie ha riversato nell'ambiente circa 1,5 trilioni di tonnellate di CO2, una quantità enorme di gas serra della quale “gran parte continuerà a riscaldare l'atmosfera per migliaia di anni”, scrive la NOAA. Non è un caso che se anche riusciremo a tagliare in parte o del tutto le emissioni di CO2, i danni resteranno comunque cospicui. La sesta estinzione di massa, ad esempio, è già in atto, gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti, lo scioglimento dei ghiacci è a livelli drammatici, così come lo sono la siccità e le carestie.

Come spiegato dalla NOAA, i livelli di anidride carbonica sono attualmente paragonabili a quelli del Pliocene Climatic Optimum, un periodo compreso tra 4,1 e 4,5 milioni di anni fa, quando erano attorno o superiori a 400 ppm. “Durante quel periodo, il livello del mare era tra 5 e 25 metri più alto di quello attuale, abbastanza da sommergere molte delle più grandi città moderne del mondo. Le temperature erano quindi in media di 7 gradi Fahrenheit superiori rispetto ai tempi preindustriali e gli studi indicano che grandi foreste occupassero l'odierna tundra artica”, specifica il NOAA. Un nuovo studio ha appena dimostrato che proprio la tundra siberiana sarà destinata a sparire nel giro di pochi secoli, sostituita dalla taiga (foresta boreale). Ma anche se anche riusciremo ad azzerare le emissioni entro il 2100, sopravvivrà soltanto il 32,7 percento della tundra entro il 2500, proprio a causa dei livelli di CO2 estremi già immessi in atmosfera.

“La scienza è inconfutabile: gli esseri umani stanno alterando il nostro clima in modi in cui la nostra economia e le nostre infrastrutture devono adattarsi. Possiamo vedere gli impatti dei cambiamenti climatici intorno a noi ogni giorno. L'aumento incessante del biossido di carbonio misurato a Mauna Loa ci ricorda chiaramente che dobbiamo adottare misure urgenti e serie per diventare una nazione più pronta per il clima”, ha chiosato il dottor Rick Spinrad, a capo della NOAA. Riuscire a contenere entro 1,5° C l'aumento delle temperature medie rispetto all'epoca preindustriale è fondamentale per salvare la biodiversità, gli equilibri ecologici del pianeta e noi stessi.

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