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L’aereo precipitato a Louisville costretto a decollare nonostante il guasto: cos’è la velocità di decisione

Nel pomeriggio del 5 novembre un aereo cargo McDonnell Douglas MD-11 (F) dell’UPS si è schiantato a Louisville, portando alla morte almeno 14 persone. Il pilota è stato costretto a tentare il decollo nonostante il guasto ai motori; per quale motivo e cos’è la velocità di decisione o V1.
A cura di Andrea Centini
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Il frame di un video che riprende il drammatico incidente aereo a Louisville. Credit: YouTube
Il frame di un video che riprende il drammatico incidente aereo a Louisville. Credit: YouTube

Col passare dei giorni continuano ad arrivare nuovi video drammatici dell'incidente aereo a Louisville (Stati Uniti) che ha coinvolto il volo UPS 2976, schiantatosi subito dopo il decollo contro gli edifici di un'azienda di riciclaggio (Kentucky Petroleum Recycling) e una che si occupa di ricambi d'auto (Grade A Auto Parts). Lo schianto è avvenuto esattamente alle 17:13 (ora locale) del 5 novembre, innanzi all'aeroporto internazionale di Louisville (SDF). Dalle immagini si vede chiaramente che il velivolo, un McDonnell Douglas MD-11 (F) cargo diretto all'aeroporto internazionale “Daniel K. Inouye” di Honololu (Hawaii), ha l'ala sinistra in fiamme, prima di alzarsi in volo e precipitare pochi secondi dopo contro i fabbricati. Il pilota è decollato nonostante fosse ben consapevole del guasto al velivolo, a causa del superamento della cosiddetta “velocità di non ritorno”, una velocità – tecnicamente nota come V1 o velocità di decisione – oltre la quale non si può più arrestare in sicurezza la corsa di un aereo sulla pista, che costringe pertanto ad alzarsi in volo nonostante tutto. Ci torneremo a breve.

L'impatto dell'aereo ha provocato la morte di almeno 14 persone, tra cui i tre piloti a bordo: il comandante Richard Wartenberg, il primo ufficiale Lee Truitt e il capitano Dana Diamond. Ci sarebbero ancora dispersi e alcuni morti da identificare, a causa della gigantesca palla di fuoco sprigionata dalla collisione del velivolo, carico di carburante in vista del volo di ben 8 ore. Non è chiaro se trasportasse sostanze tossiche.

Per quanto concerne la dinamica, l'MD-11 di 34 anni (un'età non elevata per i cargo) ha perso il motore sinistro mentre decollava – non è chiaro se per cedimento strutturale o un qualche evento esplosivo – e i pezzi hanno colpito il secondo, determinando il disastro. UPS e FedEx hanno messo a terra i propri MD-11 per precauzione (ne hanno diversi nella flotta), mentre il giorno successivo la Federal Aviation Administration (FAA) ha esteso l'iniziativa a tutti questi modelli per un'ispezione accurata, al fine di evitare potenziali incidenti analoghi.

Le velocità di un aereo al decollo: V1, Vr e V2

Ciò che è certo è che c'è stato un allarme in cabina per diversi secondi, ma il pilota, pur essendo ben consapevole del guasto, ha comunque effettuato il decollo, nella speranza di poter controllare il velivolo e riportarlo sulla pista con un atterraggio di emergenza. Tutto ruota attorno alla velocità di decollo di un aereo, che non è univoca ma che si basa su tre fasi fondamentali: V1 o Decision Speed (velocità di decisione); Vr o Rotate Speed (velocità di rotazione); e V2 o Takeoff Safety Speed (velocità di decollo in sicurezza). Il pilota di cargo Joseph Diebolder, conosciuto su YouTube come “Captain Joe”, ha spiegato nel dettaglio le differenze fra queste velocità, che indicano il motivo per cui i piloti dell'MD-11 sono stati obbligati al decollo nonostante un'ala in fiamme e gli allarmi. Va sottolineato che, come evidenziato dal portale specializzato in addestramento di pilotaggio baatraining.com, queste velocità “non sono solo numeri, ma sono il risultato “di calcoli accurati basati sul peso dell'aeromobile, sulla lunghezza della pista, sulle condizioni meteorologiche e altro ancora”, pertanto è fondamentale comprenderle “per apprezzare il delicato equilibrio che rende possibile un decollo di successo”.

La V1, spiega Captain Joe (oltre 1,7 milioni di follower su YouTube), è la velocità di decisione, ovvero, quella oltre la quale il decollo non può più essere interrotto, anche in presenza di un problema o guasto. Entro la V1, il pilota può ancora interrompere il decollo frenando la corsa del velivolo; oltre di essa l'aereo non può più essere fermato in sicurezza e si è costretti ad alzarsi in volo. Questa velocità critica e di “non ritorno” viene calcolata prima di ogni volo e, come specificato, si basa su molteplici parametri, dal peso dell'aereo al meteo. L'MD-11 dell'UPS, evidentemente, aveva superato la V1 ed è stato dunque costretto ad alzarsi in volo, nella speranza che il pilota potesse controllarlo e riportarlo subito a terra con un atterraggio di emergenza.

La Vr, la velocità di rotazione, è quella in cui il pilota tira indietro la cloche e il carrello anteriore si stacca dalla pista, perché a quel punto si genera la portanza sufficiente per permettere il decollo (si chiama velocità di rotazione perché il velivolo inizia a ruotare sull'asse trasversale). La V2, spiega infine il pilota tedesco, è la “velocità di sicurezza al decollo”, ovvero quella minima alla quale l’aereo può continuare a salire in sicurezza anche se uno dei motori non è funzionante (ricordiamo che l'MD-11 ne ha tre, due alari e uno sulla coda). “È fondamentale perché garantisce che l’aereo abbia abbastanza portanza e controllo per mantenere la traiettoria di salita” anche in condizioni critiche, evidenzia l'esperto nel video. Nel caso dell'incidente di Louisville, purtroppo, entrambi i motori principali sono andati perduti e l'aereo ha colpito i tralicci dei cavi elettrici prima di schiantarsi sugli edifici.

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