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Covid 19

La Long Covid nei bambini può essere dovuta alla persistenza del virus nell’intestino

Lo suggeriscono i risultati di uno studio condotto da un team di ricerca americano che ha documentato la presenza di particelle virali nel colon di una paziente di 11 anni a distanza di 3 mesi dall’infezione.
A cura di Valeria Aiello
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Dietro ai sintomi di Long Covid nei bambini potrebbe esserci un fenomeno descritto anche negli adulti e che è legato alla persistenza del virus nell’intestino. A suggerirlo sono i risultati di un nuovo studio condotto da un team di ricerca della Suny Downstate Health Sciences University di New York che ha documentato la presenza di particelle di Sars-Cov-2 nel colon di una paziente di 11 anni continuava a soffrire di sintomi gastrointestinali a distanza di tre mesi dall’infezione.

L’analisi del suo caso, descritto in un articolo pubblicato su JPGN Reports, ha rivelato un’infiammazione del colon nonché l’evidenza di virioni di Sars-Cov-2 nelle cellule della mucosa intestinale. “I sintomi gastrointestinali prolungati, con evidenzia di infiammazione cronica 3 mesi dopo la diagnosi di Covid, suggeriscono fortemente che siano la diretta conseguenza di Sars-Cov-2 – indicano gli studiosi – . Nella nostra paziente, l’infiammazione gastrointestinale è stata mostrata sia da un’elevata calprotectina fecale (un marker di infiammazione intestinale, ndr) sia dal riscontro istologico di una significativa reazione linfocitaria, coerente con un processo virale attivo”.

La piccola paziente ha descritto i suoi sintomi come un dolore addominale persistente, che si manifestava con crampi o bruciore, e la visita medica ha inoltre rilevato segni di nausea, sebbene non siano stati riscontrati rialzi febbrili, perdita di peso, diarrea, dolori articolari e altre manifestazioni generalmente associate alla Long Covid. “I sintomi di questa condizione possono avere un impatto su oltre l’80% dei pazienti – hanno precisato gli studiosi – . Anche se la fisiopatologia (lo studio di come si sviluppa la malattia, ndr) non è chiara, è stato ipotizzato che sia simile alle sindromi post virali guidate da agenti come i virus Epstein-Barr ed Herpes Simplex. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che la Long Covid possa rappresentare gli effetti della presenza virale persistente dopo un’infezione acuta”.

Proprio quest’ultima ipotesi è quella sostenuta dai ricercatori. “Supponiamo che i sintomi gastrointestinali prolungati a seguito dell’infezione da Sars-Cov-2 siano guidati dalla persistenza virale nelle cellule del sistema nervoso enterico – indicano gli studiosi – . Tale infezione da Sars-Cov-2 a lungo termine può dimostrare la necessità di interventi terapeutici per la Long Covid, tra cui la vaccinazione, la terapia con anticorpi monoclonali o la terapia con corticosteroidi. Certamente – concludono i ricercatori – sono necessari ulteriori studi per valutare l’impatto e la frequenza dell’infezione gastointestinale persistente e correlare i sintomi con la gravità della malattia”.

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