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Il Turkmenistan vorrebbe spegnere la “Porta dell’Inferno”

Tutti i precedenti tentativi di fermare l’enorme incendio che da cinquant’anni si sviluppa nel gigantesco cratere di gas naturale a Darvaza, nel deserto del Karakum, sono falliti.
A cura di Valeria Aiello
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Il cratere di Darvaza, in Turkmenistan
Il cratere di Darvaza, in Turkmenistan

Il presidente del Turkmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedov, ha ordinato agli esperti di trovare un modo per spegnere l’enorme incendio che da cinquant’anni si sviluppa da un gigantesco cratere di gas naturale a Darvaza, nel mezzo del deserto del Karakum. Lo riporta l’agenzia France Press, che cita un video trasmesso dall’emittente statale Turkmenistan Watan Habarlary, secondo cui Berdimuhamedov chiederebbe di spegnere le fiamme che divampano dal cratere situato a circa 260 km a Nord della capitale Ashgabat, noto anche come la “Porta dell’Inferno”.

Il cratere gassoso avrebbe “un impatto negativo sia sull’ambiente sia sulla salute delle persone che vivono nelle vicinanze”. Per Berdimuhamedov “stiamo perdendo preziose risorse naturali, dalle quali potremmo ottenere profitti significativi da utilizzare per migliorare il benessere della nostra gente”. Berdimuhamedov avrebbe dunque incaricato i funzionari del governo turkmeno di “trovare una soluzione per estinguere l’incendio”.

Il video del presidente turkmeno intorno alla fossa in fiamme su un'auto da rally.
Il video del presidente turkmeno intorno alla fossa in fiamme su un'auto da rally.

Il cratere, nonostante non ci siano prove concrete a conferma della sua formazione, sarebbe dovuto a un incidente accaduto nel 1971, quando un gruppo di geologi sovietici in cerca di petrolio si rese conto di aver perforato una caverna di gas naturale. Per evitare che le esalazioni di metano si diffondessero nell’atmosfera e avvelenassero l’aria, i russi avrebbero deciso di bruciare il gas, dandogli fuoco. La fossa ardente, larga 70 metri e profonda 20, avrebbe dovuto smettere di bruciare in pochi giorni ma da allora le fiamme non hanno mai smesso di divampare, seppure con minore intensità rispetto al passato.

Tutti i precedenti tentativi di spegnere il cratere sono falliti e il sito, ribattezzato nel 2018 “Shining of Karakum” dallo stesso Berdimuhamedov, è diventato un’attrazione turistica per i visitatori che hanno accesso al Paese. Il regime autoritario, tuttavia, non permette a gruppi di monitoraggio indipendente di ispezionare l’area, come riportato dall’organizzazione internazionale non governativa Human Right Watch.

Secondo i media internazionali, la diffusione del video potrebbe tuttavia essere un modo per aggirare le voci sullo stato di salute di Berdymukhamedov, che non appare in pubblico dallo scorso luglio. Non è infatti noto quando il filmato (trasmesso domenica scorsa) sia stato girato, così come la narrazione, apparentemente “normale” di un presidente che va a cavallo, compone musica e attraversa il deserto del Karakum con un’auto da rally prima di raggiungere il cratere di Darvaza, lascerebbe diversi dubbi sulla veridicità della richiesta agli scienziati.

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