Il merlo dal collare è una meraviglia: le bellissime foto dell’uccello montano dal canto triste

Tutti conoscono il merlo (Turdus merula), una delle specie più diffuse in Italia, mentre non è altrettanto “famoso” il merlo dal collare (Turdus torquatus), un uccello distribuito fondamentalmente negli ambienti montani dell'Appennino e delle Alpi. Molto simile al comune merlo dal punto di vista delle dimensioni, con una lunghezza compresa tra i 24 e i 27 centimetri e un'apertura alare tra i 28 e i 42 centimetri, il merlo dal collare si riconosce facilmente per la caratteristica che gli dona il nome: una grande macchia bianca a forma di mezzaluna che si apre sul petto dalla base del collo, simile a un candido bavaglio.
Com'è fatto il merlo dal collare
Nei maschi il piumaggio è principalmente nero con iridescenze verdastre e la macchia bianca è intensa, mentre le femmine presentano una livrea bruno-grigiastra con un bavaglio bianco sporco. Sono presenti margini bianchi anche sulle penne remiganti e nella sottospecie Turdus torquatus alpestris, diffusa in Europa centrale e meridionale (dunque anche in Italia), la pancia delle femmine risulta “squamata” con margini biancastri. Anche i giovani presentano una texture a squame ma meno definite. Il becco è giallo-arancio con punta scura e le zampe sono nere. È un uccello davvero bellissimo, come mostrano le foto del naturalista e fotografo Simone Proietti che trovate nell'articolo.

Dove vive il merlo dal collare
Come spiegato dalla Lipu (acronimo di Lega Italiana Protezione Uccelli), il merlo dal collare è una specie che vive e si riproduce in collina e montagna, a partire dai 1.000 metri di quota. I suoi habitat prediletti sono “foreste di conifere, laricete e boscaglie di pino mugo”, evidenzia l'associazione, “o in alternativa sceglie le praterie montane con sporgenze rocciose e brughiere, dove la vegetazione si fa più rada”. È possibile incontrare questo bellissimo animale anche “al margine dei pascoli e nelle radure”. La riproduzione avviene a quote più elevate.
Il richiamo di questo uccello, appartenente alla famiglia dei turdidi come cesena, tordela, tordo bottaccio e tordo sassello, è più squillante e acuto di quello del comune merlo (un altro turdide), tuttavia il suo canto appare malinconico e con un suono triste, come indicato dalla Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente di Lars Svensson, tra i libri praticamente imprescindibili per gli appassionati di birdwatching.

Quanti merli dal collare vivono in Italia
In Italia, in base ai dati citati dalla Lipu, ci sono tra le 10.000 e le 20.000 coppie nidificanti, che sono principalmente concentrate sulle montagne di Alpi e Appennini. Le popolazioni più abbondanti si trovano tra la Valle D'Aosta e il Piemonte, dove si stima una presenza fino a 8.000 coppie, mentre in Trentino Alto Adige non dovrebbero superare le 2.000. Nonostante numeri non altissimi ma significativi, vedere questa specie non è affatto semplice: non solo perché vive lontana dai contesti urbani e in zone poco frequentate, ma anche perché sono animali elusivi, che fuggono al minimo segnale di pericolo. Tra chi ha avuto la fortuna di avvistare più volte esemplari di merlo dal collare vi è Simone Proietti, che ha incontrato questi uccelli si in Italia che in Spagna. Per quanto concerne il Bel Paese, ci ha raccontato di averli visti sul Monte Velino – ai confini tra Lazio e Abruzzo – e a Campo Imperatore, uno spettacolare altopiano tra 1.500 e 2.100 metri di quota in provincia de L'Aquila. Ma il luogo in cui è riuscito ad ammirarli e fotografarli meglio è proprio la Penisola Iberica.

“Sono andato a fotografare questa specie in Spagna – ha raccontato Simone a Fanpage.it – dove migrano i contingenti più numerosi provenienti dal Nord Europa. I suoi ambienti sono tipicamente di media montagna, ed anche in Italia con un po' di fortuna è possibile incontrarlo sia sulle Alpi che in Appennino. Quel collare bianco è ciò che rende inconfondibile questa specie di cui non si conosce ancora molto sullo stato di conservazione, ma che di certo subisce gli effetti del cambiamento climatico e le attività antropiche negli habitat montani”.

Tra le splendide immagini che trovate nell'articolo ve n'è una in particolare dedicata a un esemplare leucistico, dunque con alcuni dettagli bianchi del piumaggio. In parole semplici, il leucismo è una condizione genetica – nota anche come albinismo incompleto – innescata da un'anomalia o dalla mancanza dell'enzima tirosinasi, che produce il pigmento che dà il colore a pelle, piume, penne, capelli etc etc (la melanina). Il fotografo e naturalista ci ha confermato che non è una condizione insolita tra i merli dal collare. Questo è il periodo migliore in assoluto per avvistarli, in Italia, Spagna e altri Paesi d'Europa, pertanto per chi avesse la fortuna di fare passeggiate in montagna nei luoghi sopraindicati consigliamo di aguzzare la vista.