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Covid 19

Il Covid può ridurre le dimensioni del pene e causare problemi di erezione

Secondo gli esperti la disfunzione erettile può essere una complicanza a breve o lungo termine dell’infezione da coronavirus.
A cura di Valeria Aiello
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Ci sono questioni che, per loro natura, rischiano di non essere ampiamente discusse, anche quando si parla di Covid. Tra queste, c’è il pericolo che l’infezione da coronavirus possa causare disfunzione erettile, un disturbo che rappresenta un tipico esempio di patologia di cui è praticamente impossibile parlare apertamente.

Ci è però riuscito un trentenne americano che in un podcast ha raccontato la sua esperienza, dopo aver avuto il Covid nell’estate del 2021. “Quando sono uscito dall’ospedale, ho avuto alcuni problemi di disfunzione erettile – ha raccontato l’uomo – . Questi sono gradualmente migliorati con alcune cure mediche, ma è sembrava che avessi un disturbo persistente. Il mio pene si è rimpicciolito, ho perso circa tre centimetri e mezzo e sono diventato decisamente meno dotato della media”.

Apparentemente – ha aggiunto – è dovuto a un danno vascolare e i miei medici sembrano pensare che sia probabilmente permanente. So che questo potrebbe non avere importanza, ma il problema ha avuto un profondo impatto sulla mia autostima e la sfera sessuale”.

Secondo Charles Welliver, urologo e direttore del Centro per la salute maschile presso l’Albany Medical College di Albany, negli Stati Uniti, il caso di quest’uomo è tutt’altro che isolato. “Sappiamo che il Covid è una malattia che causa una serie di sintomi respiratori e che porta a molti decessi, ma ci sono anche problemi vascolari piuttosto significativi che si verificano nei giovani – ha spiegato lo specialista – . E gli studi hanno dimostrato che a causa del Covid i giovani possono andare incontro a priapismo, un’erezione prolungata che di per sé è pericolosa, oppure manifestare disfunzione erettile, non riuscendo ad avere una buona erezione. Non sappiamo quante siano le persone che soffrono di questo problema, ma sicuramente è una possibilità”.

Anche Ashley Winter, un’urologa contattata durante il podcast tramite Twitter, è d’accordo: “Il motivo principale per cui pensiamo che questo possa accadere – ha affermato la specialista – è qualcosa che in gergo chiamiamo disfunzione endoteliale. Riguarda quindi le cellule che rivestono i vasi sanguigni, che sono davvero importanti per la funzione di molti organi e che vengono infettate dal virus. Ciò significa che non sono solo i polmoni ad essere colpiti dal Covid. E poiché l’erezione è un evento che dipende dal flusso sanguigno, quando quei vasi sanguigni sono colpiti, si può avere la disfunzione erettile”.

C’è uno studio davvero interessante, che è stato fatto da alcuni urologi di Miami, nel quale sono stati prelevati campioni di tessuto del pene in uomini durante alcuni interventi – presegue Winter – . Le analisi hanno rivelato la presenza di particelle di virus. E questo è stato osservato dopo che i pazienti si erano completamente ripresi dalla malattia. Quindi sappiamo chiaramente che il Covid può colpire il pene, è qualcosa di reale”.

Lo studio citato dalla specialista è stato pubblicato a maggio dello scorso anno sul World Journal of Mens’Health ed ha suggerito che “la disfunzione diffusa delle cellule endoteliali dovuta al Covid può contribuire alla disfunzione erettile”.

Anche uno studio separato, pubblicato nel mese di marzo su Andrology da un team di ricerca dell’Università Tor Vergata di Roma, ha fornito una prova dell’associazione tra disfunzione erettile e Covid, osservando che chi contrae l’infezione ha un rischio significativamente maggiore di soffrire di disfunzione erettile (28%) rispetto ai soggetti sani (9,33%). I ricercatori italiani hanno concluso che “la disfunzione erettile, come segno distintivo della disfunzione endoteliale, potrebbe essere una complicanza a breve o lungo termine di Covid-19”.

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