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I gas di scarico delle auto compromettono la funzione del cervello in appena due ore

Lo dimostra un studio unico nel suo genere che analizzato gli effetti dell’inquinamento atmosferico da traffico veicolare sul cervello umano.
A cura di Valeria Aiello
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Lo smog, o meglio, polveri e gas di scarico che si concentrano a livello strada, costituiscono un serio pericolo per la salute umana. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, provocano circa 30mila attacchi di asma nei bambini e altrettante bronchiti acute nei giovani sotto i 15 anni, e purtroppo sono causa di 3.500 morti ogni anno. Ciò che però non era noto è che le conseguenze dello smog non sono limitate ai soli problemi respiratori e cardiovascolari, come rilevato da un team di ricerca canadese che ha dimostrato come l’inalazione dei comuni livelli di inquinamento da traffico veicolare possa compromettere la funzione del cervello umano in poche ore.

I risultati della ricerca, sottoposti a revisione paritaria e pubblicati sulla rivista Environmental Health, mostrano che sono sufficienti appena due ore di esposizione allo scarico di motori diesel per provocare una diminuzione della connettività funzionale del cervello, una misura di come diverse aree cerebrali interagiscono e comunicano tra loro. Lo studio, unico nel suo genere, è stato portato avanti dai ricercatori dell’Università della Columbia Britannica e dell’Università di Victoria, fornendo la prima prova a sostegno di un tale impatto negli esseri umani.

Gli effetti dei gas di scarico nel cervello

La risonanza magnetica funzionale (fMRI) mostra una ridotta connettività funzionale nel cervello a seguito dell'esposizione all'inquinamento da traffico. Credit: Università della Columbia Britannia
La risonanza magnetica funzionale (fMRI) mostra una ridotta connettività funzionale nel cervello a seguito dell'esposizione all'inquinamento da traffico. Credit: Università della Columbia Britannia

Per l’indagine, i ricercatori hanno progettato uno studio randomizzato in doppio cieco che ha coinvolto 25 adulti sani, che sono stati esposti a gas di scarico e ad aria filtrata pulita in diversi momenti in un ambiente di laboratorio. Per ciascuno, è stata misurata l’attività cerebrale prima o dopo ogni esposizione mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI), il che ha permesso di analizzare i cambiamenti nella cosiddetta Default Mode Network (DMN), una rete di regioni cerebrali interconnesse, che svolgono un ruolo importante nella memoria e nel pensiero interno.

La fMRI ha rivelato che i partecipanti avevano una connettività funzionale ridotta in queste reti dopo l’esposizione allo scarico di motori diesel, rispetto all’aria filtrata – spiegano gli studiosi – . E sappiamo che la diminuzione della connettività cerebrale di tali reti provoca molti effetti dannosi per il corpo umano, associati a prestazioni cognitive ridotte e sintomi di depressione”.

I cambiamenti osservati nel cervello sono stati tuttavia temporanei, e la funzione cerebrale è tornata alla normalità dopo l’esposizione. Ciò non toglie, come osservato dall’autore senior dello studio, il professor Chris Carlsten del Dipartimento di Medicina respiratoria dell’Università della Columbia Britannica, che possano essere di lunga durata dove l’esposizione è continua. “Le persone dovrebbero essere consapevoli dell’aria che respirano e adottare misure appropriate per ridurre al minimo la loro esposizione a inquinanti atmosferici potenzialmente dannosi come i gas di scarico delle automobili, pensandoci due volte quando sono bloccate nel traffico con i finestrini abbassati  – ha precisato l’esperto – . È anche importante assicurarsi che il filtro dell’aria del proprio veicolo funzioni correttamente e, se camminiamo o andiamo in bicicletta lungo una strada trafficata, prendiamo in considerazione la deviazione su un percorso meno trafficato”.

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