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Gli antichi umani sapevano usare il fuoco già 1 milione di anni fa

Lo testimoniano i risultati di uno studio su frammenti di materiale bruciato che potrebbe risalire a 1,5 milioni di anni fa.
A cura di Valeria Aiello
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Saper usare il fuoco ha completamente cambiato il modo di vivere dei primi umani, dalla possibilità di cucinare gli alimenti al rendere utili le ore buie, fino a permettere la sopravvivenza a climi più rigidi. Come e quando si è sviluppata questa abilità è un qualcosa che è andato perduto, insieme frammenti del materiale bruciato che, in un sito del Paleolitico inferiore, in Israele, hanno rivelato di poter risalire a 1,5 milioni di anni fa. Lo studio dei ricercatori, pubblicato sulla rivista PNAS, ha indicato la presenza di un antico incendio nel sito archeologico di di Evron Quarry, sulla pianura costiera della Galilea occidentale, dove il ritrovamento di alcuni reperti di fauna fossile e strumenti del Paleolitico ha indotto i ricercatori a condurre una serie di scavi, tra il 1976 e il 1977.

Ora gli scienziati hanno utilizzato una nuova tecnica per rilevare indizi nascosti in alcuni materiali allora raccolti, impiegando un “termometro” spettroscopico in grado di rilevare piccoli cambiamenti chimici, analizzati da algoritmi di deep learning per stimare l’esposizione di pietre e fossili al calore. Coordinati dall’archeologo Zane Stepka del Kimmel Center for Archaeological Science di Rehovot, in Israele, gli studiosi hanno utilizzato questo "termometro" su manufatti di selce provenienti da un sito israeliano, datati tra 1,0 e 0,8 milioni di anni fa.

I campioni analizzati diviso per area di scavo etichettati come L3, L4, L5, K3, K4 e K5 Il quadrato rosso segna sette frammenti analizzati appartenenti a Tusk L5 300 dal quadrato L5, tutti bruciati. Il quadrato nero segna altri sette frammenti di zanne bruciate.
I campioni analizzati diviso per area di scavo etichettati come L3, L4, L5, K3, K4 e K5 Il quadrato rosso segna sette frammenti analizzati appartenenti a Tusk L5 300 dal quadrato L5, tutti bruciati. Il quadrato nero segna altri sette frammenti di zanne bruciate.

I manufatti sono stati trovati insieme ad altri fossili di animali dove non c’era alcuna traccia visiva ovvia dell’uso del fuoco, eppure il “termometro” degli studiosi ha rilevato sottili firme chimiche che suggeriscono che un certo numero di strumenti in pietra e altri pezzi di zanna erano stati riscaldati a una varietà di temperature, superiori ai 400 °C, probabilmente a contatto con il fuoco.

Solo pochi altri siti archeologici presentano segni di antichi manufatti umani insieme a prove di fuoco, e questo aggiunge peso all’idea che i nostri antenati stessero già facendo uso di questa potente tecnologia da più di quanto immaginiamo. In precedenza si pensava che l’uso del fuoco da parte degli ominidi prima di circa 150.000 anni fa fosse solo opportunistico, ma le tracce di questi incendi sembrano suggerire il contrario.

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