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Forse non lo sai, ma anche i pesci sono consapevoli di se stessi (e si guardano allo specchio)

Una specie, in particolare, chiamata Labroides dimidiatus e più comunemente nota come labro pulitore, ha mostrato di possedere una spiccata attitudine nel riconoscere se stesso allo specchio e, letteralmente, darsi una sistemata.
A cura di Valeria Aiello
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A tanti sarà probabilmente capitato di vedere, e forse di scoprire, che alcuni pesci si avvicinano al nostro dito quando ad esempio lo pigiamo sul vetro di un acquario. Non tutti però sanno che certi pesci non solo coscienti di ciò che accade intorno a loro ma sono anche consapevoli della propria immagine allo specchio, una capacità che in gergo gli esperti chiamano auto-riconoscimento speculare (MSR). Una specie, in particolare, chiamata Labroides dimidiatus e più comunemente nota come pesce pulitore, ha mostrato di possedere una spiccata attitudine nel guardarsi allo specchio e, letteralmente, darsi una sistemata.

La nuova prova di questa loro abilità arriva da un recente esperimento, appena pubblicato su Plos Biology, in cui è stato osservato come i labri pulitori assumano un comportamento simile a quello che noi umani adottiamo quando vediamo qualcosa che non va. In questo studio, nello specifico, i ricercatori hanno utilizzato delle iniezioni sottocutanee di una sostanza organica pigmentata per creare delle piccole macchie marroni sul corpo dei labri, in posizioni che fossero impossibili da vedere senza uno specchio (ai lati della testa e sotto la gola), e verificato la reazione dei pesci quando i segni potevano essere osservati attraverso l’immagine riflessa.

Sistemato quindi uno specchio nella vasca di test, dopo un primo periodo di adattamento, i labri hanno guardato con attenzione il proprio corpo, individuando il segno marrone e provando a raschiarlo via. Su 18 pesci pulitori testati, in 17 hanno mostrato questo comportamento, pari al 94%.

Inoltre, per assicurarsi che i labri riconoscessero davvero se stessi allo specchio, gli studiosi hanno posizionato i pesci in vasche adiacenti, separate da vetri trasparenti, constatando che nessun labro ha provato a sfregarsi le parti del corpo segnate guardando le macchie marroni sugli altri esemplari.

Questo risultato suggerisce che uno stimolo visivo ecologicamente rilevante su un altro pesce non è sufficiente per indurre il comportamento nei soggetti marcati – ha affermato il professor Masanori Kohda della Graduate School of Science dell’Osaka City University, in Giappone, che coordinato la ricerca – . Anche se abbiamo ancora molto lavoro da fare, soprattutto quantitativamente, per dimostrare che i pesci, come altri animali, hanno la capacità di riconoscere se stessi allo specchio, con i risultati di questi test ribadiamo le conclusioni delle nostre precedenti ricerche sull’autocoscienza, chiedendoci se questi comportamenti debbano essere ritenuti una prova di questa capacità nei pesci o se il test stesso debba essere rivisto”.

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