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Forse abbiamo capito il motivo per cui nessun alieno ci ha mai contattato: i dati del nuovo studio

Secondo i ricercatori Robert J. Stern e Taras V. Gerya la presenza su un pianeta dell’attività tettonica è necessario per la creazione di una civiltà avanzata. Quando i continenti si spezzano, si uniscono e sono attraversati dai vulcani le specie si evolvono più velocemente.
A cura di Valerio Berra
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La serie tv Il Problema dei Tre Corpi è solo l’ultima versione di un'antica domanda. È un dubbio che  attraversa il pensiero dell’uomo da tempo: cosa accadrebbe se venissimo in contatto con una specie aliena? Il paradosso attribuito a Enrico Fermi complica la questione: “Se l'Universo pullula di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante?”. Le risposte sono tante ma è stato pubblicato un nuovo studio che fornisce una motivazione molto interessante.

Una premessa. Come scrive Mark Kaufman su Mashable riuscire a intercettare un segnale alieno è un po’ come vincere alla lotteria. Il pianeta da cui proverebbe non solo deve essere idoneo a ospitare la vita ma è necessario anche che questa vita sia abbastanza evoluta per mandare segnali fuori dall’atmosfera.

I ricercatori Robert J. Stern e Taras V. Gerya hanno pubblicato sulla rivista Scientific Reports un nuovo studio secondo cui per permettere a una società di evolversi fino al punto di comunicare con un'altra serve che il pianeta dove vive abbia una caratteristica particolare: la tettonica a placche. Un aspetto che rende ancora meno probabile il contatto della nostra specie con una civiltà aliena.

Gli effetti della tettonica a placche sull’evoluzione della vita

Lo studio si intitola “L'importanza dei continenti, degli oceani e della tettonica a placche per l'evoluzione della vita complessa: implicazioni per la ricerca di civiltà extraterrestri”. E dimostra una cosa. Nel nostro pianeta l’evoluzione delle vita è stata generata anche dall’attività geologica che ha diviso e unito continenti, mutato gli habitat e costretto le specie sul nostro pianeta ad evolversi in fretta per adattarsi continuamente.

Secondo i ricercatori la presenza di un’attività del genere si deve collegare direttamente a quello che gli astronomi conoscono come Equazione di Drake. In breve è una formula che viene usata per calcolare quante civiltà avanzate in grado di comunicare possono trovarsi all’interno di una galassia.

La formula prende in considerazione diversi fattori, dal numero di pianeti che si trovano attorno alle stelle della nostra galassia a quelli che presentano le condizioni necessarie alla creazione della vita. Aggiungendo anche la presenza di un’attività tettonica la stima del numero di civiltà avanzate ospitate nelle galassie che formano il nostro universo potrebbe essere molto ridotta.

Spiega V. Gerya, uno dei due ricercatori che hanno firmato lo studio, in un'intervista a Mashable: “Può essere basso: anche solo 4 galassie su 10.000 con una civiltà”. La buona notizia, almeno per i fan degli alieni, è che nelle galassie dove c’è vita potrebbero esserci anche più civiltà avanzate: “Averne una o due per galassia non è ancora impossibile”.

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