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Finalmente sappiamo qual è il vero colore di Nettuno (no, non è così blu)

Incrociando i dati raccolti da diversi telescopi e utilizzando un modello al computer i ricercatori hanno determinato qual è il vero colore di Nettuno. Non è affatto blu intenso, come lo abbiamo sempre visto sui libri astronomia.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Patrick Irwin/Università di Oxford/NASA
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Un nuovo studio ha dimostrato che Urano e Nettuno hanno colori molto simili, non così profondamente diversi come siamo abituati a immaginarli e a vederli sui libri di testo. Sfogliando un qualsiasi manuale di astronomia, infatti, i due giganti di ghiaccio del Sistema solare vengono presentati con tonalità assai differenti: il primo è caratterizzato da una via di mezzo tra un ciano pallido e un'affascinante acquamarina; il secondo ha invece una tonalità blu molto intensa. Sappiamo che il colore di Urano è decisamente più vicino a quello che vedremmo con i nostri occhi durante un sorvolo orbitale a bordo di una navicella spaziale, mentre quello di Nettuno è sensibilmente falsato.

I due pianeti furono fotografati decenni addietro dalla sonda Voyager 2 della NASA – l'unica ad averli “salutati” da vicino – e le loro immagini, monocromatiche, sono state rielaborate dagli scienziati in falsi colori prima di renderle pubbliche. Il blu profondo di Nettuno era stato scelto all'epoca in post produzione per esaltare il contrasto delle nuvole e delle bande del pianeta, ma era chiaramente un approfondito fotomontaggio. Le prime immagini di Nettuno furono diffuse dalla NASA con una nota che indicava proprio i falsi colori (era chiaro che quel blu non era reale), tuttavia, nel corso dei decenni, balzando tra un libro e l'altro è andata perduta, fino ad alterare la percezione che abbiamo del pianeta. Ora, grazie a un nuovo studio, sappiamo esattamente quali sono i veri colori dei due giganti ghiacciati e perché sussistono comunque delle differenze. Sebbene infatti non sia blu profondo, ma un ciano pallido simile a quello di Urano, Nettuno resta ancora un po' più blu del “vicino” di quartiere.

A determinare il vero colore di Nettuno è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici del Dipartimento di Fisica dell'Università di Oxford, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di altri istituti: Scuola di Scienze della Terra dell'Università di Bristol; Divisione Esplorazione del Sistema Solare del Goddard Space Flight Center della NASA; Scuola di Fisica e Astronomia dell'Università di Leicester e altri. I ricercatori, coordinati dal professor Patrick GJ Irwin, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver utilizzato i dati raccolti da altri strumenti per rielaborare le immagini originali: lo Space Telescope Imaging Spectrograph (STIS); il Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE); il Very Large Telescope dell'Osservatorio Europeo Australe (ESO) e il Telescopio Spaziale Hubble. I dati sono stati impiegati per riequilibrare le immagini grezze catturate sia dalla fotocamera della sonda Voyager 2 – recentemente protagonista di una perdita di contatto con il centro di comando – e della Wide Field Camera 3 (WFC3) di Hubble.

Credit: Patrick Irwin/Università di Oxford/NASA
Credit: Patrick Irwin/Università di Oxford/NASA

Incrociando tutte queste informazioni con un modello al computer è emerso che Urano e Nettuno hanno colori molto simili, entrambi tendenti al blu – verdastro che associamo da sempre a Urano. La simulazione matematica suggerisce che Nettuno risulta leggermente più blu a causa della presenza di una foschia di particelle di ghiaccio di metano più sottile, che permette alla luce solare di arrivare più in profondità. Questo composto, infatti, assorbe il rosso della radiazione solare facendo emergere più o meno la banda blu. I ricercatori hanno anche determinato che il colore di Urano cambia nel corso delle sue lunghissime stagioni (impiega 84 anni per compiere un giro intorno al Sole) a causa della scarsa abbondanza di metano ai poli, oltre che per uno strato più spesso di ghiaccio di metano in atmosfera. Ricordiamo che il gigante ghiacciato è adagiato su un fianco dopo la collisione con un pianeta avvenuto in tempi remoti.

“Questo è il primo studio che abbina un modello quantitativo ai dati di imaging per spiegare perché il colore di Urano cambia durante la sua orbita”, ha dichiarato il professor Irwin in un comunicato stampa. “In questo modo, abbiamo dimostrato che Urano è più verde al solstizio a causa della ridotta abbondanza di metano nelle regioni polari, ma anche di un maggiore spessore di particelle di ghiaccio di metano che si disperdono in modo brillante”, ha chiosato l'esperto. I dettagli della ricerca “Modelling the seasonal cycle of Uranus’s colour and magnitude, and comparison with Neptune” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Monthly Notice della Royal Astronomical Society.

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