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Voyager 2, “l’urlo interstellare” della NASA ristabilisce i contatti con la sonda

Le comunicazioni, perse dopo l’invio di istruzioni errate, sono state rispristinate grazie un segnale amplificato che ha raggiunto la sonda oltre l’eliosfera, reimpostando la posizione della sua antenna.
A cura di Valeria Aiello
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Grazie a un “urlo interstellare”, gli ingegneri della NASA sono riusciti a recuperare i contatti con la sonda Voyager 2, che opera a quasi 20 miliardi di chilometri dalla Terra. Le comunicazioni erano saltate il 21 luglio, dopo l’invio di istruzioni errate, che avevano fatto in modo che il veicolo spaziale puntasse la sua antenna di 2 gradi oltre la Terra. All’inizio di questa settimana, il team della missione era però riuscito a captare un debole segnale trasmesso dalla navicella, che ha suggerito la possibilità di “gridare” in direzione della sonda, inviando un segnale radio amplificato con comandi che riorientassero l’antenna di Voyager 2 verso Terra.

“L’urlo interstellare” della NASA ripristina i contatti con Voyager 2

Con un tempo di andata di 18,5 ore, il segnale ha raggiunto la sonda Voyager 2, reimpostando l’orientamento della sua antenna in modo che il suo flusso dati venisse reindirizzato verso la Terra. La conferma del successo dell’operazione è quindi arrivata circa 37 ore dopo l’invio del segnale, il tempo impiegato dal comando per percorrere i quasi 20 miliardi di chilometri che ci separano dalla sonda più quello servito al flusso dati per raggiungere la Terra ed essere captato dal Deep Space Network, la rete di antenne radio gestito dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA che consente la comunicazione con i veicoli nello spazio.

Questa rete si compone di tre strutture equidistanti (Goldston, vicino Barstow, in California; Madrid, in Spagna e Canberra, in Australia), il cui posizionamento consente una comunicazione costante mentre il nostro pianeta ruota. Nello specifico, il segnale che ha permesso di ripristinare i contatti con Voyager 2 è stato inviato dalla struttura di Canberra. “Alle 00:29 EDT del 4 agosto, il veicolo spaziale ha iniziato a restituire dati scientifici e di telemetria, indicando che sta funzionando normalmente e che rimane sulla traiettoria previstaha comunicato la NASA.

Data l’enorme distanza tra la Terra e Voyager 2, il team riteneva che ci fosse una “bassa probabilità” che il comando venisse captato dal veicolo, dato la sua antenna non era orientata in modo da ricevere segnali radio. Nel caso il tentativo fosse andato a vuoto, si sarebbe quindi atteso che il veicolo spaziale reimpostasse automaticamente il suo orientamento, un’operazione che Voyager 2 compie un paio di volte l’anno, con il prossimo ripristino già programmato per il 15 ottobre. Ma il team non ha voluto aspettare così a lungo, provando a recuperare in anticipo le comunicazioni.

Voyager 2 da 46 anni nello spazio

Considerando che Voyager 2 opera da quasi 46 anni nello spazio, l’accidentale perdita dei contatti ha rappresentato un primo assaggio di quella che sarà l’interruzione delle comunicazioni con il veicolo spaziale. La sua missione, e quella della sonda gemella Voyager 1 – lanciate entrambe nel 1977, a distanza di poche settimane l’una dall’altra –  si protrarrà ancora per qualche anno, probabilmente almeno fino al 2026, dopodiché anche le energie di riserva, impiegate in questi anni per mantenere in funzione gli strumenti scientifici, si esaurirà.

Ad oggi, Voyager 2 è l’unico veicolo spaziale ad aver visitato quattro sistemi planetari (Giove, Saturno, Urano e Nettuno) e nel dicembre 2018 ha varcato la soglia dell’eliosfera, la bolla protettiva di particelle e campi magnetici generata dal Sole. Anche la sonda Voyager 1 si trova nello spazio interstellare, diretta verso una traiettoria molto diversa da Voyager 2. Allontanandosi dalla nostra stella, i dati scientifici che le due navicelle stanno restituendo diventano sempre più preziosi, essendo gli unici due veicoli ad essersi spinti così lontano.

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