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Il ritorno dell’uomo sulla Luna rinviato ufficialmente dalla NASA: le nuove date

La NASA ha annunciato che le missioni Artemis 2 e Artemis 3 subiranno un significativo ritardo a causa di alcuni problemi tecnici emersi durante i test sulla navicella Orion. Ecco quando dovremmo vedere la prima donna e la prima persona nera sulla Luna.
A cura di Andrea Centini
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L'equipaggio di Artemis 2. Credit: NASA
L'equipaggio di Artemis 2. Credit: NASA

Il ritorno dell'uomo sulla Luna, che prevede lo sbarco della prima donna e della prima persona nera sulla regolite del satellite, è stato ufficialmente rinviato. In un articolo pubblicato sul suo portale la NASA ha dichiarato che, al momento, le missioni Artemis 2 e Artemis 3 sono rispettivamente previste per settembre 2025 e settembre 2026. Ciò significa che entrambe sono state ritardate di un anno rispetto alla tabella di marcia. In realtà l'annuncio non arriva del tutto inaspettato, ma c'erano ancora speranze che potessimo rivedere un allunaggio entro un paio di anni. Ricordiamo che il programma Artemis della NASA, del quale Artemis 1 è stato un grande successo nel 2022, punta a replicare la storica impresa dell'Apollo, ma con l'obiettivo di restare sulla Luna e lo sguardo pienamente rivolto verso Marte, il target più ambizioso della rinnovata corsa allo spazio. Artemis 2, inizialmente prevista per settembre 2024, porterà un equipaggio umano in orbita attorno al satellite naturale della Terra; Artemis 3 sarà invece la prima missione dedicata all'allunaggio vero e proprio, la prima al polo sud lunare, dove si ritiene possano esservi abbondanti riserve di ghiaccio d'acqua.

Ma perché la NASA ha deciso di ritardare di un anno missioni così attese, riccamente finanziate e dal grandissimo potenziale propagandistico nell'attuale contesto internazionale? La ragione è praticamente una soltanto: garantire la sicurezza dell'equipaggio che verrà lanciato verso la Luna a bordo della navicella Orion. Se durante la Guerra Fredda con l'ex Unione Sovietica gli Stati Uniti decisero di prendersi notevoli rischi per mandare i primi uomini sul satellite naturale – senza comunque perderne nemmeno uno nello spazio -, oggi la tutela della vita degli astronauti è una priorità assoluta per l'agenzia aerospaziale e il governo a stelle e strisce. E poiché i principali rivali (soprattutto la Cina) non sono affatto vicini al portare i propri astronauti sulla Luna, la NASA può prendersi tutto il tempo necessario per essere sicura che gli equipaggi di Artemis 2 e 3 non correranno rischi troppo alti (il rischio zero, nell'esplorazione spaziale, non esiste).

Come specificato nell'articolo della NASA, durante i test di alcuni sistemi critici della navicella Orion – come quelli del supporto vitale e del controllo ambientale per permettere la sopravvivenza dell'equipaggio e il successo della missione – sono emersi problemi che richiederanno ulteriore tempo per essere risolti. “I team stanno risolvendo un problema relativo alla batteria e affrontando le sfide con un componente del circuito responsabile della ventilazione dell'aria e del controllo della temperatura”, spiega la NASA. Ciò richiederà almeno un anno di lavoro in più. Inoltre non sono state ancora concluse le indagini sull'anomalo deterioramento dello scudo termico osservato in Artemis 1, con l'inaspettato distacco di alcuni pezzi.

Già in precedenza la data del 2025 per lo sbarco sulla Luna era comunque stata considerata irrealistica da alcuni esperti; del resto manca ancora il lander di SpaceX per far allunare gli astronauti e non sono stati ancora risolti alcuni inconvenienti tecnici, sia con le tute spaziali che con i vari passaggi che permetteranno alla navicella Orion di arrivare a destinazione (è previsto un possibile trasferimento di propellente in orbita attraverso la Starship di SpaceX). Dopo il freschissimo fallimento di Peregreine a causa di una perdita di carburante, che impedirà un atterraggio morbido sulla Luna del lander di Astrobotic e dei suoi molteplici strumenti scientifici, le operazioni spaziali degli Stati Uniti sono costrette a subire un altro contraccolpo anche per Artemis. Tutto questo evidenzia ancora oggi la grande complessità dell'esplorazione spaziale e pone un notevole interrogativo sulla conquista di Marte entro la metà del prossimo decennio; giungere sul Pianeta Rosso, infatti, pone sfide tecnologiche assai più gravose di quelle per giungere in sicurezza sulla Luna.

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