Fabiola, la creator che veganizza tutto: “Per me la carne non è cibo, ho sempre un’alternativa”

Il grembiule di jeans pronto per essere sporcato, gli ingredienti già sistemati sul piano cucina, accanto agli attrezzi di lavoro – tra planetarie, pentole e cavalletti – e una ciotola di ceci in ammollo che ci dice "tanto servono sempre". Ci accoglie così Fabiola Di Sotto, fabiolavegmamy su Instagram. 35 anni, romana, è diventata prima vegana e poi food creator.
Oggi, oltre a essere la sua più grande passione, la cucina e la pasticceria vegane sono diventate il suo lavoro. Noi di Fanpage.it siamo stati nella sua cucina, dove ha preparato in diretta un dolce di sua invenzione: la cecitella, ovvero una crema spalmabile alle nocciole completamente vegana, con cui ha poi preparato dei cioccolatini fatti in casa ricoperti di cioccolato. Tra un passaggio e l'altro ci ha raccontato qual è la sua idea di cucina vegana e il suo rapporto con gli hater.
"Per me la carne non è cibo"
Dalla carbonara, ai formaggi, passando per le costolette, i cosciotti di pollo e la tartare di manzo, tutto rigorosamente vegetale, senza carne né pesce o derivati animali. Quella di Fabiola è un'idea di cucina vegana molto chiara e per certi aspetti anche coraggiosa: utilizzare gli ingredienti vegetali per "veganizzare" i piatti più amati della tradizione
"Per me la carne non è cibo, per questo non la mangio e non ne sento nemmeno la mancanza – racconta – ma questo non significa che mi sento migliore di chi la mangia, né che voglio imporre la mia scelta agli altri. Il mio intento è solo provare a dimostrare nel modo più inclusivo e meno aggressivo possibile che con le conoscenze e gli strumenti che abbiamo oggi le alternative ci sono e possiamo vivere benissimo senza nuocere a nessun altro essere vivente".
La scelta di diventare vegana
Fabiola non è sempre stata vegana, lo è diventata quando era ancora una studentessa universitaria di 21 anni: "Tutto è iniziato nel 2011. Un giorno – ricorda – mi viene a trovare mia sorella che ai tempi viveva a Milano. Appena apro la porta la vedo profondamente cambiata, poi mi dice che è diventata vegana. La prima cosa che ho fatto è stato chiederle cosa significasse. Sembra strano ma nel 2011 quasi nessuno conosceva questa parola. Così ho scoperto questo mondo e in pochissimo tempo è cresciuta dentro di me la sensazione netta che non potevo più continuare a mangiare carne o pesce. Mi ricordo ancora l'ultima volta in cui mi sono sforzata di farlo, ero in un ristorante di sushi, e mi sono sentita male. Dopo quella sera non sono mai più tornata indietro".
Perché veganizzare gli alimenti: da esigenza a missione
La cucina è arrivata subito dopo. Anche se lei non lo è ufficialmente, Fabiola è da sempre circondata da chef. Suo padre è il proprietario di uno dei ristoranti vegani più noti di Roma, nato però come ristorante di cucina romana tradizionale. Inoltre, anche suo marito è uno chef, come lei specializzato nella cucina vegana. "Quando sono diventata vegana – ci racconta – non c'erano tutti i prodotti che ci sono oggi, quindi mi sono trovata a dover io veganizzare tutto. Ma essere cresciuta in una famiglia di ristoratori mi ha aiutato tanto, perché mi ha permesso di attingere a competenze che in realtà avevo acquisito vedendo gli altri e quindi le ho semplicemente adattate alla cucina vegetale"
Uno degli ingredienti chiave per rendere possibile le sue ricette sono proprio i legumi, un ingrediente non sempre amato da tutti: "L'esigenza di valorizzare i legumi e inserirli in ricette che non ti aspetti, dai dolci alle focacce, è nata quando sono diventata mamma: quando ho iniziato a svezzare mio figlio, vedevo che era un po' selettivo, quindi ho iniziato a nascondere i legumi in altre preparazioni per incrementare il valore nutrizionale di quello che gli proponevo".
La maternità è un altro tassello importante della storia di Fabiola, almeno per il suo lavoro su Instagram: "All'inizio, quando ho aperto il mio profilo, parlavo molto della mia vita di mamma e dei piatti che preparavo per i miei bambini. Per quello mi chiamo fabiolavegmamy, poi però ho deciso di lasciare fuori questa parte della mia vita dai social perché ricevevo critiche molto dure, proprio sul mio essere mamma. Una volta in un commento mi hanno scritto ‘Quando tuo figlio morirà'. È stato tremendo. Quando ti dicono che sei una cattiva madre, vuoi il male di tuo figlio, è molto più pesante di qualsiasi insulto al mio modo di intendere la cucina o alle mie scelte alimentari".
Il rapporto con le critiche
Ma quello che è probabilmente la chiave del suo successo è anche il motivo per cui viene spesso criticata, o attaccata, dagli hater. In quasi tutti i suoi video in cui replica piatti o alimenti a base di carne o derivati animali non mancano mai commenti come "Se ti piace il sapore della carne, allora perché hai smesso di mangiarla?" o "Ma perché ti ostini a emulare la carne?" e ancora "Se una persona per etica decide di non mangiare nulla di origine animale, perché dovrebbe ricreare un alimento che non approva?".
Questa è una critica che spesso viene rivolta a chi sceglie la dieta vegana, sebbene negli ultimi anni stia crescendo l'attenzione per un'alimentazione più sostenibile per l'ambiente, per gli animali e per l'uomo. Ma in realtà, quasi sempre, la scelta di eliminare alcuni alimenti dalla propria dieta non ha nulla a che fare con il loro sapore.
"Ho smesso di mangiare la carne e i derivati – spiega Fabiola – non perché non mi piacesse quel cibo, ma perché ho scoperto da dove veniva quel cibo. Quando cresci con certi sapori è naturale ricercarli anche da adulto e per me la sfida è quella: magari nemmeno ti mancano, ma quando riesci a ricreare i sapori che fanno parte del tuo passato, quello ti fa tornare indietro nel tempo. È come tornare un po' bambino".
Perché i piatti vegani sembrano così elaborati
Un'altra critica che spesso viene mossa ai cuochi o ai food creator, che come Fabiola, propongono piatti vegani riguarda nello specifico i numerosi passaggi che molti di questi piatti richiedono, soprattutto se non si usano prodotti già pronti, come tofu o seitan, ma si parte dalle materie prime.
"La mia idea sul mio profilo era quella di proporre anche ricette molto articolate, più elaborate, ma non perché uno le debba fare tutti i giorni in casa, ma semplicemente per dimostrare che volere è potere – spiega Fabiola – La cucina onnivora in realtà non è più veloce di quella vegana. Vuoi una fetta di carne? Vai dal macellaio e la compri pronta da cucinare, ma quello che l’occhio non vede è che per far arrivare lì quella carne ci vuole molto più lavoro di quanto ci metto io a fare una fettina di seitan o un panetto di tofu in casa. Se le industrie facessero quello che faccio io su larga scala, non solo sarebbe tutto molto più veloce per i consumatori, ma ci sarebbe un impatto ambientale molto più basso. Miglieremo tante cose, per tutti, anche per noi stessi".