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Esplosione stellare eclissa le supernove dell’Universo: forse è un nuovo tipo di collisione cosmica

L’evento è stato così potente da produrre una luminosità paragonabile a quella di centinaia di miliardi di Soli.
A cura di Valeria Aiello
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Illustrazione di un buco nero che divora una stella / Credit: ESA, C. Carreau
Illustrazione di un buco nero che divora una stella / Credit: ESA, C. Carreau

Un’abbagliante e violenta esplosione cosmica, così potente da produrre una luminosità paragonabile a quella di centinaia di miliardi di Soli, si è verificata in un’enorme e vecchia galassia rossa, chiamata LEDA 1245338, un ammasso ritenuto “morto” per la quasi totale assenza di attività stellare e perché, in quell’ambiente, non dovrebbero esserci stelle abbastanza massicce da esplodere in supernove.

Eppure, proprio in LEDA 1245338, che dista circa due miliardi di anni luce dalla Terra, gli astronomi hanno osservato un’esplosione simile a quella di una supernova, denominata AT2022aedm, ma che per diversi motivi non è classificabile come tale: oltre ad essere molto più luminosa di una normale supernova, la sua luminosità svanisce molto più rapidamente, persistendo per meno della metà della durata tipica delle supernove.

Per cercare di capire cosa abbia causato un’esplosione così violenta e luminosa, un team di ricerca della Queen’s University di Belfast, nell’Irlanda del Nord, hanno quindi esaminato i dati di diversi osservatori, studiando le caratteristiche dell’evento e cercando nel passato altre esplosioni cosmiche che avessero profili simili. L’analisi ha però evidenziato che AT2022aedm è stato qualcosa di non classificato in precedenza, suggerendo la possibilità che si sia trattato di un nuovo tipo di evento cosmico.

Di solito, nel caso di una supernova molto luminosa, entro un mese la sua luminosità cala di circa la metà dal suo massimo – ha spiegato il dottor Matt Nicholl della Scuola di Matematica e Fisica della Queen’s University – . Nello stesso lasso di tempo, AT2022aedm è invece sceso a meno dell’1% del suo picco, il che significa che è praticamente scomparso”.

Lo studio, pubblicato sull’Astrophysical Journal Letters, ha tuttavia mostrato che altri due altri eventi cosmici, che si sono verificati nel 2009 e nel 2020, condividevano alcune somiglianze con AT2022aedm, in particolare per luminosità, scale temporali, evoluzione del colore, e per il fatto che entrambi questi altri due eventi si sono verificati in galassie passive. “Abbiamo chiamato questa nuova classe di sorgenti ‘Luminous Fast Coolers’ o LFC – ha aggiunto il dottor Nicholl – . Ciò ha in parte a che fare con quanto sono luminosi e quanto velocemente svaniscono e si raffreddano”.

Secondo il dottor Nicholl e i suoi colleghi, la spiegazione più plausibile di questo nuovo tipo di eventi cosmici sembra essere la collisione tra una stella e un buco nero molto più piccolo, non molto più massiccio della stella in questione. Se trovassimo più LFC, soprattutto nell’Universo più locale, saremmo in grado di testare questo scenario. Le collisioni sono più probabili negli ammassi stellari densi, quindi possiamo cercarle negli ambienti dove si verificano esplosioni”.

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