La scarpa di un soldato romano con i piedi enormi emerge dal fango: la taglia è incredibile

In un sito archeologico del Regno Unito è stato trovato un reperto assai insolito e curioso: la scarpa di un soldato romano dalle dimensioni gargantuesche. La sua lunghezza è infatti di ben 32 centimetri, che traslata in termini di taglie moderne si traduce in qualcosa come 49-50. Ciò significa che questo legionario possedeva un piede enorme e molto probabilmente aveva grandi difficoltà a reperire delle calzature appropriate. Com'è ampiamente noto, anche oggi nei comuni negozi di scarpe è piuttosto difficile reperire taglie superiori alla 46; giocatori di basket professionisti e altri “giganti”, infatti, spesso devono rivolgersi ad attività specializzate per avere qualcosa di adeguato e su misura. Il legionario, verosimilmente, doveva pagare qualche extra al suo calzolaio di fiducia.
L'enorme scarpa romana è stata recuperata all'interno di un fossato pieno di fango nel sito archeologico del forte romano chiamato “Magna”, datato 80 dopo Cristo. Si trattava di un avamposto militare ubicato lungo il famoso Vallo di Adriano, una enorme fortificazione in pietra fatta costruire dall'omonimo imperatore per difendere il limite settentrionale dell'Impero Romano, in particolar modo dalle incursioni dei “barbari” locali, soprattutto i Pitti che risiedevano in quella che è l'attuale Scozia. Il Vallo di Adriano, lungo circa 120 chilometri e in grado di tagliare letteralmente in due il Regno Unito, dalla contea di Tyne and Wear (Newcastle) a quella della Cumbria sin dove sfocia il fiume Solway, aveva un'altezza di circa 5 metri; la costruzione, che impiegò migliaia e migliaia di uomini, iniziò nel 122 d.C. ma richiese diverse decine di anni per essere portata a termine.
Lungo il percorso di questa spettacolare infrastruttura si trovano diversi forti, insediamenti e avamposti romani, dove gli archeologi hanno trovato tanti reperti curiosi e interessanti. Ad esempio, presso il forte di Vindolanda, nel 2022 è stato trovato un blocco di pietra con inciso un grande fallo e un insulto, “Secvndinvs Cacor”, che secondo gli studiosi può essere tradotto in un volgare “Secundinus lo stro*zo”. Un altro grande fallo – che all'epoca aveva anche un significato di portafortuna – è stato trovato su una roccia presso la Gel Forest vicino a Bramton, altra località legata al Vallo di Adriano. Ma torniamo alla scarpa, o meglio, alle scarpe. Durante gli scavi condotti nel fossato fangoso verso la fine di maggio, infatti, volontari e studiosi hanno rivenuto una prima grande scarpa, sebbene priva della punta.

Come spiegato dai ricercatori nel Dig Diary 2025, una sorta di blog dove gli archeologi del Vindolanda Trust impegnati nel progetto riportano le scoperte nel Vallo di Adriano, la prima scarpa aveva comunque tutti gli strati della suola intatti e una parte del tallone, oltre a numerosi chiodi per fissare le parti della calzatura. “Questo ci offre un'ottima panoramica di come venivano realizzate le scarpe romane: per formare la suola venivano utilizzati più strati di cuoio, tenuti insieme da lacci, cuciture e chiodi”, hanno spiegato gli studiosi. “Questi rinforzavano anche la superficie esterna per camminare e si trovano in molti modelli di scarpe. Purtroppo, la zona della punta è mancante, il che significa che possiamo solo stimare le sue dimensioni originali, ma era comunque chiaro che questa doveva essere una scarpa di grandi dimensioni una volta completata”, hanno aggiunto.

La vera sorpresa è emersa dal fango poco dopo il primo ritrovamento; una scarpa, o meglio, una suola, lunga ben 32 centimetri e intatta dalla punta al tallone. L'oggetto ha colpito molto i presenti per le dimensioni insolite, che come indicato si riferiscono a una moderna taglia 49-50. Va tenuto presente che in epoca romana l'altezza media era inferiore a quella attuale, poco meno di 1,70 metri per gli uomini, che continuano ad alzarsi e ad aumentare di peso a un ritmo circa doppio rispetto alle donne. Ciò suggerisce che chi indossava quelle calzature fosse un vero e proprio gigante per la sua epoca. Va comunque tenuto presente che in quel forte non furono ospitati solo romani di Roma, ma anche legionari provenienti dalle province più lontane, come quelle siriane.
La scoperta delle due scarpe è stata accolta con entusiasmo da volontari e ricercatori: “È sempre emozionante trovare qualcosa che non sia stato toccato per 2000 anni, ma una scarpa è un oggetto così personale; ti mette davvero in contatto con le persone che vivevano al forte. Bagnarsi, infangarsi e scavare nel bagnato è solo un bonus!”, ha affermato la volontaria Rachel. Tra gli altri reperti recuperati in quei giorni anche ceramiche, un pettine di legno, palette per il trucco – si ritiene ci fosse un grande insediamento nella zona – e picchetti per le tende. La speranza è che dai siti lungo il Vallo di Adriano continuino ad emergere reperti così interessanti e preziosi per approfondire le conoscenze sugli Antichi Romani.